Si torna da Firenze con un sorriso un poco forzato. Il risultato 1-2 e i tre punti guadagnati, devono essere considerati come un meritato premio alla costanza di una squadra per certi versi scollata ed imprecisa che ha messo nuovamente in rilievo i suoi deficit. La forzatura del sorriso la si deve a quanto accaduto al giocatore più in forma del momento, Veretout per il quale si teme un lunghissimo stop a causa di un problema al flessore. Ovviamente il giocatore sarà domani mattina visitato a Villa Stuart per identificare il problema e provvedere con quanto si riveli necessario.
Tornando all’incontro, la Roma è passata in vantaggio con una bella rete di Spinazzola che finalmente realizza un gol dopo aver assicurato, nel corso di questo campionato, assist per tutti. Probabilmente se glielo avessero predetto, neanche Spina avrebbe creduto di fare una doppietta nella stessa partita ma, ahimè, il suo secondo è stata una maledetta autorete che ha riportato il risultato nella situazione di pareggio.
Roma che ha visto gli spettri di un incontro che poteva spingerla ancor più giù in classifica e che, davvero con i denti e con il cuore si è spesa per riagguantare un prezioso vantaggio.
Il fatto è che tra imprecisioni, frettolose ed errate decisioni nell’ultimo passaggio e contro una Viola che voleva a sua volta, fare suo l’incontro, la strada in salita si è trasformata in una scalata a mani nude sulla roccia.
I cambi effettuati da Fonseca, hanno alimentato questa speranza con l’innesto di El Shaarawy, Pedro, Karsdop e il ben ritornato Smalling e all’88° si avvera quanto sperato: Diawara raccoglie un preciso assist di Karsdop e infilza il portiere della Viola. Ma proprio quando aveva iniziato la corsa per lasciar esplodere la felicità, Calvarese fischia annullando la rete per un supposto outside di Karsdop. Questa volta il VAR rende giustizia ai giallorossi, avvisando l’arbitro che il fuorigioco da lui visto, non c’era proprio. Si riprende con la Roma in vantaggio e con cinque minuti di recupero dove l’assalto della Fiorentina si è rivelato sterile anche per una intelligente gestione della palla da parte dei giocatori di Fonseca.
Dobbiamo ancora una volta constatare che la Roma è la base di una squadra che, per puntare realmente in alto, ha bisogno di giocatori di qualità capaci di farla divenire grande. La realtà, ma ne parleremo a tempo debito, è quella che vede un organico di calciatori non adatti e di altri quasi al termine della loro carriera. A proposito delle giovani promesse, occorre considerare che alcune di queste fioriranno anche se ci vorrà del tempo ma altre, sono destinate a rimanere tali.
I Friedkin avranno il loro bel daffare nel sistemare le tessere di un mosaico che ancora deve prendere forma, Fonseca o non Fonseca che sia il prossimo anno.
Comments are closed.