C’è un tema sul quale i tifosi della Roma continuano oggi a dibattere senza sosta alcuna. Un argomento che attraversa gli anni, a partire da quel famoso 28 Marzo del 1993, e che continua ad alimentarsi di voci, critiche ed elogi . Che infine ha portato ad una profonda spaccatura fra pro e contro.
Avete capito bene, sto parlando di Francesco Totti. Una lunga carriera con la stessa maglia, un breve passaggio dietro la scrivania ed ora uomo che puntualmente ritorna sui giornali o nelle parole degli esperti perché, con il nuovo proprietario, è d’attualità il suo rientro in società.
Eh già. Perché la rottura con il mondo Roma sancita con quella conferenza organizzata al CONI deve essere sanata, ora che il principale nemico di Totti, James Pallotta, ha ceduto la sua società a Dan Friedkin (togliendo di mezzo anche l’altro nemico dell’ex capitano Franco Baldini).
Ma come semmai? In che ruolo Francesco può essere utile? Ed è proprio su questo aspetto che il dibattito si accende. Tra chi ama in modo viscerale il giocatore e pertanto per lui pretende un ruolo importante a prescindere dalle reali competenze e chi invece, memore del periodo precedente dove è stato detto di tutto e di più, lo ritiene elemento poco funzionale ad una società calcistica.
“Pensa al Padel e al Calciotto”, “Non ha studiato come avrebbe dovuto”, “Fa di tutto pur di screditare la Roma”. Più o meno queste le critiche mosse a Francesco che, va detto, nel frattempo ha intrapreso un importante percorso professionale attraverso la CT10Management. Una scelta per alcuni definita particolare per un uomo che sembrava vicino a ricoprire un ruolo importante in altre società sportive, con prospettiva Nazionale.
La soluzione è forse facile trovarla in quel lungo percorso giallorosso, dimostrando quanto le sue parole abbiano un peso. Vi ricordate per esempio la questione stadio? Spalletti che irrompe in diretta, Totti che ricondivide il post della Roma con un pensiero chiaro è inequivocabile.
Caro Francesco @Totti ci stiamo lavorando. #Famostostadio nel rispetto delle regole. Ti aspettiamo in Campidoglio per parlarne.
— Virginia Raggi (@virginiaraggi) February 6, 2017
La reazione della sindaca Virginia Raggi fu immediata con un invito in Campidoglio per parlarne. Il concetto è pertanto chiaro. Totti è una figura internazionale. Un giocatore preso a modello dai campioni di oggi. Un personaggio influente la cui parola o pensiero ha un peso specifico. E chi viene nominato non può far altro che rispondere presente.
La mia risposta alla Sindaca @virginiaraggi sulla questione stadio #FamoStoStadio https://t.co/jdk0Ji6Npx
— Francesco Totti (@Totti) February 7, 2017
“Ho chiamato Antonio Conte, ed è stato l’unico allenatore che ho chiamato”. Questo raccontò l’ex capitano durante la conferenza di addio alla Roma. Personalmente non mi sembra poco. Tutt’altro. Francesco Totti si era mosso per convincere quello che era considerato l’uomo del momento, il più desiderato di tutti.
La Roma si era giocata la sua carta più importante. Ecco. Francesco Totti, a prescindere dalle sue capacità dirigenziali, aveva perfettamente mostrato il suo valore. E ciò che avrebbe potuto dare alla Roma da dietro una scrivania. Possibile pensare possa farlo anche con i giocatori?
Una seconda possibilità la si da a tutti. Ancor di più al giocatore che per anni ha incarnato la Roma. Il mio umile consiglio è però quello di evitare di dargli etichette, quali dirigente o responsabile. Che Francesco rientri a Trigoria, mostri ciò che può e vorrebbe fare. Poi come fatto tante volte sul campo di gioco, saprà guadagnarsi il titolo ed il ruolo che merita.
In attesa possa essere raggiunto dall’altro storico Capitano. Perché è in fondo nel destino di questa squadra che i due suoi figli più importanti possano continuare ad aiutare la Roma a crescere e diventare grande.
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