Troppo facile per il Leverkusen – unica squadra imbattuta in questa stagione- l’incontro con la Roma nella prima delle due sfide della semifinale di Europa League. Addossare totalmente la responsabilità di una sconfitta casalinga per 0-2 all’olandese Karsdorp sarebbe riduttivo e anche ingiusto. Certo, il macroscopico errore del difensore giallorosso ha permesso alla formazione di Xavi Alonso di passare in vantaggio ma, per onestà intellettuale, dobbiamo ammettere che era più che meritato.
La (non) Roma per certi versi, mi ha ricordato quella vista il 30 maggio ’84 contro lo spavaldo Liverpool: una squadra contratta, nervosa, imprecisa e soprattutto dominata da una sorta di sudditanza psicologica nei confronti dell’avversario.
La formazione scelta da De Rossi, almeno sulla carta, era la migliore possibile ma tutti i componenti scesi in campo hanno fortemente deluso dinnanzi al difficile avversario teutonico.
Roma che, se si tolgono le rare occasioni avute, è sempre stata in balìa del Leverkusen che ha fatto quello che ha sempre fatto in questa stagione: dominare l’avversario.
Certo, i giallorossi ci hanno messo del loro nel facilitare i panzer tedeschi aiutandoli arrivando sempre secondi sulle palle, vincendo raramente i contrasti, giocando al di sotto delle proprie possibilità e lasciandosi prendere dal un comprensibile ma non scusabile nervosismo.
A nulla è servito il continuo incitamento dei 65mila presenti allo stadio che avevano inaugurato l’inizio del gioco con una meravigliosa scenografia in Sud con l’incitamento più ovvio: AVANZIAMO!
Difficile è anche stabilire le sufficienze in una compagine veramente imbarazzante dove solo in pochi hanno cercato di fare il loro dovere non sempre riuscendo dell’intento.
Come avviene in questi casi, oltre all’orgoglio di rimediare alla beffa subita e all’importanza che acquisirebbe il poter arrivare alla finale di Dublino, i giallorossi devono prepararsi per il ritorno di giovedì prossimo per i loro tifosi che sperano di assistere ad un miracolo.
Chi scrive ha avuto la fortuna di vedere una storica semifinale in un’altra epoca e con altri interpreti che si chiamavano Pruzzo, Falcao, Di Bartolomei etc. e l’incontro dominato e vinto per 3-0 ci consentì di guadagnare un sogno che si chiamava finale di Coppa dei Campioni. Con lo stesso spirito di rivalsa, la truppa di De Rossi deve far forza, dando l’anima in una partita che sembrerebbe già segnata nel risultato.
Noi ci crediamo perché siamo romantici e romanisti.
Daje!
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