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Roma 3 Lecce 1

Torna la Coppa Italia e la Roma di Mourinho affronta i cadetti del Lecce in un Olimpico a capienza ridotta in una vera e propria notte da lupi, meteorologicamente parlando. Cinquemila fortunati estratti a sorte tra gli oltre ventimila abbonati, pronti in tribuna Tevere a sostenere la squadra alla faccia di chi sostiene ci sia disaffezione crescente nei confronti dei giallorossi.

Fuori Spinazzola, Pellegrini, El Shaarawy per infortunio a cui si aggiunge lo squalificato Mancini e l’indisponibile Smalling, resta da vedere indisposto a fare cosa e per quanto tempo ancora. Maitland-Niles spostato a sinistra fa compagnia al nuovo arrivo Sergio Oliveira sulla trequarti e si rivede in campo dopo tanto tempo anche Carles Perez; per il resto formazione obbligata.

La solitudine dei numeri primi…

Rui Patricio, dopo i tre punti salvati in campionato, non può nulla sul colpo di testa di Calabresi al 13esimo che porta in vantaggio gli ospiti, per il resto del match rimane in porta a prendere freddo e pioggia. Basta come analisi?

Linea a quattro con Karsdorp a destra, Kumbulla e Ibanez al centro e, come anticipato, Maitland-Niles a sinistra. Spero che questa partita sia servita a tutti per capire che se un giocatore sa fare bene molte cose, vuol dire sostanzialmente che non eccelle in niente. L’esperimento inglese naufraga terribilmente non tanto sul versante difensivo o sulla densità, ma in termini di spinta e sostegno alla transizione offensiva: in pratica è come giocare in dieci. Mou capisce e lo toglie per Viña all’intervallo.

Dall’altro lato Rick si prende quarantacinque minuti di bonus per rodare il motore, controllare che tutto funzioni alla perfezione prima di sgasare nel secondo tempo avanti e indietro sulla fascia di competenza adducendo infiniti lutti agli avversari, che infatti non lo vedono mai. Ogni tanto si spegne, perché il fiato finisce anche a lui, ma poi riparte esattamente come prima. Buona la seconda.

Se da un lato abbiamo un Marash irreprensibile, goleador sui calci d’angolo (quattro gol su quattro con la Roma per lui dagli sviluppi di corner) e finalmente sereno e concentrato, dall’altra abbiamo un Roger ancora in confusione e in apprensione. Anche contro i salentini mostra delle crepe in quelle che erano le sue sicurezze di inizio stagione: titubate, ansioso, pauroso. L’errore col Milan l’ha demolito e gli ci vorrà un po’ per riprendersi. Coraggio ragazzo, è passato, svegliati.

Vola Marash, vola!

Linea di centrocampo formata da Veretout, Cristante e Sergio Oliveira. Il portoghese inizia malino in una posizione non sua e fatica terribilmente a ingranare, anche se sempre in grado di fornire deliziosi bocconcini alle punte. Decisamente meglio nella ripresa quando, arretrato nella sua posizione, dirige finemente un’orchestra di fiati dando senso logico alle loro prestazioni.

Completamente scarico Bryan, forse più mentalmente che fisicamente, è quello che ha un bisogno maggiore di ricaricare le pile. Giorni e giorni a reggere da solo il peso della costruzione della manovra lo hanno logorato e svuotato di inventiva e lucidità. Causa infortuni e squalifiche, non è ancora il tempo di tirare il fiato, ma ne avrebbe un enorme bisogno. Così come Jordan, impresentabile al tiro e nullo o quasi in interdizione. In questo momento il francese “fa densità”, un termine edulcorato che sta a significare che “fa numero” per arrivare a 11 senza inserire primavera dal primo minuto. Ammirevole la dedizione alla causa e non è colpa sua se a questo punto della stagione è in queste condizioni, io non gliene faccio una colpa.

SuperEldor Delvecchiodov

A supporto della punta il giovane Felix e il non-più-tanto-giovane Carles Perez. Lo spagnolo, feticcio di Mou a quanto pare, disonora la maglia che porta con una prestazione indecorosa fatta di controlli sbagliati, scelte sbagliate, passaggi sbagliati, tiri sbagliati, movimenti sbagliati e tagli di capelli sbagliato. Non tornerà in campo nel secondo tempo sostituito da Mkhitaryan. Detto tutto.

Felix “Afenomeno” mostra ancora una volta tanta buona volontà e spirito di sacrificio, ma al contempo scarsi miglioramenti dal punto di vista tecnico. Alt, non sto dicendo che abbia giocato male, sto dicendo che non è possibile aspettarsi qualcosa di diverso dalla scorsa prestazione dopo 72 ore. Il ragazzo si farà, se avrà la testa e la voglia di seguire il mister. Non male, ma può e deve dare di più. Tra i grandi funziona così: complimenti all’esordio, ma poi le aspettative sono alte e bisogna starci appresso.

Abraham sornione e pigrone gigioneggia allegramente tra le maglie dei salentini per buona parte del primo tempo, poi decide di fare le cose sul serio, si toglie le pantofole e si allaccia gli scarpini: da quel momento non ce n’è più per nessuno. Assist per Kumbulla sul gol del pareggio, gol del vantaggio con splendida giravolta e palla all’angolino da fuori area, sponde per i compagni e tante giocate di livello superiore rispetto agli altri 21 in campo. Io ve lo avevo detto…

Fan Service. Lo ammetto.

Già nell’intervallo Mou stravolte la squadra passando dal 4231 al più consono 433 inserendo Viña, molto buona la sua prestazione, Mkhitaryan, assoluto mattatore oscuro dei leccesi, e soprattutto un indemoniato Zaniolo. Nico ha voglia di gol e ci prova in tutti i modi, in tutti i luoghi e in tutti i laghi. In 45 minuti più recupero si rende protagonista di ben 7 chiare occasioni da gol deformando il palo alla sinistra del portiere ospite dopo appena 45” della ripresa. Gli manca, lo cerca, lo vuole: lo troverà, ma deve ricordarsi che il calcio è uno sport di squadra.

Con lo scorrere dei minuti c’è tempo anche per l’ingresso di Shomurodov al 64esimo che per l’occasione si traveste da Marco Delvecchio fintando col sinistro e tirando col destro: palla all’angolino basso e 3 a 1 per noi. Ancora, grazie. Sul finire spazio anche a Zalewski per Abraham, giusto per non fargli dimenticare l’odore dell’erba e far ricevere a Tammy la giusta ovazione.

Mou prova a fare di necessità virtù, ma non gli riesce e non per colpa sua. La panchina è quella che è e non si possono sempre apparecchiare banchetti nuziali coi fichi secchi. Il mercato ha messo una toppa importante in quelli che erano i buchi principali: un terzino per far rifiatare Rick e Mathias in attesa del rientro di Spinazzola e un regista che sappia cosa fare una volta che ha il pallone tra i piedi. Tasselli importanti, sicuramente, ma abbiamo messo si e no i bordi del puzzle, ora manca tutta la figura al centro.

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