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M COME MIOPIA E COME MALAFEDE

C‘è poco da recriminare: se la Roma è rientrata da Monza con uno sterile pareggio dopo aver creato diverse palle gol, la colpa è solo dell’imprecisione dei giocatori ancora deficitari in ambito calcistico.

Se a questo handicap ancora tutto da sanare ci aggiungiamo l’atteggiamento della classe arbitrale che in solo sette incontri di campionato ha negato ben tre rigori evidenti, si avrà la quadratura del cerchio.

Roma che ha mostrato segni di una vaga riscossa che hanno portato la squadra di Juric di andare in vantaggio dopo aver sfiorato diverse volte la rete e preso l’ennesimo legno di questo inizio di stagione da dimenticare.

La sosta arriva con totale soddisfazione dei giocatori che avranno tempo per stemperare la tensione nervosa per essere (giustamente) sotto esame da parte di una tifoseria che immancabilmente segue la maglia e non certo chi la sta indegnamente rappresentando.

Va anche sottolineato il fatto che Dovbyk è l’unico a portare la croce, ossia a segnare in questa squadra decisamente infelice sotto porta. Possibile che giocatori che si allenano tutta la settimana non sono in grado di tirare nello specchio della porta? E’ un problema di allenamento o di supponenza? L’organico della Roma si deve rendere conto che non interpreta il Marchese del Grillo e quindi il celebre ”io sono io…e voi non siete un cazzo” non è cosa per loro che devono imparare a come giustificare lo stipendio che percepiscono.

Il velo pietoso che occorre stendere sulla professionalità della classe arbitrale italiana e sui poteri forti del calcio, sempre più soggetto a logiche di marketing che non a quelle sportive, sarebbe il caso di alzarlo per scoperchiare quel ricettacolo di liquami che nulla hanno da invidiare alle fogne di una qualsiasi città del terzo mondo.

D’altronde, dinnanzi ad una società fantasma che imperterrita continua ad affidarsi ad algoritmi piuttosto che a persone competenti, c’è poco da fare. La tifoseria romanista in ogni momento critico della sua storia, è sempre stata tangibilmente vicina alla maglia: c’è chi ricorda la colletta al Sistina, chi la proposta di azionariato popolare e così via. Ci si chiede se ci sono gli estremi, da parte di tutti i supporters giallorossi di iniziare una Class Action nei confronti della Federazione Gioco Calcio e dell’Associazione Italiana Arbitri dal momento che le dinamiche finora perpetrate nei confronti della Roma, hanno originato problemi anche di natura economica ricordandosi che non vincere le partite per insufficienza arbitrale o per malafede delle giacchette nere VAR incluso, significa non entrare in competizioni per porterebbero soldi e prestigio.

Possiamo discutere finché ci pare dell’errore di Svilar in occasione del pareggio dei brianzoli o della lentezza di Cristante ma il guaio è macroscopico e andrebbe sanato all’origine. Vogliamo unire concretamente il nostro romanismo dal momento che la proprietà se ne frega altamente?

Daje!

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