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Benevento e le sue streghe

Sicuramente saranno contenti tutti coloro (gufi a parte) che pronosticavano il fatto che, prima o poi, la Roma non avrebbe vinto con una “squadretta”.
Le cose si sono avverate nell’antro delle streghe di Benevento dove l’incontro della domenica sera si è chiuso a reti bianche.

Roma in emergenza in difesa che ha costretto Fonseca ad arretrare Spinazzola e a rispolverare Fazio che, insieme a Mancini, costituivano la linea davanti a Pau Lopez.
Centrocampo senza sorprese con Veretout, Villar, Karsdorp e Bruno Peres, con Mkhitaryan e Pellegrini a supporto di Borja Mayor.
Quindi nessuna novità ne per Dzeko che continuava ad accomodarsi in panchina insieme a Pedro e a El Shaarawy che, in linea di aspettative, si pensava che i tre potessero iniziare dal 1’.

Partita più che ostica con un Benevento, squadra operaia, che svolgeva diligentemente il compitino impartito da Pippo Inzaghi che era quello di imbrigliare la Roma.
Giallorossi, per la verità, alquanto spenti sia nella costruzione del gioco con Villar impreciso e poco creativo e Mkhitaryan che galleggiava tra attacco e centrocampo come al solito ma in modo poco incisivo.
Dinnanzi ad una Roma superficiale e poco in vena, il Benevento è praticamente andato a nozze pensando che un punto con una “grande” era cosa buona e giusta e che, stellone permettendo, avrebbe anche potuto trasformarsi in un qualcosa di insperato in più.

Il secondo tempo vedeva la squadra di casa restare in dieci per un doppio giallo meritato dal fabbro Glik ma i giallorossi non ne approfittavano, sbattendo contro un perfetto muro di gomma. Punte spuntate? Non solo. Anche i cambi proposti da Fonseca (Dzeko, Pedro, Juan Jesus e El Shaarawy) non hanno sortito alcun effetto se non solo quello di far aumentare il ritmo di gioco ma sempre con l’ultimo passaggio sbagliato o con imprecisioni non da Roma.
A contribuire a far passare più velocemente il tempo ci hanno pensato i giocatori della squadra di Inzaghi che non hanno perso occasioni per perdere tempo ad ogni fallo commesso dai giallorossi.

Anche l’espulsione ad una manciata di minuti alla fine di Pippo Inzaghi non ha mutato la situazione fino al 95: ossia l’ultimo minuto del recupero concesso quando El Shaarawy viene a contatto con Foulon subendo un fallo in piena area di rigore. L’arbitro indica il dischetto e mentre la tifoseria giallorossa incollata alla tv o alla radio, pregustava già l’avvicinamento al Milan oggi annichilito nel derby. Maa il VAR correggeva la decisione presa, denunciando un precedente fuorigioco di Pellegrini. La stregoneria era quindi realizzata al meglio, con un Benevento felice ed entusiasta per il punto guadagnato nonostante l’inferiorità numerica.

Fare un’analisi dell’incontro visto da poco, può essere un esercizio di totale inutilità. La Roma, se per tre quinti dell’incontro ha tirato i remi in banca, non ci si può lamentare se poi non è riuscito nel compito di guadagnare tre punti e mister Fonseca si dovrà attendere una serie di critiche per aver preferito Mayoral a Dzeko e via di questo passo. La realtà è che si è perduta una splendida occasione per ridurre lo svantaggio con la seconda della classifica che, combinazione vuole, affronteremo in uno scontro diretto alla prossima giornata. Rammarichi? Probabilmente molti, ma alle streghe non la si fa.

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