D’accordo, con 10 giocatori out parti svantaggiato. D’accordo pure che il Verona è una squadra tosta e in palla. Ma a tutto c’è un limite.
Uno 0-2 inequivocabile stava punendo la solita Roma lenta, compassata, oltre il prevedibile che meritava giustamente quel risultato.
Eppure a squadra scesa in campo annoverava giocatori di un certo livello da Smalling a Pellegrini passando per Rui Patricio, Cristante, Abraham, Rui Sèrgio e via dicendo. Ma i 45’ minuti iniziali sono serviti solo ai tifosi – anche questa volta riempito lo stadio al massimo della capienza consentita nonostante i risultati poco entusiasmanti della squadra – per intonare un ‘’tirate fuori le palle’’, ben stufi dell’abulia di una formazione sterile ed infelice.
Ci chiediamo come sia possibile che giocatori che guadagnano quel che guadagnano, che ogni mese vedono il loro bel emolumento accreditarsi sul proprio conto e che sono trattati con i guanti da tifosi che sbavano per un loro autografo o un selfie, siano solo capaci di mandare avanti i loro procuratori per chiedere più soldi e non abbiano un minimo di vergogna per quanto offrono in cambio.
Ma se questi vincessero uno scudetto o una Champion’s chi li reggerebbe più se dobbiamo prendere quanto accade come pietra di paragone?
Per recuperare lo svantaggio abbiamo dovuto far affidamento a Volpato e Bove, due Primavera che hanno giocato a pallone sul serio, perché ancora vivono la loro infanzia calcistica e hanno voglia di fare e fare bene. Non possono contare sull’esperienza dei giocatori della prima squadra ma proprio per questo, la loro insolenza e la sfacciataggine propria di chi ha vent’anni, ha fatto la differenza permettendo alla Roma di chiudere l’incontro con un pareggio meritato.
Meritato perché l’innesto di tre Primavera – c’era anche Zalewski subentrato ad un inesistente Viña – ha dato una ventata di forza tale da trainare anche qualche compagno di barricata.
Ma se l’istant team di Mourinho fosse riconducibile ai Primavera di De Rossi, forse faremmo meno brutte figure e magari qualche punto in più in classifica.
Si consiglia a tutti i calciatori della prima squadra di farsi una introspezione, o meglio un’analisi di coscienza e cercassero di meritare i soldi che guadagnano così come l’affetto che li circonda.
In caso contrario, iniziassero a cercarsi un’altra squadra.
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