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Pareggio di rigore

Prima o poi tutti i nodi arrivano al pettine e il rientro dalla Dacia Arena dei giallorossi, testimonia proprio questo assioma.

La Roma, nella partita contro una ben organizzata Udinese, è apparsa sulle gambe sin dal primo minuto e questa mancanza di concentrazione ha le sue cause.

La prima,  è il poco tempo di recupero rispetto alla partita di andata della Conference in Olanda: praticamente 48 ore e nulla più. La seconda, sicuramente più determinante, è basata sulla qualità dei giocatori di una rosa ancora tutta da perfezionare con importanti ricambi all’altezza delle aspettative. Certo, la Roma di Mou – o meglio questa Roma – non può ambire a chissà quali risultati dal momento che i giovani devono avere tempo di maturare e che alcuni giocatori devono confermare di valere quello che si supponga sia il loro valore. E, per tutti, c’è da assimilare i dettami dello Special One che devono essere ancora ben somatizzati con lo scopo di automatizzare meccanismi da oliare in maniera ideale.

Mourinho oggi le ha provate proprio tutte per tornare a casa con un risultato che allungasse la striscia positiva della sua squadra, cambiando titolari e modulo di gioco ma è servito un sacrosanto rigore calciato impeccabilmente da capitan Pellegrini al minuto 94’ per sistemare la questione.

Riassumendo, la Roma è apparsa fragile e inconsistente, priva di anima e carattere mentre di contro, la squadra di casa ha meritato di portarsi in vantaggio ed anche di raddoppiare ma un po’ la fortuna – stavolta ci ha arriso – e molto, san Rui Patricio, non è riuscita a doppiare il vantaggio.

Tutto è bene quel che finisce bene? Prima di poterlo affermare, aspettiamo il ritorno all’Olimpico contro il Vitesse e poi il derby. Se i due risultati si concluderanno con la vittoria, allora potremmo affermare di ‘si’.

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