Lo ammetto, fa strano ritornare a parlare di calcio dopo una settimana dall’ultimo turno. Abituati come siamo a una partita ogni tre giorni, questo insolito stop è servito a ripulire dalle scorie lasciate dall’ultima partita. Almeno in me che scrivo, ma avrà avuto lo stesso effetto sui giocatori di Mourinho? Vediamo.
Ore 18, stadio Olimpico, si affrontano le compagini di Roma e Cagliari per la gara valevole per il terzo turno del girone asincrono di ritorno. Dopo due sconfitte, i giallorossi hanno bisogno di vincere punto e basta. Assenti Spinazzola ed El Shaarawy per infortunio, all’ultimo si aggiunge anche capitan Pellegrini che nel warm up accusa un dolore e si ferma. A loro vanno connessi gli squalificati Cristante e Ibanez e il non vaccinato Smalling. Insomma, non ci facciamo mancare niente.
In porta un irreprensibile Rui Patricio si gode la “bellezza” di uno stadio parzialmente vuoto per 84 minuti abbondanti, finché non compie un intervento miracoloso sulla botta sicura di Joao Pedro deviando un tiro da pochi cm sulla traversa e salvando, di fatto, la partita. Primo miracolo portoghese della storia del Mil…ah, no scusate, della Roma. Refusi.
Si torna alla difesa a quattro con Maitland-Niles a destra, Kumbulla e capitan Mancini al centro con Viña a sinistra. L’inglese gioca all’inglese e porta quella fisicità e quella determinazione che un po’ è mancata fin’ora alla squadra, leggermente disattento in alcuni fasi di difesa, viene ben coperto da Gianluca.
Proprio il capitano mostra un insolita grinta e fisicità, forse pure troppa. Lascia a casa il fioretto e ingaggia duelli spalla a spalla con chiunque, ai limiti della rissa, fendendo colpi di alabarda bipenne (esiste?) agli offendenti sardi. Quando non ci arrivi con la tecnica, usa il fisico: Lezione 101.
Marash, invece, estrae dal cilindro la prestazione che non ti aspetti. Pulito, preciso, concentrato, novello Coccolino ammorbidente: bastano poche gocce per rendere morbidi e inoffensivi gli attacchi dei rivali. Qualche volta serve la carota, qualche volta il bastone. Se i risultati sono questi, consigliamo al mister di insistere col feedback negativo sul ragazzo.
Buona anche la gara di Mathias che ha gioco tutto sommato facile contro una squadra che veleggia mestamente tra il nulla e il baratro della serie B. Freddo, non nel senso di morto, in collaborazione col portiere, potrebbe fare qualcosa di più in attacco quando ci arriva, ma per ora diciamo che va bene così.
Centrocampo a tre o, meglio, a due più uno (che comunque fa sempre tre) con il neo acquisto Sergio Olivera, Veretout che prende il posto di Pellegrini a pochi minuti dal via e Mkhitaryan. Iniziamo da Jordan che nei 93 minuti in campo riesce nell’impresa di non perdersi una marcatura e di dialogare con senso logico e compiuto con i compagni di reparto. Sempre spalle alla porta in impostazione dal basso, ai limiti dell’irritante, svolge il compitino portando a casa la sufficienza. Da qualche parte doveva pur ricominciare, ha scelto dalla cose semplici: bravo.
Sorpresa, ma nemmeno troppo, e MotM Sergio e non solo per il rigore trasformato con freddezza. Il ragazzo ha tecnica e si vede, da del tu al pallone con tocchi delicati e decisi, una buona visione di gioco e sa leggere bene lo svolgimento dalla partita. L’infortunio, se così possiamo chiamarlo, simulato a fine match per spezzare la foga degli avversari nel minuti finali è da esperto navigante. Cala, ovviamente, di qualità col passare dei minuti, ma finalmente c’è un numero 27 decente in rosa.
Tanta simpatia per l’armeno che va come un treno, di nuovo. È l’uomo delle ripartenze che da lo strappo portando palla dalla difesa all’attacco e il suo compito lo fa egregiamente. Si libera, riceve e costruisce gioco per poi scaricare sui compagni che hanno il compito di rifinire l’azione negli ultimi 20 metri. Lui il suo lo fa, gli altri no e non è colpa sua. Quando si stanca e si mette in proprio, cercando il tiro, pecca di precisione forse a causa della poca lucidità causata da tanta corsa.
Trio d’attacco con Felix sulla sinistra, Zaniolo a destra e Abraham al centro. Tammy giostra principalmente da falso 9 abbassandosi sulla trequarti sui lanci lunghi per conquistare e smistare palloni a destra e a manca. Vince quasi sempre gli scontri diretti e poi si butta al centro ad aspettare palloni che, ahimè, non gli arriveranno mai. Poche, pochissime, le occasioni per mettersi in luce, ma se in area sei marcato da tre o quattro giocatori vuol dire che ti temono e fanno bene.
Croce e delizia, sia per noi che per loro, la prestazione di Afena. Materiale su cui lavorare nel ragazzo c’è, ma c’è pure tanto da sgrezzare com’è giusto che sia a 19 anni non compiuti. Veloce, pericoloso, costringe la difesa isolana a un surplus di attenzioni non sempre corrette. Sbaglia tutte le scelte negli ultimi 16 metri vanificando il buonissimo lavoro svolto prima, incaponendosi in giocate arzigogolate che ancora non gli competono. Un consiglio non richiesto: lavoro, e tanto, sul piede debole perché in serie A nessuno ti permette più di rientrare su quello forte.
Stesso discorso per Nico, che però sul destro ci sta già lavorando e si vede. Un teorema vuole che per rientrare in forma dopo un lungo stop ti serve lo stesso tempo per cui sei stato fermo, vedendo le giocate di Zaniolo sembra che ciò sia vero. Sotto la ruggine il ragazzo che abbiamo imparato a conoscere c’è ancora e in alcune fiammate s’è rivisto il 22 pre-crociati. Manca ancora un po’ di sicurezza e lucidità e dovrebbe abbassare di una tacca il livello di agonismo per ritrovare quella superiorità devastante che gli appartiene. Nico, la rabbia va messa al servizio della tecnica, non il contrario.
Al minuto 74 Mourinho richiama Felix per un impalpabile e irritante Shomurodov. Ora, non so esattamente cosa sia successo all’uzbeko, fatto sta che sta giocando in maniera inqualificabile ultimamente. L’essere soppiantato da un giovane della primavera non deve essere bello, ma continuare imperterriti a girovagare per il campo come se non si fosse capito che cosa fare sul terreno di gioco non è una grande idea. Svegliatelo.
Dieci minuti dopo si rivede in campo anche Karsdorp per Zaniolo, con Maitland-Niles che avanza la posizione, e allo scadere Bove per Veretout e Karamitsis (all’esordio assoluto) proprio per l’inglese. In bocca al lupo ragazzo.
Vince la Roma, porta a casa i primi tre punti del 2022 e questo è bene, il male è vedere tanto spreco in avanti e soffrire contro una seria candidata alla retrocessione in una partita che se fosse finita 5 o 6 a zero sarebbe stato normalissimo.
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