Il bilancio del calciomercato della Roma
Mai come quest’anno, forse per l’arrivo della nuova proprietà, il calciomercato della Roma è stato seguito, analizzato e vivisezionato. Non doveva essere così, perché è stata una sessione di calciomercato piena di attenuanti. I Friedkin prendono la società il 17 Agosto. Pongono al comando l’amministratore delegato della passata gestione per continuità aziendale, Guido Fienga.
Le attenuanti
Professionista dei conti, ma per sua stessa ammissione, non conoscitore di calcio. Ha al suo fianco Morgan De Sanctis, ex calciatore con patentino nuovo di zecca da allenatore, ma troppo inesperto per essere il referente nella gestione delle trattative complesse in essere. L’ombra del Direttore Sportivo licenziato (Petrachi) aleggiava e continua ad aleggiare sulla società, il che non giovava alle trattative imbastite e lasciate a metà.
Fienga aiutato, consigliato, per molti non nel miglior modo possibile, da procuratori, intermediari e agenti di calciatori ha fatto il suo calciomercato.
Chi critica questa linea, pensa realmente che Sabatini, Monchi, Petrachi non siano stati influenzati a volte anche palesemente da agenti di calciatori e procuratori e intermediari? Il mondo delle trattative calcistiche, cari lettori, è legato ai procuratori, agli intermediari e agli agenti che si muovono nel ‘mare magnum’ del calcio, agendo come in tutti gli ambiti, qualcuno in modo professionale e leale e qualcun altro operando per terzi in modo subdolo. Bisogna solo fare delle attente valutazioni e prendere le giuste contromisure.
Smalling, Schick, Kolarov e Gonalons
Nonostante tutto questo, il mercato della Roma chiude con il brivido Smalling, che permette ai tifosi di tirare un sospiro di sollievo solamente al gong finale. Il bilancio tra le voci acquisti e cessioni pende sul positivo, grazie soprattutto all’addio di Schick.
Il Bayer Leverkusen ha iniettato nelle casse giallorosse 26,5 milioni di euro, che vanno alle ad aggiungersi ai 4 milioni per Gonalons e agli 1,5 milioni ricevuti per Kolarov.
Borja Mayoral e Kumbulla
Un incasso di circa 32 milioni, reinvestiti per l’acquisizione di Smalling, due milioni per il prestito oneroso di Borja Mayoral ed altrettanti per Kumbulla.
Non sarebbe corretto tirare la somma di un saldo finale, vista la complessità prevista nel pagamento di Smalling al Manchester United, suddivisa in più tranche in diverse annualità.
Saldo che comunque non cambia molto lo stato dell’arte nei conti in casa Roma, ma che quantomeno alleggerisce il monte ingaggi.
Riduzione del monte ingaggi
Uno degli obiettivi dichiarati dalla linea guida indicata dalla nuova proprietà era appunto quella della riduzione del monte ingaggi di almeno il 20%.
Il monte ingaggi si è alleggerito da stipendi pesanti come quelli di Florenzi, Perotti, Kluivert, Under, Olsen, Kolarov e Schick.
Come in tutte le stagioni, si devono registrare le partenze, alcune definitive altre in prestito, dei calciatori fuori dal progetto tecnico o mandati a fare esperienza in modo da poterli valutare in prospettiva: Antonucci, Bouah, Cetin, Gonalons, Riccardi, Fuzato, Nzonzi, Coric e Seck. Questo ha portato ad un risparmio totale nella voce monte ingaggi di circa 20 milioni.
Trattenere i migliori
Un punto importante di questa sessione di trattative estive è stato il mantenimento della promessa, fatta dall’AD Fienga, di voler trattenere i migliori.
Questo è accaduto. I calciatori ritenuti incedibili dalla società sono stati Lorenzo Pellegrini, per il quale dovrà trovarsi un accordo sul rinnovo, escludendo la clausola che pende come una spada di Damocle di 30 milioni, e Nicolò Zaniolo.
A rafforzare il concetto espresso dal CEO, anche la tenacia nel riconfermare Mkhitaryan e Smalling, ritenuti fondamentali dal tecnico portoghese Paulo Fonseca. Della stessa forza, sono state le offerte respinte al mittente per Veretout, cardine del centrocampo.
Edin Dzeko e Arkadius Milik
Alla fine del mercato è rimasto anche Edin Dzeko, sul quale tutti si erano ormai rassegnati a vederlo con la maglia della Juventus.
In questo caso, la conferma nasce dall’insistenza del Presidente del Napoli De Laurentis, il quale con l’intento di porre i bastoni tra le ruote nei piani di Juventus e Roma, rallenta e fa sfumare l’affare Milik, che sarebbe stato il sostituto dell’attaccante bosniaco.
Non ho certezza di quanto Milik volesse o voglia venire alla Roma, oppure se il suo futuro lo vedesse tinto di bianconero, fatto sta è che è restato al Napoli, ed è stato messo fuori rosa per la competizione europea. Scenario non molto positivo per un calciatore che vorrebbe disputare i campionati europei con la sua nazionale da protagonista.
Molti dicono che Fonseca dovrà ricucire il rapporto con il bosniaco. Non credo che questo si sia mai rotto; le parole di Dzeko nel post Roma-Siviglia mi sono sembrate parole di buon senso e di approccio internazionale latente rivolte ai compagni di squadra.
Dzeko credo che sia felice di restare a Roma e alla Roma e che da grande professionista quale è, abbia già ricucito tutti i rapporti, laddove vi fossero state rotture.
Semmai la società avrebbe tratto un vantaggio, per molti economico sgravandosi dell’ingaggio pesante del bosniaco, ma non funzionale per le capacità da centravanti moderno di Dzeko.
L’arrivo di Milik avrebbe abbassato la media età della squadra e della rosa, senza però portare quei benefici economici che molti si attendevano. Soprattutto senza trarre un beneficio nella funzionalità dell’attaccante polacco, nello schema previsto dal tecnico portoghese.
Pedro e Mkhitaryan
Nel silenzio della tifoseria c’è stato l’arrivo di Pedro. Campione ex Barca ed Chelsea, che solamente dopo le prime partite giocate ha mostrato la sua importanza per esperienza internazionale e intelligenza tattica.
Un arrivo a parametro zero, che in altre piazze (vedi Inter e Juventus o Milan) viene accolto con gli onori dell’acquisto, ma che da noi si sminuisce con la solita battuta: “se era bono ce lo davano a noi?”. Pensate un po’, che forse questa volta è così. Analogamente a Pedro si può ricondurre il discorso legato a Mkhitaryan, svincolatosi dall’Arsenal perché si sentiva parte del progetto di Fonseca e ricercava questa piazza.
Esperti ortopedici
Un ultimo appunto sulla questione Milik e Zaniolo. I due calciatori hanno rispettivamente 26 e 21 anni, quindi separati anagraficamente solamente da 5 anni. Hanno subito gli stessi infortuni: rottura del legamento crociato di entrambi le ginocchia. Tuttavia, mentre per Zaniolo si dice che tornerà più forte di prima, per Milik si dice che si hanno dei dubbi, visti gli infortuni subiti.
Se non si è laureati in medicina, con specializzazione in ortopedia, converrebbe tacere e sentire i pareri degli esperti, i quali non hanno mai parlato di situazioni diverse nei due casi.
Capitan Florenzi
Ultimo tassello è quello legato a Florenzi. Ex capitano della squadra, punto fermo di Garcia, Spalletti, e Di Francesco viene spesso criticato dalla tifoseria per le sue capacità nel ruolo da lui stesso scelto. Molti dicono che è fuori dalla squadra, che è solo. Forse affabulati dalle parole di addio di Francesco Totti che non lo nomina durante la conferenza stampa di addio, o dalle parole non ricevute all’addio dell’altra bandiera Daniele De Rossi.
Un anno senza Florenzi la gente che lo criticava lo rimpiange, vedendo il livello dei sostituti.
A mercato chiuso si viene a scoprire che lo stesso Florenzi ha chiesto di venire ceduto, nonostante le insistenze del tecnico che lo avrebbe rivoluto in squadra, spegnendo tutte le polemiche di attriti e di allontanamenti. forzati da parte del tecnico. Forse questa vicenda ha ancora qualche capitolo da scrivere, con o senza Florenzi, ma la cautela nei giudizi è sempre mancata alla gran parte della tifoseria.
Futuro prossimo
Il vero mercato della Roma si svolgerà nella sessione invernale e estiva del 2021, quando a gestire e a dettare la linea indicata dal Presidente Friedkin sarà un Direttore sportivo coadiuvato da un Direttore generale.
Il nuovo management sportivo, nelle prossime sessioni di mercato, dovrà certamente focalizzarsi nello smaltimento degli ultimi esuberi, a livello di monte ingaggi e svecchiamento funzionale della rosa, oltre all’acquisizione delle opportunità di mercato che si manifesteranno, per poter intraprendere un nuovo cammino ed un nuovo percorso più florido e fortunato, rispetto al passato.
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