Alla fine dei primi 45’ confesso di essermi sentito sul depresso andante vedendo una Roma che non convinceva dinnanzi ad un Genoa affamato di punti.
Chi aspettava il bis di B.Mayoral dopo l’incontro con il Cluj, è rimasto particolarmente deluso: nessun brivido sulla schiena ma solamente tanta noia.
L’assenza di capitan Dzeko si è fatta sentire e molto, così come la mutilazione avvenuta ad una manciata di minuti dall’inizio allorquando Spinazzola si è visto sostituito, privando la squadra di quella spinta laterale che in questo inizio di stagione ha fatto la differenza, eccome!
Sull’arbitraggio all’inglese c’è poco da dire dal momento Irrati ha applicato lo stesso metro di giudizio per entrambe le contendenti anche se, quel tocco di mani in area rossoblu grida un poco di vendetta.
Tornando alla partita, proprio negli ultimi secondi del recupero del primo tempo, Mkhitaryan infilava nel sacco il pallone dello 0-1 che, almeno per noi tifosi, significava un respiro di sollievo prima di andare a prendere un tè caldo, come qualcuno diceva anni fa.
Ma la Roma, non sarebbe tale se non facesse tribolare il suo popolo e, ad inizio della ripresa il genoano Pjaca rimette tutto in discussione rovinando, oltre che alla statistica del clean sheet, anche l’umore di noi tifosi.
Anche se Pedro è apparso a momenti sotto tono, Pellegrini e Bruno Peres poco convinti in fase di finalizzazione (ambedue hanno avuto la loro bella occasione per segnare), tornava in auge quell’armeno di Mkhitaryan che al 66’ riportava la Roma in vantaggio e all’84’ sigillava il risultato e l’incontro, con la rete di una tripletta davvero meritata per il suo impegno e la sua professionalità.
14 punti in berta e momentaneo terzo posto ma anche la soddisfazione di aver scavalcato la Juve di CR7, l’Inter di Conte e l’Atalanta dei miracoli: ma questo, nun je lo dite ar Sor Fonseca o se monta la capoccia.
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