Nella trottola temporale in cui si mischia l’ultimo giorno di gennaio con la prima giornata di ritorno, si affrontano nel vuoto dell’Olimpico Roma e Verona. Gli uomini di Fonseca non possono permettersi di rallentare avendo visto le inseguitrici tutte vittoriose: c’è un posto Champions da conquistare assolutamente.
Si inizia con Pau Lopez in porta, preferito a un Mirante non ancora al meglio; linea difensiva formata da Mancini, Smalling e Ibanez, in barba alla lista diffidati; centrocampo a 4 e mezzo con Spinazzola, Villar, Veretout, Karsdorp e Pellegrini libero di trovarsi la posizione, ennesima evoluzione per lui in questo campionato; in attacco Mkitharyan spalla a Borja Mayoral, unica vera punta.
Nonostante il risultato finale, Roma piuttosto ruvida in avvio di contesa: si cerca la giocata veloce con troppa frenesia, si spinge subito forte verso automatismi tattici che faticano a entrare a regime e sulle seconde palle si è sempre un secondo in ritardo. Primi 15 minuti che passano così con la Roma a cercare le misure, proprie più che dell’avversario, e un buon Verona che pressa e riparte bene.
Dopo il primo terzo del primo tempo, però, la squadra comincia a ingranare le marce giuste: una buona giocata Spinazzola, Pellegrini, Spinazzola libera Mkitharyan che cerca una palla in profondità, ma troppo lunga. Al minuto 18 è un break a centrocampo di Veretout che riconquista un buon pallone e serve in profondità Borja Mayoral che punta l’uomo, finta e si allarga prima di sparare verso la porta di Silvestri: calcio d’angolo per la deviazione di un difensore che si infortuna leggermente ed è costretto a uscire dal campo assistito dai massaggiatori.
Ed è proprio da quel corner che nasce il vantaggio giallorosso: Pellegrini crossa al centro, Mancini svetta di testa, mischione davanti al portiere e palla che entra in gol. Uno a zero e gol assegnato al difensore dopo numerosi replay in cerca di una deviazione che non c’è. Il Verona, stranamente, accusa il colpo e si scolla. A causa di una uscita sbagliata dalla difesa, la Roma riconquista il pallone e dopo nemmeno un minuto si ritrova con l’uomo solo davanti a Silvestri.
Quell’uomo è Borja Mayoral, che prova in tutti i modi a saltare il portiere e depositare la palla in porta, ma questi è bravissimo a spingerlo verso l’esterno e a chiudergli abilmente lo specchio della porta.
Così il numero 21 è costretto a ripensarci e ricalcolare velocemente il percorso, ottima idea quella di servire l’armeno solo al limite dell’area, controllo, uno sguardo al portiere che sta correndo sul secondo palo aspettandosi il tiro a giro e stoccata precisa sul primo palo che lo spiazza totalmente.
Due a zero e siamo al minuto ventuno del primo tempo.
Passano solo 8 minuti e la Roma ottiene un altro calcio d’angolo, lato Monte Mario. Batte Veretout cercando una testa nel cuore dell’area, ne consegue una tonnara in cui la difesa scaligera ribatte la sfera fuori dalla zona calda, di cattiveria ci si avventa capitan Pellegrini che con un gran tiro impegna l’estremo difensore che non trattiene, palla sui piedi di Borja ed è 3 a 0! Una Roma di fuoco in meno di dieci minuti passa dallo zero a zero a tre gol di vantaggio contro quella che era la miglior difesa della serie A.
La partita non cambia, Ibanez giganteggia in difesa annullando totalmente gli attacchi avversari, Mkitharyan cerca la seconda rete mancando lo specchio e Kumbulla, entrato all’undicesimo al posto di un infortunato Smalling, si prende un giallo così come Pellegrini al 17esimo, squalificato salterà la Juve per somma di ammonizioni. Finisce il primo tempo ricco di emozioni e con una Roma unica padrona del campo.
Nella ripresa Juric ridisegna l’attacco veronese, ma si parte esattamente come s’era finito: gialloblù che attaccano e Roma che riparte in campo aperto in contropiede. Prima Spinazzola calcia fuori al 49esimo, poi Veretout tira alto quattro minuti dopo e, sempre dopo altri quattro minuti, di nuovo Spinazzola si divora il quattro a zero sparando su Silvestri da buona posizione.
Juric non ci sta e cambia ancora inserendo Bessa, DiMarco e Colley. Ottima mossa, dato che proprio dall’asse Bessa-Colley nasce il gol del Verona a minuto 61: cross dalla destra del primo e incornata del secondo e 3 a 1. In ritardo Karsdorp a coprire sul cross e male la lettura di Mancini, che lascia l’attaccante libero di colpire. Brutta anche la reazione di Lopez che si fa trovare scoordinato e poco reattivo. Il Verona allora prende fiducia, attacca in massa e a ripetizione, senza però mai essere realmente pericoloso. Non si registrano clamorose azioni da gol, eccezion fatta per un paio di tiri di Lasagna. Ma è tutto qui.
Girandola di cambi anche per Fonseca, dopo Cristante per Villar al 70, escono anche Veretout, Karsdorp e Mayoral per Diawara, Bruno Peres e Carles Perez al minuto 85. Ormai la partita, però, ha già detto tutto quello che aveva da dire: una Roma in fiamme incenerisce il Verona con un primo tempo mostruoso e 10 minuti di inferno, spreca troppo fino alla prima ora di gioco e concede il solito golletto agli avversari che prendono fiducia e attaccano; ma poi è brava a chiudersi e a non concedere nitide palle gol, restando in controllo fino alla fine.
Ora testa a sabato, nella speranza di recuperare Smalling e con la curiosità di rivedere in campo El Shaarawy e il nuovo acquisto Reynolds.
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