Praticamente Feyenoord Roma non sarà mai una partita normale bensì una tradizione.
Per la terza volta, in ambito europeo, i giallorossi hanno conosciuto il prato verde dello stadio di Rotterdam incrociando le maglie bianche e rosse dei giocatori del Feeyenoord.
Stavolta in panchina non c’era lo Special One bensì Daniele De Rossi per la prima volta da allenatore in Europa. Il risultato emerso dopo 90+7′ è stato un salomonico pareggio per 1-1 che rimanda, alla partita di ritorno all’Olimpico, l’esito di questo turno di Europa League.
Scaramanticamente evitiamo di scrivere ciò che pensa ogni tifoso romanista sapendo che la qualificazione passa per le strade della Capitale.
Roma che, valutata nell’ottica dei 180 minuti, ha fatto il suo in Olanda anche se il rabberciato Feyenoord avrebbe dovuto potenzialmente perdere. Ma come ogni appassionato supporter giallorosso conosce bene, la squadra presenta molte lacune e diversi interpreti sicuramente non all’altezza di un certo tipo di gioco.
DDR, che conosce questi limiti, ha preferito rientrare con un risultato comunque positivo che permette di disputare a Roma la partita decisiva, piuttosto che rischiare di rimediare nella terra dei tulipani, una velenosa sconfitta.
Questo sta a dimostrare che l’allenatore ha capito bene con quale tipo di materiale deve lavorare nel prossimo futuro e cercare di massimizzarne i risultati per scalare la classifica e tentare l’impresa di entrare nell’Europa che conta.
In attesa di incontrare la squadra di Di Francesco allo Stirpe di Frosinone nel prossimo turno di campionato, risulta evidente che la lotta per il quarto posto valido per entrare nella Champions della prossima stagione, più che calda è decisamente ardente e la Roma, non si può permettere più alcun passo falso ma deve assumere l’inarrestabile marcia di un caterpillar.
Di voci circa l’alienazione della società e quelle relative allo stadio non ce ne occupiamo, lasciando questo compito ai giornalai di professione.
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