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Manata. Roma 5 – Cluj 0

È di nuovo giovedì, è di nuovo tempo di Europa League. La Roma ospita la co-capolista del girone Cluj nel match valevole per la terza giornata. Spalti, ovviamente vuoti, che registrano la presenza non di uno, non di due, ma di ben tre Friedkin in tribuna. Questa presidenza, così vicina alla squadra, ci piace? Molto.

Mister Fonseca prosegue nel suo intento e, rispetto all’ultima di campionato, opta per sei giocatori diversi nell’undici titolare. In porta un sempre più convinto Pau Lopez, ben oltre la sufficienza la sua prestazione; difesa a tre con Fazio, senza infamia e senza lode, Ibanez a capo del reparto arretrato e Kumbulla a proteggere la fascia sinistra.

Nel punto nevralgico del campo giostrano Spinazzola, 45 minuti per lui sono stati sufficienti per demolire fascia e avversari; Veretout, solito motorino ben posizionato sul centro sinistra; capitan Cristante, meno bene di altre volte nella gestione dell’uscita dal basso e in costruzione; Bruno Peres a tutta fascia a fare su e giù per novanta minuti con ottimi risultati e la giusta grinta e cattiveria.

Il potere del trio offensivo, in questa tenzone, è stato consegnato nelle sapienti mani di Mhkitharyan, sempre ottimo; Villar, su cui torneremo in seguito, e del lucido e splendente Borja Mayoral.

Già nell’intervallo, sul comodo 3 a 0 per i padroni di casa, sono stati fatti entrare in campo Pedro, Juan Jesus e Pellegrini al posto di Veretout, Spinazzola e Mhkitharyan; al sessantesimo minuto cambio anche per Ibanez, un monumentale Smalling al suo posto e a metà ripresa capitan Cristante lascia fascia e campo rispettivamente a Pellegrini e al primavera Tommaso Milanese. Che dire? Quando un ragazzo fa il suo esordio in prima squadra è sempre bello, se lo fa con l’assist per il 5 a 0 anche di più. Benvenuto.

Sostanzialmente il resoconto della partita potrebbe anche chiudersi qui. È stata una Roma dominante, solida e sicura di se che ha gestito il match con intelligenza. Il vantaggio dopo 47” ha sicuramente facilitato le cose e la buona vena di Pau Lopez ha dapprima protetto il vantaggio e poi dato sicurezza a tutto il reparto arretrato. Importante il gol di Ibanez che, di fatto, chiude il match dopo due belle parate del portiere giallorosso. Fondamentali per Borja Mayoral i due gol, che lo ripagano della serietà che sta mettendo in campo e negli allenamenti. I frutti di tanto lavoro si vedono. Col tempo.

Ma ci sono note negative o è tutto rosa e fiori? Come detto prima, Cristante è sembrato meno concentrato del solito in fase di uscita dalla difesa e nella prima costruzione, vuoi perché il match s’è messo subito in discesa oppure per il pressing su di lui tentato soprattutto a inizio partita, ma Bryan ci aveva abituato a ben altro. Villar nei tre davanti forse un giorno potrebbe anche starci, ma a mio modesto parere oggi è troppo presto. Il ragazzo ha una calamita per palloni sui piedi, togliergli la sfera senza fare fallo è un’impresa non da poco; ha un’ottima visione di gioco e un piede delicato nei passaggi, ma per fare il trequartista serve un pizzico di velocità in più che al momento gli manca. Arretrato a fianco di Veretout con l’ingresso di Pedro e Pellegrini ha dato il meglio di sé.

Altro punto dolente, che però può non sembrare tale, sono i calci da fermo. Non parlo delle situazioni di corner o delle punizioni dalla lunga distanza in cui, bene o male, si cerca la testa del compagno. Mi riferisco proprio alle situazioni dai 20-30m in cui tirare in porta direttamente. Perso lo specialista Kolarov, ben prima della sua cessione, stiamo cercando in Pellegrini prima e in Veretout poi un sostituto che, però, non troviamo. Il primo, spesso, mette troppa potenza finendo per sparare in curva, il secondo ha colpito più volte la barriera nel tentativo di tenerla a mezz’aria; contro il Cluj abbiamo visto anche lo scarico per il secondo uomo, Cristante in un’occasione del primo tempo, che è andata malissimo e anche il tentativo di Pedro dritto sul muro difensivo. Occorre assolutamente trovare una soluzione.

Motivi per sorridere ce ne sono tanti e tutti diversi: Fonseca in primis con le sue scelte, sia tattiche che di rotazione degli uomini; i due portieri intercambiabili e la solida difesa, rocciosa e arcigna nelle mani di Ibanez, Mancini, Kumbulla e Smalling; l’ottimo centrocampo con Veretout e Pellegrini, in attesa del ritorno di Diawara ben coperti da Villar e Cristante; le fasce presidiate del miglior Spinazzola mai visto fin ora, l’esplosione di Bruno Peres e la sorpresa Karsdorp con il buon Santon, su cui Fonseca ha sempre parole dolci; il trio davanti ormai non necessità più di commenti, perché è impossibile salvo coniare nuove parole, e i rimpiazzi Carles Perez e Borja Mayoral stanno mettendo il loro giocando sempre meglio ogni volta che vengono messi in campo.

È bello vedere questa Roma, ormai le partite si aspettano con entusiasmo e non più con ansia. Che sensazione meravigliosa.

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