Oltre 60mila ammalati di Roma e l’Olimpico: uno spettacolo che mancava da tempo e che si è concretizzato questo pomeriggio nell’incontro che vedeva i giallorossi giocare contro la Salernitana.
Per i tifosi di una certa età, non può non essere scesa una lacrimuccia pensando che le due squadre sono riunite da un Campione che il 30 maggio del 1993 si tolse la vita con un colpo di pistola.
Passando alla partita, l’entusiasmo dello stadio era tale da pensare che la partita potesse essere una passeggiata di salute ma così non è stato. Forse pagando lo scotto di aver giocato giovedì al Polo Nord, la Roma è apparsa sin da subito, un po’ sbiadita nelle intenzioni, nella precisione e nella consapevolezza. Praticamente, incontrando l’ultima in classifica, probabilmente anche chi è sceso in campo non credeva di trovare una squadra operaia pronta a colpire ed infatti, se si toglie la punizione bomba che ha portato gli ospiti in vantaggio, grosse occasioni da rete la Salernitana non ne ha avute.
Ma anche noi ci abbiamo messo del nostro per non mutare lo scenario al quale siamo abituati con innumerevoli retropassaggi che inibivano qualsiasi velleità di colpire in velocità.
Sotto di una rete e con un fallo da rigore non visto da un arbitro particolarmente confuso, i nostri sono scesi negli spogliatoi in svantaggio.
Ovvio che gli amaranto, seguiti da qualche migliaio di tifosi, si sono presentati per giocare una ripresa di contenimento approfittando di ogni occasione per perdere tempo e fare una sterile melina. Arroccati in difesa e con una Roma che Mourinho ha pensato di rinforzare in attacco con l’inserimento di Carles Perez, Shomurodov, Zaniolo a fare compagnia ad Abraham e ad El Sharaawy, la partita si è trasformata in un quasi assalto al fortino campano.
Si è dovuto attendere l’85’ per vedere gonfiarsi la rete di Sepe con un gran gol di Carles Perez che, mirando all’angolino, ha reso il suo tiro imparabile.
E mentre la Salernitana, zeppa di difensori e centrocampisti tutti assiepati a difesa ormai di un pareggio, la Roma ha aumentato i suoi sforzi per vincere la partita. Solamente tre minuti dopo aver agguantato il pareggio, la punizione battuta da Veretout a favore di uno smarcatissimo Smalling finalmente produceva il risultato sperato, grazie alla battuta in rete dell’inglese.
Quello che rimaneva da giocare, recupero compreso, poteva anche rendere più tondo il vantaggio solo se Zaniolo – autore di una buona gara – non avesse scelto di tirare di potenza bensì di precisione, l’occasione occorsagli proprio quasi allo scadere.
Tutto bene quel che finisce bene, con l’Atalanta che ha perso e con lo riscavallamento della Lazio vincente in quel di Genova.
Ora occorre recuperare forze fisiche e mentali per disputare l’incontro di ritorno dei quarti della Conference giovedì, dovendo recuperare il 2-1 rimediato a Bodo.
Un augurio speciale a Leonardo Spinazzola che ha potuto riassaporare l’aria di una partita non più dalla tribuna ma dalla panchina. La sua assenza, purtroppo, si è sentita e molto.
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