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Roma 0 Genoa 0

Dove eravamo rimasti? Ci siamo lasciati due settimane fa per una delle soste più inutili della storia delle soste inutili, con una Roma vincente da tre partite tra campionato e coppa Italia. Improvvisamente risalita dal nono al quinto posto e di nuovo in corsa per un posto in Champions League. Più precisamente il quarto, dato per scontato che i primi tre saranno ad appannaggio esclusivo di Inter, Milan e una tra Atalanta e Napoli.

Cosa è successo nel frattempo? Niente, le solite cose: squadre che comprano giocatori, che ne vendono altri, gente che iper valuta senza motivo due scarti pagandoli a peso d’oro facendo imbufalire i propri tifosi e la necessità economica di qualcuno di arrivare entro i primi quattro posti.

Il Calcio Italiano, signore e signori. Riconosciuto e ammirato in tutto il vecchio continente come uno dei più fasulli, pilotati e gestiti male di tutto il globo terracqueo. Hai una doppia squadra iscritta alla medesima serie in barba a qualsiasi regolamento? Non fa niente, si vota a oltranza una deroga finché non riesci a regalarla a qualcuno di compiacente, piuttosto che venderla ad altri che l’avrebbero pagata di più.

Non fa niente se poi è la stessa squadra con cui ti scambi regolarmente giocatori gonfiandone il valore per aggiustarti i bilanci, altra cosa perfettamente concessa se il controllore e il controllato sono la stessa persona. Come è normale venire inibiti per reati federali e continuare a essere consigliere di Lega, perché invece di 12 mesi di pena ti sei fatto ridurre in appello la condanna a 10, giusto per stare un po’ più largo in caso di nuove condanne. Ma quanti reati contro la federazione bisogna commettere prima di essere banditi dai tavoli decisionali? Io pensavo ne bastasse uno per qualificare qualcuno come imbroglione e quindi destituirlo, in Italia serve più di un anno di pena.

Il campionato italico, gente di tutto il mondo. Quello in cui i regolamenti sono fluidi, non nel senso che variano di giornata in giornata, ma ripetutamente durante la stessa partita. È possibile assistere a un fallo fischiato a qualcuno e lo stesso identico intervento due minuti dopo, a maglie invertite, invece no. Dove, se non in Italia, è possibile vedere sei arbitri sospesi dopo sei partite gestite malissimo ai danni di un’unica squadra? Fischietti sospesi, retrocessi, confinati al VAR, tutti con un unico filo conduttore: aver arbitrato e fatto rallentare la Roma.

In queste giornate abbiamo visto di tutto, perfino arbitri in lacrime chiedere scusa ai giocatori per aver interrotto un’azione, ma mai abbiamo assistito alla stessa scena per aver sottratto in modo truffaldino a un’altra compagine il sacrosanto diritto ai tre punti, a un rigore o un gol convertito astutamente in rigore (perché il gol è gol, il rigore si può sbagliare). Abbiamo visto squadre segnare gol e vederselo convalidato e squadre segnare gol e vederselo annullato perché EONI prima della rete c’è stato un intervento dubbio; abbiamo visto il solerte VAR analizzare frame by frame i gol di alcuni e sorvolare bellamente su quelli di altri; abbiamo visto regole stravolte nel nome di una ingiustizia perpetrata scientificamente da un determinato punto in poi; abbiamo visto fuorigioco non fischiati e linee NON tracciate in sede di replay.

Uno stanco carrozzone che si trascina mestamente verso una conclusione che già si conosce, che già s’è capita e che solo gli stolti non hanno colto. La fiera indegna della prevedibilità, delle decisioni prese dietro una scrivania o, peggio, nelle buie stanze lontano da occhi e orecchie indiscrete: perché certe cose non serve dirle, basta farle capire. Ogni domenica, più o meno, abbiamo la dimostrazione di una predeterminazione davanti ai nostri occhi, una voglia di rivalsa, di vendetta verso qualcuno che in passato non si è allineato e che si rifiuta ancora di farlo.

Ah, dovevo scrivere di Roma – Genoa? “DEVI GIOCARE BENE”.

Grazie e arrivederci.

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