In questo articolo dovrei parlarvi della partita del Franchi tra la viola e la Roma, fresca finalista di Conference League. Una bella gatta da pelare, a essere sinceri. Perché la partita di fatto non c’è stata. I padroni di casa già al via hanno ricevuto il solito regalino arbitrale e uno a zero; pochi minuti dopo Ibanez si dimentica come si difende quando un centrocampista sfonda in area di rigore e lascia tirare Bonaventura per il due a zero. Dopo dieci minuti la partita è già chiusa. La Roma non fa nulla, nemmeno finta, per provare a riaprirla e la viola fa spettacolo per il pubblico, senza spingere troppo sull’acceleratore.
Mourinho manda in campo tutti i titolari, perché almeno sulla carta vuole onorare fino in fondo un campionato tra i più fasulli, pilotati, predeterminati mai visti a memoria d’uomo. Peccato solo che i giocatori in campo, di sbattersi per questa partita non ne abbiano proprio le energie, né fisiche né mentali.
Rui Patricio è sempre una certezza, anche quando davanti a lui si aprono praterie e autostrade a venti corsie per chiunque indossi una maglia viola. Prende due gol, un rigore ridicolo e una bella staffilata a giro sul secondo palo, ma ne evita come minimo altrettanti. Porta a casa la sufficienza in una classe di bocciati.
Solita linea a tre con Mancini – Smalling – Ibanez. L’unico che svolge diligentemente il suo compito è Gianluca che al minuto 24 protesta abbastanza da essere ammonito e far scattare la squalifica per diffida. Si, questa è la miglior giocata sua e di tutta la difesa. Chris tappa tutti i buchi che può, mettendo fisico e testa su tutti i cross tesi che i giocatori di casa sparano al centro dell’area, per il resto predica nel deserto e più di tanto non può. Roger ha sulla sua il gol del raddoppio che chiude la partita, poi la solita prestazione da pilota automatico senza infamia e senza lode.
Centrocampo imbottito di centrali con Karsdorp – Cristante – Sergio Oliveira – Veretout – Zalewski. Linea a cinque con il portoghese e il francese che a turno dovrebbero staccarsi dalla mediana per dare sostegno a Pellegrini dietro Abraham. Peccato che non lo facciano o lo facciano male. Inguardabile Sergio che già nell’intervallo viene richiamato in panchina, più mobile ma altrettanto inutile Jordan, che a questo punto penso sia rimasto in campo per punizione.
Sfiaccati, stanchi e completamente offline i due esterni Rick e Nico. In due non ne fanno mezzo stavolta, spina staccata e prestazione che è un qualcosa di incommentabile. Non credo fosse questione di mancanza di voglia, ma proprio di energie mentali completamente esaurite, zero motivazioni e fisico che, alla soglia della 52esima partita stagionale, comincia a presentare il conto.
Bryan se pressato va in confusione, i viola lo sanno e lo aggrediscono in numero variabile dal 2 al 4 soffocandolo ogni volta che ha il pallone tra i piedi. Impossibilitato ad aprire il gioco a destra o a sinistra, perché le ali non ci sono come detto prima, danza goffamente sul pallone fino a perderlo quasi sempre. Non è del tutto colpa sua, ma ci mette anche un po’ di suo.
Capitan Pellegrini è l’unico giallorosso a chiudere il match con un tiro dentro la porta di Terracciano, una bellissima punizione che, però, gira troppo e finisce per essere deviata in corner dal portiere dei padroni di casa. Non riesce a trovarsi una mattonella per far male agli avversari e corre tanto, fino a non averne più e a lasciare il campo stremato.
Solita prestazione tutta cuore e generosità per Abraham, che sfiora il gol all’inizio del secondo tempo con un colpo di testa di poco a lato. Per il resto tante botte prese, pochissimi palloni giocabili, pressing solitario come se servisse a qualcosa e imprecazioni in qualche lingua random ai compagni che non lo seguono.
Giro dei cambi che inizia con Zaniolo per Oliveira, ma se avete notizie di Nico scrivetele nei commenti, El Shaarawy per Zalewski, Carles Perez per Pellegrini e infine Shomurodov per Abraham e Spinazzola per Karsdorp. Solo il faraone si salva un pochino tra i nuovi entrati offrendo un paio di spunti, due di numero, interessanti ma niente di più. Felicità per il ritorno in campo di Spina a quasi un anno dal brutto infortunio.
La “partita” è tutta qui. Una Roma orribile che fa scopa con un arbitraggio ridicolo, si fa battere facile da una bella Fiorentina che tiene fede alla maledizione delle squadre “defunte” che rinsaviscono miracolosamente quando vedono noi. Alla prossima ci sarà il Venezia in casa, davanti a tutta Roma per l’ultima stagionale all’Olimpico, vediamo di giocarla decentemente. Grazie.
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