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Ottimo pareggio in quel di San Siro contro la prima della classe e prova di maturità superata: in sintesi questo è quanto accaduto iera sera e quindi potrei anche evitare di tediarvi più del dovuto ma le esigenze di copione mi spingono a dover scrivere un pezzo almeno decente ed allora provo, in termini altrettanto sintetici, a descrivere il momento che sta vivendo la Roma nel suo complesso.
Da buon cristiano e senza scomodare più di tanto le sacre scritture potremmo dire che si sta cercando, sia pure con fatica e sudore, di riedificare la città Gerusalemme rasa al suolo e devo ammettere che primi passi verso la ricostruzione non sono affatto negativi.
La squadra, nonostante le carenze tecniche palesate soprattutto a centrocampo e sulla fascia destra, nonostante non disponga di alternative all’altezza dei titolari, fin qui non ha sfigurato affatto mostrando anzi carattere, orgoglio e tenacia: il tanto vituperato Fonseca a cui il solito circuito mainstream non attribuisce neppure un grammo di credibilità, appare sempre più convinto e sicuro nel suo difficile e delicato ruolo di nocchiero del vascello che solo apparentemente sembra sempre prossino alla deriva.
Non vi è dubbio che il ragazzo è sveglio e sta imparando in fretta a gestire le complessità di una piazza che storicamente brucia i tecnici alla stessa velocità di Superman e non si possono negare i progressi dell’altrettanto vituperato Lollo Pellegrini nel suo nuovo ruolo di regista.
La squadra, almeno per ciò che concerne il carattere, è molto somigliante alla Roma di Gigi Radice che non ci stava mai a perdere ed in campo spendeva tutte le energie per poter meritare l’affetto e la stima della gens romanista.
La speranza è che quest’anno (sempre ammesso che il campionato sia portato a termine) non si manifesti il periodo buio che ha caratterizzato negativamente la scorsa stagione soprattutto nei primi due mesi dell’anno incidendo in modo determinante nel mancato raggiungimento ai piazzamenti che contano.
La Roma deve assolutamente lottare fino alla fine della season per raggiungere la agognata Champions League e lo deve fare per sé stessa prima ancora che per i propri tifosi perché la nuova proprietà sta impiegando tutte le proprie risorse per ripianare il bilancio, è presente e non fa mancare nulla alla squadra anche in termini di affetto e vicinanza.
I ragazzi che scendono in campo ed anche quelli che siedono in panchina non hanno più alibi di sorta e sono chiamati a ricambiare tale affetto attraverso prestazioni importanti come quella di iera sera al Meazza: non c’è altra strada se non quella del sudore e del sacrificio per superare gli oggettivi limiti di carattere tecnico e le evidente lacune che speriamo possano essere colmate anche attraverso il mercato di riparazione di Gennaio, ormai alle porte.
Continua il casting per le figure dirigenziali che ancora mancano ma sono fiducioso e la mia convinzione non è fondata solo sulla mera e perpetua speranza del tifoso che non deve mai mancare quanto piuttosto sui segnali concreti che fino ad ora i Friedkin hanno palesato senza alcuna difficoltà.
Le chiacchiere da bar lasciano il tempo che trovano ma sono i fatti a qualificare le persone: l’ultima campagna acquisti sia pure condotta tra mille difficoltà, ha portato a Trigoria giocatori importanti che stanno dimostrando in pieno il proprio valore e la propria professionalità, sono stati fin qui iniettati ingenti capitali freschi nelle esangue casse societarie ed altri denari saranno impiegati a tal uopo, il tutto in un contesto mondiale estremamente complesso in cui le prospettive faticano ad intravedersi.
Nonostante ciò il Gruppo Friedkin prosegue imperterrito la sua opera di ricostruzione della Gerusalemme rasa al suolo, senza alcuna ritrosia né tentennamento di sorta: occorrerà del tempo, tanta pazienza e buone dosi di antiacido ma vedremo sicuramente risorgere la città dalle proprie fondamenta, con buona pace dei gufi e degli avvoltoi di carta igienica.
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