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SFUOCATI

3-1 è un risultato che non ammette dubbi: la superiorità dell’Inter è stata indiscutibile. E dire che Mourinho l’aveva preparata bene tanto che per mezzora, i padroni di casa non sono stati superiori di una Roma tuttavia imprecisa e per certi versi impalpabile che, sullo 0-0 ha rischiato di passare in vantaggio con un gran colpo di testa di Mancini che ha sfiorato l’incrocio dei pali.

Sono bastati però soli dieci minuti a rimettere il risultato come logica imponeva, con un uno due che mandava i giallorossi negli spogliatoi sotto di un passivo che è apparso subito come impossibile da recuperare.

Troppo molli nei contrasti e poco agonismo da parte di chi doveva essere il protagonista dell’incontro. Se a questo ci si aggiunge anche una imprecisione di fondo, si è capita la ragione per la quale la squadra di Inzaghi sia salita in cattedra con un buon gioco e senza correre seri pericoli da parte dei romanisti.

Il terzo gol nerazzurro spezzava ogni velleità da parte giallorossa che prendeva atto del fatto che la serie di partite senza sconfitte, si sarebbe arrestata al Meazza.

L’Inter avrebbe anche potuto rendere ancor più rotondo il vantaggio ma non ne ha approfittato. Solo quasi al termine, la Roma siglava quello che è ancora considerato il gol della bandiera con un bel tiro di Mkhitaryan che cercava di farsi perdonare le troppe deficienze mostrate durante il match.

E forse, sarebbe stato possibile anche segnare il secondo gol se solo Carles Perez non si fosse mangiato l’occasione occorsagli all’ultimo.

Nulla da eccepire a proposito dell’arbitraggio che è stato equo e privo di errori contrariamente a quanto si supponeva prima della partita.

Di positivo si registrano i tifosi giallorossi che, nonostante lo svantaggio, hanno intonato Roma Campione e incitata la squadra per tutti i 90’.

Di negativo – risultato a parte – il quattordicesimo cartellino giallo guadagnato da Mancini in venti partite che dimostra l’immaturità che colpisce questo giocatore.

La morale è che la differenza tra Inter e Roma è emersa sotto tutti i punti di vista. Se la squadra di Milano è prima in classifica e ha ottime possibilità di vincere la Coppa Italia grazie ad un organico costituito da buonissimi giocatori che si sono ben amalgamati tra loro, la Roma denuncia un processo di crescita lento e costante, con calciatori ancora da formarsi e altri non all’altezza dove, comunque sia, la mano miracolosa dello Special One si vede anche se occorre ancora tempo e inserimenti di nuovi giocatori.

Tutto sommato, la rincorsa sulla Juventus quarta in classifica è sempre stata considerata impossibile da Mourinho che, invece, crede fattibile arrivare alla finale della Conference e portare dopo tanti anni, un nuovo trofeo nella bacheca della Roma. In fondo, chi non sarebbe soddisfatto?

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