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Roma 1 Milan 2 Artefatti

Ultimi giri di lancette per il mese di Febbraio e la Roma scende sul verde prato dell’Olimpico per sfidare i diavoli rossoneri del Milan. Fonseca, nonostante alcuni rientri, deve ancora affidarsi a giocatori fuori ruolo o a scarti tenuti solo per riempire caselle altrimenti desolatamente vuote. Non proprio la condizione migliore per affrontare la seconda forza del campionato.

L’undici di partenza.

In porta un decente Pau Lopez. Prima di entrare nel merito della sua prestazione, vorrei che andaste a leggere i primi articoli di questo campionato, in cui si analizzavano le prestazioni di Karsdorp. Nessuno lo voleva più vedere a Roma, era stato bollato come scarso eppure è un titolare fisso e le sue prestazioni sono sempre le più positive. Stesso discorso che va fatto adesso per il portiere spagnolo. In più di un’occasione (in verità si superano le 7) salva il risultato con interventi attenti e precisi. Sbaglia la scelta sul gol del raddoppio che costerà la sconfitta, ma dopo salva tutto almeno altre tre volte. Negli occhi di chi guarda e tifa questa squadra deve rimanere solo la buona prestazione, la prima dopo tanto tempo.

In difesa Cristante al centro ha in Fazio e Mancini le sue ali. Se, ormai, Gianluca è una conferma continua e, anzi, migliora a vista d’occhio, il suo compare argentino è il suo negativo. Lento, impreciso, impacciato, macchinoso, confusionario e fa sempre la scelta sbagliata in uscita. Il Milan lo sa e fa in modo che sia lui a condurre l’azione dalle retrovie sapendo che presto rientrerà in possesso della sfera e potrà attaccare di nuovo. Se questo è il secondo cambio della difesa, non voglio sapere cosa ne sia degli altri. Lascia il campo per Bruno Peres, che si dimostra più in palla di lui.

L’illusorio pareggio di Jordan, ben servito da Spinazzola

Sulla fascia destra giostra Rick, costretto ad una gara di contenimento dalle folate degli avversari, regge l’urto e non sfigura cercando di essere propositivo ogni volta che può. Chiude l’ultima mezzora da centrale di difesa, sfoderando una buona prestazione. Per la prossima gara, mi aspetto di vederlo titolare lì. Dall’altro lato Spinazzola tenta in tutti i modi di portare pensieri alla difesa del Milan, alle volte ci riesce, alle volte no. Suo l’assist per il momentaneo pareggio di Veretout a inizio ripresa. Proprio Jordan, prima della sostituzione con Diawara, chiude il comparto mediano in compagnia di Villar. Se da un lato abbiamo il francese che con corsa e muscoli si fa rispettare, dall’alto abbiamo lo spagnolo intimorito e calpestato dalla fisicità dei rossoneri. Esce al minuto 69 per El Shaarawy, forse troppo tardi.

Trequarti in mano a Pellegrini e Mkitharyan, alle spalle di Borja Mayoral. In una gara sporca come quella di ieri, giocare di fioretto e ricamare pizzi e merletti non è la scelta giusta. Troppa leggerezza, troppa ricerca dell’elaborato gesto tecnico, troppa pulizia e geometria forzata contro una difesa muscolare non servono. Vedere i nostri attaccanti danzare sul pallone e cercare di tessere trame fantasiose e sorprendenti può andare bene quando hai davanti difese che la mettono sul piano tattico e del gioco, ma davanti a uomini che non disdegnano la forza bruta per fermarti sono gesti vacui che non portano a nulla. Lorenzo viene costantemente annullato, l’armeno limitato tantissimo e Borja nulla può per struttura fisica contro i suoi marcatori. Lo spagnolo lascia il campo a Pedro, che non fa che confermare quanto già visto nei 78 minuti precedenti.

Provaci ancora Borja: è finita si dice alla fine!

La Roma stecca di nuovo contro una “big” del campionato, confermando la scarsa personalità e il coraggio latitante necessari, anzi fondamentali, per affrontare partite del genere. La paura di prenderle, il timore fisico degli avversari, la scarsa lucidità e l’inadeguatezza endemica di certi uomini scesi in campo ieri hanno mostrato dove bisognerà intervenire nel prossimo futuro. In una grande orchestra servono i fiati, servono i violini e i bravi musicisti, ma serve anche chi sia in grado di percuotere i timpani e far schioccare i piatti. Dubbi sul direttore d’orchestra non ne ho, dato che siamo dove siamo in classifica anche per meriti suoi.

Come avrete notato non ho fatto menzione a fattori non riconducibili direttamente alle scelte dei tesserati della Roma, perché troverei umiliante stare qui a spiegare l’ovvio a persone che hanno l’onesta di vedere tutto ciò che accade sul terreno di gioco.

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