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HARAKIRI GIALLOROSSO

Nell’enciclopedia Treccani alla voce harakiri si legge: harakiris. giapp. [comp. Di hara «ventre» e tema di kireru «tagliare»], usato in ital. al masch. – In Giappone, forma di suicidio, volontario o imposto, che veniva attuato squarciandosi il ventre con la spada: era tradizionale nella casta dei samurai.

Praticamente è quanto ha fatto la Roma allo stadio Zini di Cremona con l’ultima (ora non più) in classifica di serie A.

Ai giallorossi la squadra di Ballardini è davvero proprio indigesta e chi si attendeva una vittoria a mani basse da parte degli uomini di Mourinho sia per raggiungere – seppur in coabitazione – il secondo posto in classifica che per vendicarsi metaforicamente, dell’eliminazione dalla Coppa Italia proprio da parte dei grigioverdi, il risultato finale non è proprio andato giù.

Ovviamente possiamo parlare della terna arbitrale e del quarto uomo (ma a cosa serve effettivamente, solo a controllare gli scarpini dei giocatori che subentrano?) che hanno dimostrato ancora una volta, quanto la Roma sia considerata come squadra, ma tutti i tifosi in cuor loro sanno bene che la squadra è scesa deconcentrata e atleticamente sgonfiata nonostante che nella ripresa lo Special One ha tentato il tutto per tutto, operando ben quattro cambi in modo simultaneo.

Se i primi 45′ si sono chiusi senza alcun tiro in porta da parte della Roma , il segnale non poteva non essere che chiaro. Per quanto si sbattesse Belotti nell’inseguire la sfera, venivano meno i necessari supporti da parte di un centrocampo in balia di un esasperato forcing praticato dagli uomini di Ballardini che, a partire dagli attaccanti, avevano la missione di far giocare difensori e centrocampisti giallorossi senza dar loro il tempo di ragionare. In un contesto del genere l’assenza di Smalling si è sentita e tanto, in quanto un calciatore in grado di assicurare quella maturità agonistica che Kumbulla non può ancora avere.

C’è da dire che anche l’atteso Dybala non ha giocato ai suoi livelli e neppure a livelli più bassi perché, fondamentalmente, non ha giocato proprio. Forse la stanchezza si è fatta viva all’improvviso ma in nessun momento della partita è riuscito ad incidere come lui sa fare. Ovviamente è tutto concatenato con il resto dei giocatori che non hanno saputo impostare l’incontro come ci si attendeva e dove, ad un certo punto, il nervosismo ha fatto parte del gioco giallorosso con i nostri imprecisi, sbrigativi, superficiali e per nulla mentalmente in campo.
Quanto poi accaduto da parte del quarto uomo signor Serra è di una estrema gravità dal momento che nella sua veste di arbitro dovrebbe mantenere due doti: equilibrio e obiettività che, al contrario, sono venute totalmente meno e forse anche fortemente condizionate da un atteggiamento più da tifoso che non da arbitro. La procura federale indagherà ma, intanto, nella prossima sfida a Torino contro la Juventus, il vate di Setubal non siederà in panchina.

Tornando alla partita con la Cremonese, nessuno dei nostri ha meritato la sufficienza anche se, il bel pareggio siglato da Spinazzola, aveva animato le speranze di noi tifosi che già pregustavamo una rete magari di Abraham o di El Shaarawy per agganciarsi al secondo auspicato posto.

E invece è emersa la rometta di sempre che si è fatta infilare dagli attaccanti grigiorossi e provocare un fallo da rigore di Rui Patricio sempre più in difficoltà in questo campionato.

2-1 e palla al centro con buona pace di noi romanisti da sempre.

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