Per la seconda di ritorno si ritrovano nella solare Torino Juventus e Roma. Fonseca deve fare a meno di Pellegrini, squalificato, El Shaarawy, non ancora in condizione, Smalling, infortunato così come il lungo-degente Zaniolo e Pedro. Così, tanto per ricordare che virtualmente ci mancavano 5 titolari.
In porta il timido Pau Lopez. Ormai bollato come re di tutti i mali della squadra, prende due gol su cui non ha la minima responsabilità. La sua partita è tutta qui, tranne per un volo su un tiro di Ronaldo. Perché la Juventus questo ha fatto in 90′: due tiri, un gol e uno parato, più l’autogol di Ibanez.
Difesa composta, appunto, dall’autogollista Roger, Mancini e Kumbulla. Che vi devo dire? A me la difesa sostanzialmente è piaciuta: Kumbulla deve giocare di più, perché è un po’ arrugginito e fuori dagli schemi, ma tenerlo in panchina non lo aiuterà a entrare a pieno regime. Mancini ha giganteggiato annullando de facto ogni attacco proposto nella sua zona e Ibanez ha vinto molti duelli, quasi tutti a dire il vero. Il povero brasiliano incappa nell’autogol, è vero, ma lì un difensore quello delle fare: allungare il piedone e cercare di deviare la palla prima che finisca all’attaccante. È solo sfortuna quello che succede poi.
Linea mediana a cinque. Non da oggi, se seguite la Roma: Karsdorp, Veretout, Villar, capitan Cristante e Spinazzola. Proprio su Leandro grava tutto il peso dell’attacco giallorosso. È lui che spinge, è lui che sovrappone, è lui che crossa è lui che tenta l’uno contro uno. Sull’altra fascia Rick ha compiti più di copertura, restando spesso in linea con il regista senza mai proporsi fattivamente in avanti.
Del trio centrale quello più spaesato e fuori tempo, a mio avviso, è stato Bryan. Timido, impacciato, lento e legnoso alle volte, ha cercato di dare il fritto il più che poteva, restando cotto e finendo sostituito da Perez dopo un’ora. Uscito insieme a lui, con l’avvicendamento Villar – Diawara la Roma perde totalmente la capacità di verticalizzare e di copertura difensiva. Proprio da una errata chiusura del numero 42, Kulusevski imbocca l’autorete per il 2 a 0.
In avanti il duo Mkitharyan – Borja Mayoral, con lo spagnolo decisamente in ombra causa pochi palloni giocabili. Ci prova a usare la sua arma, il taglio alle spalle, ma è spesso ben coperto e il fatto che si cerchi sempre il cross alto decisamente non lo aiuta. In più, le poche palle che gli vengono passate nel primo tempo, sono delle vere e proprie fucilate quasi impossibili da controllare. Peccato.
L’armeno è sempre presente quando si tratta di offendere, come un rissoso bulletto di periferia si piazza sulla fascia sinistra a dettare i tempi a Spinazzola, a duettare con lui e ad aprirgli gli spazi necessari alle sue incursioni. Si affanna nel secondo tempo a tessere le trame tra attacco e difesa, restando in copertura preventiva sulla fascia nelle avanzate dell’italico compagno o galleggiando al limite dell’area di rigore in attesa dello scarico per poi liberare il tiro. Quest’oggi però, senza fortuna.
La partita, che siate d’accordo o meno, sostanzialmente è tutta qui. La Roma fa possesso, gira bene, attacca con ordine, ma poi negli ultimi 16 metri non trova la rifinitura giusta in mezzo al pullman piazzato dal “maestro” a difesa del fortino. Tanto possesso palla, tanto equilibrio nel campo da gioco, non si vedeva da tempo a casa dei bianconeri, peccato solo per la quantità di malasorte fantozziana che la Roma s’è portata da casa.
Fonseca giustamente abbandona l’idea di chiudersi dietro e ripartire, già fallimentare contro Atalanta, Napoli, Lazio, dimostrando di aver capito che, in parole semplici, non siamo in grado di farlo. Decide quindi di non snaturare l’idea di gioco, rimanendo propositivi e cercando sempre di imporre il proprio stile e i propri tempi. La scelta fatta è giusta, la Roma gioca bene palesando che ciò che manca a questa squadra è un po’ più di capacità dei singoli, più che idee tecniche. Non è colpa del mister se nessuno tira da fuori area o se quando qualcuno ci prova è sempre centrale sul portiere; così come non è colpa sua la lentezza nel giro palla di Cristante o l’errata chiusura di Diawara.
Dan, Ryan e Tiago hanno sicuramente tanto lavoro da fare per risvegliare questo gigante addormentato, la qualificazione alla prossima Champions League glielo faciliterebbe non poco. Perciò stringiamoci intorno a questa squadra e al mister, perché è un traguardo che possiamo raggiungere. Forza Roma!
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