Un Roma-Inter che ha dimostrato le falle di una squadra con evidenti limiti di gioco e personalità figlia di un mercato sciagurato concluso all’insegna della ‘toppa’ da mettere a tutti i costi per accontentare una tifoseria.
Calciatori strapagati all’origine e come gestione e acquistati senza alcun criterio e se si analizza attentamente l’organico della Roma, non è difficile accorgersi che di veri campioni (ossia quelli che fanno la differenza) praticamente non ci sono se si esclude il fragilissimo Dybala e la bella sorpresa Svilar.
I giallorossi non possono ambire alla quarta posizione e, tanto meno, a fare un percorso positivo in Europa a differenza degli anni passati in quanto con calciatori come Zalewski, Celik, Cristante, Paredes, Soulè e Baldanzi (chi confermando le proprie incapacità e chi deludendo le aspettative) e senza un briciolo di gioco è inutile illudersi.
C’era la ‘rometta’ del mago di Turi Oronzo Pugliese che, al massimo poteva lottare per la Mitropa Cup e che, nonostante un organico contadino rimase un prima posizione nel campionato del ’67 tanto da far gridare alla sua tifoseria ”forza Roma, forza Lupi, so’ finiti i tempi cupi’anche se al termine del campionato arrivò decima consolandosi con la Lazio in B a due passi dal baratro della C.
Nel 2024 – praticamente trascorso un percorso/luce – ci ritroviamo in una situazione pericolosa dove i fantasmi di una ‘rometta’ affiorano alla mente a chi ha assistito alla colletta del Sistina. Certo, i Friedkin non lesinano fondi da quando hanno comprato la società ma sempre senza tener conto di quanto sia necessaria una seria programmazione. D’altronde che ha contattato Mourinho per poi licenziarlo in tronco e chi ha assunto De Rossi per tacitare la piazza e riconfermarlo per tre anni per poi segarlo dopo quattro partite di campionato, riesce ad evidenziare che con il calcio e con la Roma ha poco a che fare.
Forse la partita casalinga contro l’Inter sarebbe potuta terminare con un giusto pareggio che, in fondo, è quanto la Roma si sarebbe meritata ma così non è stato a causa di una doppia cazzata (Zalewski e Celik) che hanno regalato a Lautaro un rigore in movimento che non ha sbagliato.
Ci si chiede quando la Roma tirerà in porta, quando sarà in grado di fare dei cross decenti, quando sarà sicura di se stessa senza farsela addosso, quando emergerà la personalità di giocatori che nella scorsa stagione hanno messo in evidenza la loro forza.
Sicuri che Juric, da allenatore provincialotto, sia stata la scelta giusta per andare in Paradiso? Sicuri che non sia meglio cedere la società a qualche altro investitore che capisca di calcio o, male che vada, individui veri e capaci professionisti da inserire in quei vuoti dirigenziali che caratterizzano i giallorossi?
Scenderemo o saliremo? Ai posteri…
Daje!
Comments are closed.