Dopo l’infelice sosta per le Nazionali che ci ha portato dal non andare al mondiale neanche stavolta al non andare al mondiale neanche stavolta, torna quello che ci interessa maggiormente: il campionato di Serie A. Al Ferraris di Genova si affrontano i padroni di casa della Sampdoria e i nostri lupacchiotti, desiderosi di allungare la striscia positiva e dare seguito di gioco e risultati al derby stravinto nell’ultimo turno. A proposito, una domanda: ma davvero gli ha esultato in faccia?
Mourinho ripropone in blocco la formazione che ha confermato, se mai ce ne fosse stato bisogno, che Roma è solo giallorossa, ma deve rinunciare ancora (per poco?) a Spinazzola e Zaniolo infortunati. Si riparte quindi dalla difesa a tre, quattro mediani con due mezze punte dietro Abraham.
Rui Patricio passa una domenica tutto sommato tranquilla, sporcandosi i guanti in due sole occasioni senza nemmeno troppi patemi d’animo. Due tiri centrali in 95 minuti, controllati agevolmente senza colpo ferire. Tredicesima partita con la porta inviolata e doccia evitata per lui.
Davanti al portiere il trio Mancini – Smalling – Ibanez. Gianluca prosegue la sua battaglia personale contro i cartellini gialli riuscendo a portare a casa un match senza sanzioni, il che è un bene. Si stacca spesso in sovrapposizione sulla fascia e a volte tenta anche l’incursione più centrale creando spesso superiorità numerica. In fase di copertura è aiutato molto dagli offensivi doriani che principalmente spingono dal lato opposto, ma quando è chiamato all’intervento è sempre aggressivo e pulito.
C’è una Roma con Chris in difesa e una senza, questo è indubbio. L’inglese, da quando è recuperato fisicamente, è un punto fermo dal quale ruotano tutti gli altri. Leader indiscusso del reparto, guida i compagni e si sporca le mani in prima persona quando è il momento giusto di farlo. Mai una sbavatura e sempre titanico negli interventi.
Leggermente meno bene degli altri due, Roger pronti via si prende un giallo dopo 8 minuti per un intervento troppo irruento. Questo dovrebbe condizionare la sua partita, invece lo accende costringendolo a usare di più la testa e meno il fisico. La Samp attacca dal suo lato, cercando di sfruttare l’inesperienza di Zalewski da quella parte, e quindi il numero di interventi che è costretto a compiere è numericamente superiore a quelli dei due compagni di reparto, ma se non arrivano mai pericoli per la porta di Rui è anche merito suo.
Come accennato prima, sulla fascia sinistra ancora fiducia a Nicola. Sesta partita in cui il giovane polacco imprime il suo marchio sulla corsia di sinistra. Parte timido, fino a commettere un errore che porta al tiro i padroni di casa; da lì si impegna maggiormente e non sbaglia più nulla sia in copertura che in proiezione offensiva. Ottimo il dialogo col capitano sul gol che deciderà l’incontro e da manuale la palla messa al centro proprio in quell’azione. Calpestato e spompato, lascerà il campo a 10 dalla fine.
Coppia in mediana con Cristante – Sergio Oliveira. Il portoghese non ruba l’occhio come nel derby, ma fa tanto lavoro di copertura ed è sempre il primo a offrirsi per lo scarico quando riparte l’azione. Giocate semplici con la difesa per far uscire il pallone e un dialogo che si affina col passare dei minuti con Zalewski sulla fascia. Molto mobile e aggressivo in marcatura, si prende un giallo all’inizio della ripresa per un tackle un po’ troppo duro. Gestisce con calma molti palloni e non commette errori in interdizione. Bravo.
Forse sarò di parte, ma la prova di sir Bryan ieri è stata da dieci in pagella. Ha il piede bollente e riesce a servire i compagni con lanci di 40m sulla corsa, nelle situazioni di pressing è sempre lucido nello smistare la sfera riuscendo a passarla senza vedere gli altri, ma solo “sentendoli”. Nei contrasti è puntuale e nei duelli aerei è continuamente un osso duro per chiunque. Tiene il centrocampo saldamente nel palmo della sua mano facendo ciò che vuole, come vuole, quando vuole. Dominante.
Chiude la mediana Karsdorp sulla fascia destra. Anche per lui una gara fatta di tanta legna e poca luce. Avvantaggiato in fase difensiva dal fatto che i padroni di casa sfruttino la loro fascia destra e non la sinistra, si posiziona spesso sulla linea dei trequartisti aumentando il potenziale offensivo e le possibili trame di gioco della Roma. Cerca con insistenza il cross per Abraham, dimostrando di aver finalmente affinato l’intesa con l’inglese anche senza riuscire a portarlo al gol. Nella ripresa è più impegnato a coprire che a spingere e questo penalizza parzialmente la produzione offensiva giallorossa, ma siccome al fischio finale la vittoria è nostra allora va benissimo così.
Doppio finto-trequartista per i lupacchiotti con Mkitharyan – Pellegrini. “Finto” perché di fatto il trequartista è uno solo: l’armeno. Lorenzo è liberissimo di vagare per il campo per scombinare i piani difensivi doriani, spesso infatti lo troviamo davanti la difesa in ripartenza per costruire l’azione e liberarsi della marcatura. Gioca una partita solida e quadrata, senza sbavature o inutili orpelli, dimostrando di saper dosare le sue capacità in base alla partita e al suo svolgimento. Mente superiore.
Il march-winner della partita è senza dubbio uno dei migliori in campo. Henrikh gioca una contesa sontuosa al di la del gol da tre punti. Uomo di raccordo vero tra centrocampo e attacco, si piazza tra le linee avversarie ritagliandosi spazi che vede solo lui. Spina del fianco della difesa, non lo prendono mai e gode della libertà conquistata smistando palloni a destra e a manca offrendo cioccolatini deliziosi un po’ per tutti. Nella ripresa abbassa il suo raggio d’azione formando una cerniera perfettamente ermetica agli attacchi avversari con i compagni di reparto. Conquista la sfera, la protegge e o riesce a farla arrivare ai compagni o prende il fallo che spezza il ritmo e permette alla squadra di ripartire. Gira a mille e la Roma pure.
La notizia di giornata è che Abraham non ha segnato. Nonostante un paio di buone occasioni, soprattutto quella al 37esimo ma di un quoziente di difficoltà a livelli incommensurabili, Tammy è ben contenuto dalla coppia di mastini messagli sulle calcagna da Giampaolo. Poco male, il nostro cerca sempre di fare movimento e di sfilacciare il tessuto difensivo sampdoriano e anche senza incidere risulta comunque un incubo costante per la retroguardia dei padroni di casa. Prende una brutta botta che gli ammacca una spalla e, come Zalewski, lascerà il campo al minuto 80.
Girandola dei cambi che inizia tardissimo con l’ingresso di Viña e Shomurodov per Zalewski e Abraham, per poi concludersi al 92esimo con quelli di Bove e Kumbulla per Pellegrini, che riesce nel difficile compito di farsi ammonire per togliersi la diffida, e Sergio Oliveira.
La Roma porta a casa altri tre punti, arrivando a 10 risultati utili consecutivi, risalendo la classifica e portandosi a meno cinque dal quarto posto in quinta posizione. La squadra sembra aver preso coscienza e fiducia nei propri mezzi e la qualità di gioco sta portando dei risultati in linea con le aspettative. Il lavoro paga sempre e questa striscia non è casuale. Insistere e rifinire.
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