Ho preso spunto da un classico a firma di Marx e Engels (l’incipit de “Il manifesto del partito Comunista”) per intitolare alcune considerazioni che desidero comunicare al lettore di Noi e la Roma.
Voglio parlare dei rumors che aleggiano nell’etere a proposito di una ipotetica entrata di Francesco Totti all’interno della Roma.
Sto parlando di un calciatore che avrebbe potuto vincere Coppe dei Campioni e Scudetti in terra spagnola e, molto probabilmente, sarebbe entrato nella lista dei vincitori del Pallone d’Oro se solo avesse accettato le milionarie offerte del Real Madrid. Rinuncia, questa, che fu dettata solamente dall’amore per quei nostri due colori che rappresentano, per milioni di tifosi, qualcosa di indescrivibilmente magico.
Il Capitano, ha preferito indossare una unica maglia durante la sua lunga e preziosa carriera: quella che ha amato da sempre, prima come tifoso e poi come calciatore.
Tutti noi sappiamo l’epilogo di un giocatore che ha rappresentato, rappresenta e rappresenterà per sempre tutti i crismi della Romanità. Quella Romanità che vibra da New York all’Avana, da Manila a San Francisco e in ogni luogo del pianeta dove vive un romanista, appassionato della Città Eterna ed intrigato dal suo fascino senza tempo.
Sappiamo, tutti noi, le liti con Spalletti e il poco feeling con Jim Pallotta, per non parlare di quel Baldini che da scudiero di mille battaglie al fianco di Franco Sensi si è trasformato in un cinico businessman con interessi tra Londra ed il Sudafrica.
Così come, ci è noto il posto occupato da Totti durante la sua breve esperienza nei quadri societari dell’AS Roma e la nulla considerazione avuta dall’allora proprietà a proposito di un ruolo che avrebbe dovuto ricoprire per il bene della Roma, forte della sua profonda conoscenza per il calcio e tutto ciò che ruota intorno ad esso.
La nuova proprietà sta dando un taglio netto con la pigrizia e la superficialità del passato e i risultati, a medio termine, saranno evidenti anche ai tifosi più pessimisti: dal tagliare i rami secchi al ricondizionamento fiscale e finanziario, passando per le varie modifiche di una struttura societaria che dev’essere dinamica, polivalente e di prospettiva.
In questo contesto, la figura di Francesco Totti ci sta tutta in modo adeguato. L’esperienza accumulata negli anni, la sua intelligenza calcistica, la passione per la Roma e l’amore che può continuare a profondere sono tutti elementi che dovrebbero essere ben valutati dai Friedkin se desiderano veramente avvicinare il più possibile, i tifosi e gli amanti del calcio alla loro società.
I recenti accordi con la New Balance sono destinati, al di là del fee annuale riconosciuto per la sponsorizzazione, ad universalizzare la Roma in tutti gli store di loro proprietà dove sarà possibile acquistare merchandising NB targato Roma, ampliando così una (poco) subliminale diffusione della popolarità della nostra squadra. Se a questa operazione di marketing si affiancasse anche l’immagine di un campione come Totti, si compirebbe in modo ottimale un vero surplus di pubblicità.
Ovviamente, Francesco dovrebbe ricoprire un ruolo decisionale ai fini della crescita della squadra e della società e non essere limitato a fare la comparsa allo stadio durante le partite della Roma.
Ecco la ragione perché la grandezza di Totti non potrà mai sparire dai verdi prati di Trigoria ed essere sempre presente nella memoria e nell’immaginario collettivo di ogni supporter giallorosso.
Ryan e Dan, dovrebbero prendere seriamente in considerazione di incontrare chi della Roma, può spiegare meglio di tutti, il vero senso ed il concetto della Romanità.
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