Differentemente da come sono abituato, il mio commento alla partita Verona-Roma, lo scrivo il giorno dopo. Smaltire la delusione del risultato e somatizzare con calma quanto è avvenuto, mi è parso doveroso nei riguardi del lettore.
La prima considerazione ovvia da fare è quella che, prima o poi, la Roma avrebbe dovuto anche perdere e ciò è un bene che sia avvenuto prima del derby.
La seconda considerazione è relativa al facile entusiasmo che aveva contagiato tutti noi tifosi a partire dall’arrivo dello Special One come condottiero dei gladiatori giallorossi.
Il cammino intrapreso fino a Verona, ci ha visto sempre vincenti e, il più delle volte, anche convincenti. Meglio prendere subito le distanze dai voli pindarici che la maggioranza dei tifosi avevano incominciato a fare.
Mourinho è sempre stato intellettualmente onesto e ha ribadito che è una questione di tempo il vincere trofei e che occorre restare con i piedi incollati in terra, guardando incontro dopo incontro. Ha anche aggiunto che l’organico è carente in alcuni ruoli ma che quella che si trova ad allenare è una base composta da giovani – tranne rare eccezioni – che deve formarsi adeguatamente ed apprendere l’esperienza.
Oggi, dopo il 3-2 del Bentegodi, sarebbe facile dire che quel tale giocatore non è da Roma o che quell’altro è un pippone e via dicendo. Certo che siamo tutti poco contenti del risultato e del gioco espresso soprattutto nella ripresa, ma possiamo dire che ci sta.
Come non occorre esaltare per un filotto di vittorie, non bisogna sfasciarsi la testa per un incontro non andato come si desiderava.
In questo il nostro allenatore è uno specialista per intervenire sul morale della truppa sapendo come trattare ogni suo componente.
Noi tifosi conosciamo bene le brucianti delusioni provate durante gli anni a partire da quella più eclatante del 30 maggio del 1984 proprio nel nostro stadio e, di conseguenza, dovremmo aver fatto una resistente corazza che ci rende refrattari ad ogni dolore che, semmai, dev’essere il carburante di un amore e una passione capace di superare ogni avversità.
Il giallorosso deve sempre essere un mix di emozioni che solamente i tifosi della Roma, hanno l’onore di vivere in ogni circostanza.
Come urlava il mitico Dante, DAJE ROMA DAJE
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