Chi ha avuto un certo trascorso politico e propriamente non è di primo pelo, si ricorderà che uno degli slogan che caratterizzarono il Sessantotto francese divenne così celebre che non lo si può dimenticare. Il motto “Ce n’est qu’un debut, continuons le combat” (questo non è che l’inizio, continuiamo a lottare) si sposa a perfezione con il carattere di questa Roma targata Claudio Ranieri.
Sono stati sufficienti 22 secondi ad Empoli per passare in vantaggio con una rete di Soulè e creare nel corso dell’incontro altre nitide palle gol fermate dai pali (e che ti pare…) e dal portiere. Le secondissime linee scese in campo per far riposare i titolari in vista dello scontro finale con l’Athletic Bilbao di giovedì prossimo, sono stati all’altezza della situazione anche se, sposiamo la tesi dell’allenatore che ha affermato a fine partita, che non si può patire l’incertezza del risultato per tutti i novanta minuti nonostante l’assoluto dominio operato dai giallorossi.
Effettivamente, a parte i legni colpiti, la squadra ha il dovere di mettere al sicuro il risultato al di là delle combinazioni sfortunate (leggasi pali e traverse) e questo, il più delle volte, è originato da una minima imperfezione del tiro finale che ha il torto di non gonfiare la rete ma di terminare a lato di un soffio oppure essere preda di qualche difensore che lo colpisce sulla linea della porta. Insomma, vero è che noi tifosi siamo incontentabili, ma prestare in allenamento più attenzione alla mira dei calciatori sarebbe cosa buona e giusta.
Certo che di fronte ad una squadra spenta, triste, disillusa e fragile come quella che ha trovato Ranieri arrivando a Trigoria a prestare soccorso dopo la Juric catastrofe rispetto a questa gagliarda che sta inanellando vittorie su vittorie arrivando già al settimo posto in classifica e al ritorno degli ottavi di finali dell’Europa League ci passano un paio di oceani di differenza.
Inutile sottolineare l’ennesima prova d’amore dei tifosi che si sono riversati in massa a Empoli a seguire la Roma rinunciando alla classica gita fuori porta con porchetta e Romanella fresca fresca. D’altronde da decenni, tutta Europa conosce il senso di orgoglio degli aficionados giallorossi pronti a ogni sacrificio pur di seguire e tifare la squadra in ogni dove e in ogni contesto.
Roma ad immagine e somiglianza del testaccino sor Claudio che attende la battaglia in terra basca per continuare l’avventura europea senza se e senza ma.
Daje!
Comments are closed.