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ABRACADABRA, SIM SALA BIM O BIDIBODIBU

D’accordo, la sveglia presa dall’Udinese era inaspettata soprattutto nel tondo risultato finale.

D’accordo, si credeva di riprendersi contro il Ludogorens confermando il fatto di essere la squadra testa di serie anche se si ipotizzava una non facile partita.

Ma sono bastate due sconfitte per minare il tifo giallorosso. In questi giorni ho letto commenti incommentabili che vedevano Mourinho un allenatore finito, sbiadito, rincoglionito, arrivato, in stato di confusione e via dicendo.

Dello stesso tenore i giudizi su tutti i giocatori scesi in campo con un accenno di polemica nei confronti di chi non voleva nell’organico l’uzbeko Shomurodov come se questo fosse un campione messo da parte quando è arrivato Abraham.

Ho persino letto che i Friedkin devono passare la mano a una proprietà più capace e via dicendo.

Per mia fortuna, lontano dalla Capitale, non ascolto nessuna radioserva dove conduttori inventati dal nulla che non sanno neppure cosa sia la professionalità e men che mai, sono giornalisti, sparano cazzate a tutto spiano ad una parte della tifoseria che non aspetta altro che esplodere perché solo in questo modo credono di salire sul palcoscenico.

Sfortuna, jella, destino contrario…per il quale occorre una formula magica. Ecco perché di questo strano titolo che volutamente è ironico e provocatorio.

Ci sta, all’inizio di una stagione dove molti calciatori hanno bisogno di famigliarizzare tra loro e comprendere certe dinamiche, toppare una o due partite ma da qui a enfatizzare in questo modo drammatico e per certi versi folkloristico, si deve evitare.

Partiamo dalla proprietà. Parliamo – e lo sappiamo bene tutti – di un gruppo che ha letteralmente strappato la società dalle mani di affaristi senza scrupoli che non hanno mai messo un euro nelle casse societarie limitandosi a vendere quanto c’era di vendibile e depauperando di fatto una squadra ogni anno da ricostruire. A loro volta si sono affidati a DS incapaci che hanno messo macerie su macerie, disaffezionando il tifo ancor prima dell’arrivo della micidiale pandemia.

Dopo un ovvio giro d’orizzonte i Friedkin hanno contattato un allenatore che ha vinto tutto e che aveva bisogno di nuovi stimoli che, ahilui, ha ereditato una squadra che era quel che era e nonostante tutto è riuscito a portare a Roma una Coppa che si attendeva da decenni.

La proprietà ha investito in continuazione, riformando – anzi rivoluzionando – tutti i settori societari con professionisti che stanno profondendo le loro capacità nei settori di loro competenza arricchendo e valorizzando il marchio ‘’ROMA’’.

La suddetta proprietà – sempre presente a Trigoria e allo stadio – non ha venduto alcun giocatore reputato tale dallo Special One che ha richiesto e ottenuto, giocatori con la G maiuscola. Certo, poi può essere un caso fortuito che Gini si sia infortunato facendo sentire la sua assenza per mesi e che Zaniolo possa essersi fermato per un altro infortunio meno grave. Accade nel gioco del calcio e, purtroppo è accaduto. Così come accade che giocando, un tiro diretto in rete venga fermato da un palo. È successo a Mancini [un altro bocciato da parte della tifoseria che si dimentica la tigna che il ragazzo mette sempre al servizio della squadra] e semmai quei tiri fossero entrati, magari avrebbero cambiato prospettiva agli incontri.

Su Mourinho cosa si può aggiungere a quanto già non sia stato detto? I suoi titoli parlano della sua carriera e non sono certo molti allenatori che possono competere con quest’uomo che, essendo tale, può anche commettere sbagli o non essere così super partes per prendere decisioni senza subire il pathos di un momento che sta somatizzando in quel momento.

Sul parco giocatori ovviamente possiamo dire di tutto e di più ma ci sono fuoriclasse, campioni in predicato e gregari che hanno creato tra loro un feeling del tutto speciale ai quali, di sicuro, piace vincere. Capita vivere degli errori di supponenza o di valutazione e i nostri non ne sono certamente esenti.

Sarà che chi scrive si ricorda bene la Rometta, simpatica e perdente, che prendeva giocatori oramai consumati e a fine carriera [chi ricorda Del Sol, Peirò, Amarildo, Sormani tanto per dirne qualcuno]

e che vivacchiava alla giornata e non sempre in modo solido a livello finanziario [qualcuno ha sentito mai parlare della colletta del Sistina?] passando da un presidente ad un altro ed essendo trattata alla stregua di un carrozzone elettorale…

Insomma, veramente c’è stato di peggio ma quello che non è mai cambiata è stata la passione che, come in una qualsiasi staffetta, è passata da padre in figlio sin dal 1927.

Ricordiamoci che un ragazzo universitario, insieme a quella che sarebbe divenuta sua moglie, per vedere la Roma inforcava una bicicletta e da Aulla scendeva fino alla Capitale e, per chi non lo sapesse, quel giovane era un certo Viola di nome Dino.

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