Vero è che ciò che conta sono solo i tre punti, ma questi presi contro il Venezia all’Olimpico,non sono affatto meritati e il risultato finale di 2-1 non deve mascherare le enormi carenze che denuncia la Roma in fatto di personalità.
Solo con l’innesto di Baldanzi (che meriterebbe di essere titolare al posto di questo Pellegrini privo di carattere) e del ‘bambino‘ Pisilli (oltre ad una buona dose di fortuna) ha permesso ai giallorossi di Juric, di ribaltare un risultato che se a quel momento fosse stato di 0-3, non sarebbe stato un furto da parte dei lagunari.
Roma che ancora non ha compreso cosa deve fare in campo oltre che balbettare e a rimanere staticamente in attesa di chissà quale miracolo. Per certi versi si è rivista – e anche in peggio- la prestazione contro l’Empoli e pare evidente constatare che i giallorossi hanno timore di perdere tanto da annullarsi da sé stessi.
L’atteggiamento dell’evitare il tiro e la giocata per passare la sfera all’indietro non è quello che si attendono i tifosi, imbarazzati di vedere una squadra senza palle dove la maggioranza dei giocatori pare essere stata stravalutata in ambito di mercato acquisti.
Olimpico che con la Sud, continua a manifestare il suo dissenso evitando di tifare il primo quarto d’ora di gioco e che non si fa scrupoli nel fischiare la squadra all’intervallo dopo 45′ veramente vergognosi.
D’accordo che alla fine si contano i punti e non le prestazioni ma non è difficile ipotizzare che se non si ribalta il concetto di gioco patito finora da parte della Roma, i giallorossi dureranno poco in Europa e nel campionato italiano.
Non si può sempre prendere come alibi le fragilità di Dybala che, ottimo interprete senz’altro, non può passare per un Maradona che vinceva le partite da solo. Il gruppo giallorosso è formato da calciatori che sono stati acquistati con sonante moneta e che devono rispondere responsabilmente di quanto viene chiesto loro. Non risulta che questi atleti percepiscano uno stipendio di uno statale ma sono pagati ogni mese con cifre che l’italiano medio si sogna.
L’invito di muovere il culo e di assumersi le responsabilità è una costante che anche oggi viene evidenziata. La tifoseria chiede velocità, intensità, meno arie da primi della classe, sacrificio e attaccamento alla maglia: tutti elementi che sono pagati profumatamente sia a livello economico che da parte di una tifoseria sempre pronta a concedere millemilioni di scusanti per via dell’amore che nutrono per questi colori.
Il prossimo impegno è la seconda partita di Europa League in casa dell’Elfsborg nella fredda Svezia e, dopo il magro pareggio dell’incontro d’esordio, la Roma deve vincere senza se e senza ma: saranno i grado i nostri eroi di portare i primi tre punti europei senza patemi d’animo?
Daje!
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