E diciamolo francamente: ci credevamo ma…
Il pareggio per uno a uno ha siglato il passaggio in semifinale della Roma. Partita meno spettacolare di quanto si poteva supporre ma di grande pathos.
Se i giallorossi hanno tenuto bene per i primi 45’ chiusi senza reti, nessun tifoso poteva supporre che anche la ripresa sarebbe stata dello stesso tono.
Nel primo tempo, eccezion fatta per una rete in fuorigioco segnata da Veretout e una palla gol degli olandesi sventata da Diawara, c’è ben poco da segnalare.
La banda Fonseca ha tenuto il campo provando a distruggere il gioco degli avversari piuttosto che ad imporre il suo e metà gara è scivolata in questo modo.
Ma era illusorio pensare che l’Ajax si sarebbe limitato ad accontentarsi del possesso palla (alla fine sarà il 70% degli olandesi) ed è stato sufficiente subire un gol dell’entrante Brobbey per iniziare a vedere le streghe.
La Roma ha stretto i denti e messo in gioco il cuore pur con tutte le note assenze e parte della truppa non in condizione (vedasi Veretout e Mkhitaryan), tenendo botta agli innumerevoli assalti di una squadra di tutto rispetto che non ci stava ad essere eliminata.
E proprio mentre si temeva il peggio dopo un secondo gol dell’Ajax annullato dopo che il mediocre arbitro Taylor veniva richiamato dal VAR che segnalava un fallo subito dal nostro armeno che aveva viziato l’azione, la Roma si è ritrovata con un’azione senza dubbio da manuale.
Mkhitaryan smistava un gran pallone verso il diciottenne Calafiori che vestiva i panni di Spinazzola e s’involava sulla fascia e dopo aver resistito ad un contrasto crossava al centro dell’aria dell’Ajax dove la sfera veniva sporcata da Gravenberch e arrivava nella zona presieduta da Dzeko che allungava il piede a mo’ di artiglio, infilando Stekelenburg e rimettendo la partita in perfetta parità.
Si stava solamente al 72’ e mancava ancora un’eternità prima del fischio finale e sarebbe stato sufficiente che gli olandesi avessero segnata una rete per prolungare l’incontro con i supplementari.
Se l’allenatore degli olandesi produceva tutti i cambi possibili snaturando la squadra oramai votata totalmente in attacco, Fonseca centellinava i cambi che, tutto sommato, hanno avuto il pregio di mettere gente fresca pronta a resistere agli ultimi assalti.
Roma che termina la partita al 95’ e che guadagna la semifinale di coppa dove incontrerà i temibili inglesi del Manchester.
Sulla carta non ci dovrebbe essere storia ma i giallorossi non sono la squadra umiliata con un roboante 7-1 di alcuni anni fa.
Se la Roma in campionato pare essere una identità che spesso si smarrisce, in Europa il carattere e la tigna finora dimostrata sta a significare che c’è voglia di vincere contro tutti e tutto (gufi compresi).
Tra squadroni italiani che annoverano campioni e fenomeni, c’è solo la Roma a tenere alto il vessillo dell’Italia e sarebbe bene che qualcuno se ne rendesse conto.
Friedking soddisfatti di avere la loro creatura che prosegue il percorso internazionale che assicura un aumento di visibilità e di conseguenza prestigio e un nuovo premio da mettere in cassa.
Sognare poi, non costa nulla e a volte i sogni si realizzano.
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