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A JURIC, CHE TE SEI FUMATO?

Neanche ai tempi belli quando a Campo de Fiori girava il Pakistano Nero, c’erano trip così stravolgenti per i quali c’era bisogno di un bell’anfetaminico windupen su goccia o un famigerato micropunto verde.

Il popolo giallorosso si trova inebetito tanto dall’ignominiosa prestazione della Roma in terra di Svezia con il più che modesto avversario di coppa, quanto dalle dichiarazioni post partita del tecnico romanista che si è dimostrato entusiasta dalla ‘bella’ prestazione della sua squadra.

A ‘sto punto mi chiedo se sono io il folle o lui l’incompetente.

Già mettere una formazione di riserve in un incontro che occorreva necessariamente vincere solo per fare il minimo sindacale è stato uno scempio. Scempio che è continuato in maniera imperterrita fino alle più che tardive sostituzioni che hanno – quantomeno – dato una parvenza di una maggior animosità.

Puntare il dito su questo o quell’altro giocatore (si salva il solito Svilar) è come fare un facile tiro al piccione dove il piccione è legato per la zampa. Certamente i responsabili sono i proprietari di una società che pare allo sbando dove non emerge una personalità competente ma solo elementi scelti algoritmimamente attraverso complicati software sportivi che ignorano la passione degli inarrestabili tifosi che amano solo la maglia.

La formazione della Roma nel suo totale non è costruita con quei materiali che occorrono per scendere in campo, cioè cuore, passione, coraggio. Sicuramente si può anche perdere per merito degli avversari, per una svista arbitrale o per un caso fortuito ma solo dopo aver dimostrato di avere speso fino all’ultima energia possibile, tentando coraggiosamente il tutto per tutto.

Questa formazione non pare poter rivestire tale ruolo sia per i difetti e limiti dei giocatori, che per un sistema di gioco che ingarbuglia anche le menti più aperte. 3-4-3, 3-5-2, 4-4-2, 4-3-3 che creano confusione dove nessuno sa cosa fare, dove andare, come comportarsi.

Se a questo aggiungiamo il fatto che giocatori strapagati si stanno rilevando delle fregature (Iturbe e Schick docet!) e che alcuni ruoli sono carenti (le famose fasce), si avrà la quadratura del cerchio.

Se per diktat provenienti dai vertici (?) societari, la Roma deve solo puntare al campionato, allora nelle coppe giocassero i giovani della Primavera e facciamola finita di prendere in giro la tifoseria. E se proprio volessimo avere un segnale a mò di cartina tornasole a proposito del coraggio messo in campo ieri e non solo, è sufficiente guardare la vile marcia indietro dei giocatori che si stavano accingendo a raggiungere lo spicchio dei tifosi presenti allo stadio: altra prova di mancanza di carattere e paura di prendersi le proprie responsabilità.

Daje!

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