C’è chi lo ha vissuto in quegli anni e chi lo conosce solo perché ha studiato la storia della Roma.
Dino Viola, il Presidentissimo, è stato colui che ha preso la Roma allora squadra simpatica a tutti e definita come la ”Rometta” e l’ha trasformata in l’unica Magica, anzi Maggica Roma.
È stato il Presidente che ha portato uno sconosciuto Falcao al centro di un progetto che aveva un qualcosa di futuristico come il centro di Trigoria che permise di lasciare il Tre Fontane ma anche il competitor dei grandi poteri italiani dominanti nel calcio, come le tre squadre del Nord.
Uomo di rara e fine intelligenza, Dino Viola ha saputo addirittura imporre il suo criptico ”violese”, ossia una forma di linguaggio tutto da interpretare ma che appariva alquanto chiaro agli addetti ai lavori.
Solo luci a questo appassionato della Roma o anche ombre? Chi c’era si ricorda alcuni cori partoriti ovviamente dalla Sud che recitavano ”Viola caccia li sordi” e chi non gli perdonò mai di aver venduto Falcao – ottavo Re di Roma – e Cerezo, l’anarchico brasiliano del quale in molti si sono sempre chiesti come avesse trascorso il Capodanno.
Altri tempi. Tempi della Barilla sponsor, di una squadra alla quale rubarono uno strameritato scudetto ”per una questione di centimetri” anche se in realtà, Ramon Turone segnò in modo regolare ed affatto in off side. Tempi che hanno visto la Capitale impazzire per un tricolore meritatamente vinto a Genova e riappuntato sulla maglia dopo ben 41 anni. Roma è legata a Viola anche per la cavalcata in Coppa dei Campioni dove milioni di tifosi si attendevano di festeggiare il 30 maggio 1984 il più importante trofeo europeo conquistato proprio allo stadio Olimpico e invece si sono trovati a piangere lacrime che ancora sgorgano oggi dopo averlo perso per gli errori di Bruno Conti e di Ciccio Graziani che permisero a quello schiacciasassi del Liverpool di tornare nel Regno Unito con la coppa dalle grandi orecchie.
Viola è di un’altra epoca, quella del calcio domenicale, di 90′ minuti di Valenti, dello Stock 84 di Tutto il Calcio Minuto per Minuto riconoscibile per le voci di Roberto Bortoluzzi dallo studio centrale e dello juventino Enrico Ameri e del laziale Sandro Ciotti…e in Sud c’erano ancora er Coca Cola, lo storico Dante e tanti altri tifosi che macinavano chilometri.
Dino Viola, scomparve quasi improvvisamente nel gennaio del ’91 dopo una operazione alla quale fu sottoposto alla fine del dicembre del ’90 che pareva essere una cosa di poco conto, lasciando attoniti tutti i tifosi grati per l’amore che aveva sempre profuso verso la sua Roma.
Oggi, Presidenti come Dino Viola e Franco Sensi, sono solamente belle favole da raccontare ai nipotini insieme ad un calcio oramai irrimediabilmente trasformato in bieco business.
Grazie Dino Viola, alè!
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