Come ogni post partita, sono di nuovo qui per sviscerare la prestazione dei giocatori della Roma nella sfida contro il Parma di Liverani. Un match che, sostanzialmente, non ha molto da dire e che esaurisce tutta la sua carica una volta letto il risultato finale. Nonostante tutto, ci sono comunque degli aspetti che vale la pena sottolineare. E allora mettetevi comodi, copertina di flanella sulle spalle e babbucce calde ai piedi perché andiamo a iniziare!
Contro gli emiliani torna in porta il bell’Antonio Mirante, smaltiti i dolori che lo hanno costretto ad un turno di riposo ai box. Semplicemente non giudicabile la sua prestazione avendo subito un solo tiro in porta in 90 minuti e per giunta centrale. Quello che va sottolineato è che, grazie all’assenza di pubblico, abbiamo sentito tutti le sue urla a comando della difesa segno di un’attenzione costante e una concentrazione massima.
Pacchetto arretrato quasi costretto dall’emergenza COVID formato di Ibanez, Cristante e Mancini. Attimi di paura per Gianluca nel riscaldamento che stringe i denti e sfoggia una prestazione da leader della difesa, ma il responso nel dopo partita arriva gelido sulla schiena dei tifosi: risentimento all’adduttore. Non ci voleva, speriamo che gli esami a cui si sottoporrà diano un esisto positivo. Stesso discorso per il brasiliano, lui però uscito dal campo dopo 52 minuti di gioco e sostituito da Juan Jesus. Anche per lui problemi alla coscia destra con stesse preoccupazioni e speranze nutrite per l’azzurro.
A parte il giudizio su capitan Cristante. Il ragazzo dimostra un’abnegazione fuori dal comune e uno spirito di sacrificio notevole. Passare da “centrocampista più prolifico della serie A” in quel di Bergamo e centrale di difesa a Roma è un triplo carpiato all’indietro da fare bendati. Lui lo fa, ci riesce pure e sfrutta a pieno la delicatezza dei suoi piedi per costruire l’azione dal basso. Complimenti a lui per essersi fidato di Fonseca e al portoghese per la bella intuizione. Sorpresa vera.
Confermati i ¾ del centrocampo titolare, salta solo Pellegrini causa corona virus che, comunque, entrerà per i dieci minuti finali di partita. Spinazzola solito motore sulla fascia sinistra, i difensori avversari ancora devono capire dov’è e la partita è finita da ore (sostituito da Bruno Peres a pochi giri di lancette dal finale); Veretout gioca per due: mura e riparte, demolisce e costruisce, perno insostituibile nello scacchiere giallorosso; Karsdorp è un vino prezioso che più passa il tempo più migliora: senza mai rubare l’occhio è sempre presente in copertura e spina nel fianco in attacco, regala assist dimostrando che oltre i polmoni ci sono anche i piedi.
Gonzalo Villar è il do di petto di questa partita, la nota lieta, semplicemente il migliore in campo. Questo ragazzo si sta sgrezzando a vista d’occhio, ha una calamita tra i piedi e in fase di possesso palla sembra che la sfera sia parte integrante del suo corpo; mette il fisico nei contrasti pur riuscendo sempre a portare a casa un intervento netto e per liberarsi delle marcature è abilissimo nelle finte di corpo; cerca sempre il passaggio pulito, magari liberandosi prima del diretto marcatore, e lo trova sempre con grande precisione e tempi giusti. Lasciarlo fuori dall’undici titolare sta diventando una bella gatta da pelare per il mister. Lascia il campo al rientro di Diawara nei minuti finali.
L’attacco ispanico-armeno funziona, i due folletti Pedro e Mkitharyan sembrano fatti per giocare insieme e Borja Mayoral sta mostrando i frutti del suo inserimento. L’ex Chelsea, contro il Parma, forse gioca la sua partita meno brillante da quando veste i nostri colori, ma se gioca “male” e gioca da sette pieno non ci possiamo certo lamentare. Miky è semplicemente “on fire”, il re Mida del tridente di Fonseca: quel che tocca diventa oro. Da missili V2 sparati dalla trequarti al giusto posizionamento per il cross di Rick, gli riesce veramente di tutto. Immarcabile.
Il vice Dzeko, dal canto suo, sfoggia una prestazione disarmante nella sua semplicità. Non è il bosniaco e la squadra dietro di lui lo sta capendo, quindi niente palla alta e, anzi, ricerca del fraseggio con sfera a terra. Questa modalità è la sua preferita e ciò gli consente di sfruttare la sua accelerazione nei tagli alle spalle dei difensori, arma che usa per sbloccare il match e firmare il suo primo gol in Serie A. Non è comunque privo di fisico e alla bisogna è in grado di usarlo per bene, come nell’assist (volontario?) per il gol del raddoppio di Mkitharyan. Ci saranno partite in cui avremo bisogno del miglior Edin, ma ci saranno partite in cui Borja saprà sostituirlo alla grande e questa è la più bella delle novelle. Lascia il posto a un volenteroso Carles Perez al 65 minuto.
Fonseca ha per le mani un orologio svizzero, preciso e puntuale, che gioca un calcio bello da vedere e difficile da contrastare. Un mix perfetto tra gioventù ed esperienza in cui gira tutto bene facilitando così l’inserimento di nuovi giocatori e l’adattamento a nuovi ruoli per alcuni. Vincere aiuta a vincere, giocare bene è quel qualcosa in più che ci meritavamo. Uniti, coesi, compatti, semplicemente romani!
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