E sì che Daniele De Rossi ha scelto di giocare Roma-Bologna (partita importante per il quarto posto) con la migliore formazione di cui disponeva, ma è stato tutto inutile.
Se solo El Sharaawi non avesse sbagliato sotto porta una facile occasione da rete, forse parleremmo di tutt’altro incontro, purtroppo questo non si è verificato.
Diciamo subito – a scanso di equivoci – che la squadra di Thiago Motta ha meritato di guadagnare l’intera posta, segnando tre gol ma, d’altronde, era noto che il gioco dei felsinei è preciso e proficuo.
La Roma si è fatta prendere dal nervosismo sia per l’atteggiamento di alcuni giocatori del Bologna che dalle scelte arbitrali. Stanchezza e tensione accumulate in questa ultima fase della stagione, si sono fatte sentire in modo prepotente e ciò ha condizionato non poco la nostra prestazione.
I giallorossi senza Lukaku non hanno potuto fare affidamento che su un volenteroso ma sterile Abraham anche se, a bocce ferme, De Rossi avrebbe potuto scegliere come titolare un più determinato Azmoun autore dell’unica rete giallorossa. Come avviene in questi casi, con i ‘se’ e con i ‘ma’ sono tutti bravi cambiare lo stato oggettivo delle cose ma purtroppo, resta solo un discorso prettamente accademico.
Preoccupante è lo stato psico-fisico di molti giocatori apparsi con le pile decisamente scariche sia a livello atletico che nervoso e a questo deve porre rimedio il nostro allenatore in vista degli incontri (recupero con l’Udinese, scontro con il Napoli, andata di Europa League) che sono il cruciale crocevia di una stagione per certi versi maledetta.
C’è tempo e modo per poter recuperare l’imprevisto stop imposto dal Bologna ma é fondamentale riprendersi subito ritrovandosi come squadra, considerando questa sconfitta casalinga come un episodio dove lo smarrimento ha colto tutti un po’ di sorpresa.
Non sta certo a noi dire a DDR cosa fare. Sicuramente è nostro compito quello di continuare a tifare i nostri giocatori e la squadra, eliminando sin da subito facili processi e bocciature che non ci devono appartenere. Occorre mantenere saldi i nervi e avere fiducia nelle capacità dell’allenatore e di tutti, perché i conti si fanno alla fine della stagione e non in questo momento topico dove l’equilibrio è un azzardo.
Archiviamo pure questo stop oltrepassando la delusione e l’amarezza: ci attendono altre sfide che daranno un senso a questa stagione sia in Italia che in Europa.
Daje!
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