Ennesimo turno infrasettimanale per la Roma dello squalificato Mourinho, questa volta in terra sarda. I giallorossi sfidano il Cagliari di Mazzarri ultimo in classifica in quella che sembra essere, per certi versi, la rivisitazione dell’incubo norvegese.
Fuori, ovviamente, Smalling e Spinazzola più gli epurati Reynolds, Villar, Diawara e Borja Mayoral; rientra, invece, tra i convocati Kumbulla che siederà inizialmente in panchina. Per il resto, formazione titolare più che confermata: obbligata. Josè pesca ancora dalla primavera e per completare la partita, avrà avuto ragione? Vediamolo insieme.
Rui Patricio stavolta resta spettatore non pagante per soli 45 minuti più recupero, nel secondo tempo, infatti, viene più volte chiamato in causa ed è abilissimo a rispondere presente. Da sottolineare una traversa colpita dei sardi nel primo tempo con Bellanova, nella ripresa è attento su Pavoletti (69′), su una punizione di Marin (81′), sul tiro da fuori di Zappa (89′) e infine in uscita bassa kamikaze su Joao Pedro al minuto 95. Assolutamente innocente sul gol, prestazione ottima.
Dove eravamo rimasti? Al quartetto Viña – Mancini – Ibanez – Karsdorp? E da qui ripartiamo anche stasera. Matias accusa decisamente la stretta alternanza degli impegni risultando inutile nei primi 45 minuti e deleterio al 52esimo quando serve la palla del vantaggio a Pavoletti dopo un goffo tentativo di allontanare il pallone di testa. Già dopo 4 minuti da quell’orrore verrà richiamato in panchina.
Nel complesso buona la prestazione dei duo Roger – Gianluca con il primo che ha il merito di riacciuffare il risultato svettando perfettamente su un bellissimo corner battuto dal Capitano; arcigno e concentrato per il resto del match, gioca pulito e ordinato senza mai forzare la giocata. Esattamente quello che fa anche Gianluca, chiudendo con i soliti anticipi le invettive rossoblu, ma sempre troppo rinunciatario in fase di impostazione in avvio di contesa.
Intraprendente la prestazione di Rick, che sulla sua fascia ha gioco apparentemente più facile e gode di maggior libertà di spinta. Spesso capace di arrivare al cross, non trova mai la testa o il piede di qualche compagno vuoi per scarsa precisione sua vuoi per le marcature ben posizionate della difesa. Se nel primo tempo cerca molto il gioco ragionato, nella ripresa prova più volte il cross di prima a tagliare fuori la difesa. Difensivamente parlando, niente da eccepire.
Salendo di reparto ecco che ritroviamo Cristante – Veretout come coppia di mediani. Come sempre è Jordan quello che si stacca dalla linea per cercare incursioni e caricare il pressing, con Bryan che rimane più difensivo a copertura del reparto arretrato. Se il primo manca di lucidità negli ultimi 20 metri, andandosi ad infrangere contro i frangiflutti sardi, il secondo lotta con classe ed eleganza su ogni palla alta annullando i lanci dalla difesa del Cagliari. Stoico si immola più volte prendendo botte da orbi pur di vanificare gli attacchi avversari.
Sulle due fasce offensive ancora presenti Zaniolo a destra e Mkitharyan sulla sinistra. Nico leggermente più in ombra rispetto alle recenti uscite, è spesso coperto da più di un marcatore e si incaponisce nel cercare sempre il rientro sul piede forte, tattica già difficile contro un avversario figurarsi con due. Fa a sportellate tutto il tempo con il diretto dirimpettaio vincendo e perdendo gli scontri in egual misura. Buona prestazione comunque per impegno e dedizione.
Chi proprio non gira più, ormai, è l’armeno. Del Miky giocoliere con la sfera tra i piedi, che saltava spesso l’uomo, gran rifinitore e uomo più pericoloso in fase di conclusione della squadra è rimasto ben poco. Oggetto estraneo che aleggia sulla fascia, più volte segnalato al CICAP come UCNI (uomo camminante non identificato) dagli astanti. Chiuderà mestamente sostituito già all’intervallo. Non ci siamo.
Capitan Pellegrini occupa la solita mattonella centrale alle spalle dell’unica punta in fase di possesso e si affianca ad essa in fase difensiva. Inglobato nella morsa del centrocampo e della difesa cagliaritana, affoga nella melma melensa del primo tempo giallorosso. Dopo il gol degli avversari, si accende lentamente aumentando la qualità e la quantità delle giocate, fino a rischiarare il terso cielo sulla lupa prima con il corner che porterà al pareggio e poi, come un’accecante sole estivo, ad illuminare i tre punti con una gemma assoluta da calcio piazzato. Si, ero io che dicevo che non sapeva tirare le punizioni o i calci da fermo, ma ero anche quello che si diceva contento di venir smentito in futuro. Oggi sono contentissimo.
Unica punta in avvio di contesa uno spento Abraham. Se in passato, nonostante l’assenza di reti, era molto confortante e incoraggiante la sua prestazione, questa sera proprio non gli riesce niente. Attenzione: è sempre un pericolo costante per la difesa avversaria e le doppie e triple marcature con cui viene annullato lo sottolineano, ma comincia a soffrire l’assenza del gol e giocare con una caviglia in quello stato non lo aiuta di certo. Non bene, ma neanche così male. Una sufficienza di incoraggiamento e di ringraziamento non gliela toglie nessuno, ma può e deve fare di più: sia lui per la squadra che la squadra per lui.
Nell’intervallo El Shaarawy prende il posto dell’abulico armeno, ricalcandone per larghi tratti il destino, ma il faraone ha il merito di entrare più spesso nel vivo dell’azione e di cercare i compagni anche con cross dalla trequarti quando non riesce a scattare sul fondo. Colui che spariglia le carte in tavola è però Felix, mandato in campo al minuto 56 al posto di Viña. Il giovane della primavera corre, pressa e si muove tra le maglie della difesa risultando il più pericoloso di tutto il pacchetto, sfiorando addirittura il gol all’esordio al minuto 60. Pecca di inesperienza in alcune scelte, ma in 30 minuti fa vedere perché Mou l’ha portato spesso tra i grandi.
Chiudono il ballo dei cambi l’ingresso di Calafiori per Zaniolo al minuto 80 e di Kumbulla per Veretout al minuto 90. Riccardo è teso e nervoso, infatti il suo primo intervento, scomposto e sull’uomo, verrà graziato dall’arbitro. Cosa che non accadrà 2 minuti dopo quando spenderà un giallo per rimediare ad un suo precedente errore di posizione. Ingiudicabile Marash, ma ben tornato.
Una Roma poco brillante, supponente e poco intraprendente, vince ma non convince assolutamente in terra sarda. Salvata dal suo capitano per ben due volte, giochicchia sentendosi troppo più forte dei rivali arrivando spesso a sottovalutarne la pericolosità: non è che se una squadra è ultima vuol dire che sia per forza scarsa. L’importante sono i tre punti, alla fine, e quelli sono arrivati. Forza Roma!
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