‘’a Sè, senti quanto so’ dolci…so’ greche’’. E chi non lo ricorda il bravo Mario Brega nel film Borotalco che offre al futuro genero le olive per fargli capire la qualità dei prodotti da lui venduti nella sua drogheria.
Potremmo rifarci a questa battuta per invitare Sèrgio Oliveira a sentire quant’è dolce il tifo romanista e qual’è la nostra a qualità, tanto per augurargli il benvenuto all’Olimpico – stadio che per tutti i romani non potrà mai essere chiamato ‘Paolo Rossi’- nella partita del suo esordio.
E proprio all’ultimo acquisto di questa sessione di calciomercato, la Roma deve il suo successo sul Cagliari. Infatti il centrocampista lusitano si è rimediato il rigore che poi ha trasformato spiazzando il portiere cagliaritano per poi continuare la sua prima partita con la nostra maglia.
Roma che ha sofferto fino al fischio finale del 95’ pur avendo avuto molte occasioni per mettere al sicuro il risultato, dimostrando che è un male endemico quello di sprecare le opportunità o di sbagliare l’ultimo passaggio. Pericolo scampato, quello che sarebbe stato un immeritato pareggio degli isolani, grazie ad uno strepitoso intervento di Rui Patricio che ancora una volta è stato all’altezza delle aspettative.
Giallorossi che avevano l’obbligo di vincere per i tre punti più che fondamentali e che dovranno guadagnare anche nel prossimo turno del campionato contro l’Empoli ma solo dopo aver regolato il Lecce nella partita di Coppa Italia, uno degli obiettivi possibili per la banda di Mourinho.
Certo che sentire le dichiarazioni di Mazzarri che ha affermato che era il suo Cagliari meritevole di vittoria, ci lascia non poco stupiti ma dall’alto del risultato, possiamo sorridere compiaciuti.
Chi non deve sorridere ancora è la truppa giallorossa che deve imprimere più cattiveria quando arriva all’area avversaria e trovare quel cinismo che serve per segnare e per portare casa un risultato positivo.
Abbiamo affermato in molti che questo è l’anno zero dello Special One e che l’organico deve ancora essere perfezionato eliminando rami secchi improduttivi ed operare innesti di qualità ed esperienza in grado di gestire le varie fasi delle partite con carattere e personalità.
Il tempo che si è dato per il raggiungimento di quest’obiettivo è di tre anni e per questo, tutti noi tifosi, dovremmo avere pazienza e credere sia nella proprietà che nel tecnico e, soprattutto, non credere alle sparate di certi organi di stampa e radio che vivono nell’ovvietà, nell’impossibile [leggasi Dybala] e nella malafede.
La Roma è la Roma e tutto il resto, fuffa.
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