Roma-Juve, dagli anni ‘80, non è una partita come tutte le altre e i tifosi lo sanno bene. Sottolineare l’importanza di questa partita è superfluo per ogni romanista che spera sempre nel vedere la vecchia signora sconfitta.
C’è da dire che quella di stasera che ha visto affrontarsi due squadre ancora da formare, è stata una partita che il buon Nando Martellini avrebbe definito come ‘’palpitante’’, tanti sono stati i colpi di scena occorsi durante i 90+6’ di gioco.
Non è mia intenzione fare una cronaca di questo o quel fatto ma cercare di capire, metaforicamente con i lettori di Noielaroma, la ragione del blackout che ha caratterizzato la Roma dopo che aveva guadagnato il 3-1 giocando degnamente e facendo felice l’Olimpico come sempre riempito da migliaia di affezionati.
Lasciando da parte anche l’arbitraggio, mi domando il perché di un totale e subitaneo sbiadimento di energie e, soprattutto, di concentrazione che ha permesso alla Juventus di recuperare lo svantaggio e scavalcarci addirittura portandosi sul 3-4.
Non voglio puntare il dito contro capitan Pellegrini colpevole di aver sbagliato il rigore che avrebbe potuto riportare il risultato in pareggio dal momento che esiste la possibilità di calciare male e di vanificare il tiro dagli 11 metri.
Quello che mi domando è quale influenza possa avere lo Special One rispetto alla sua truppa. D’accordo, per vincere c’è bisogno di poter contare su giocatori di qualità ma non va dimenticato il fatto che, arbitraggi a parte, spesso i nostri calciatori sono i nemici di loro stessi, perdendo la necessaria concentrazione e la fondamentale autostima e trasformandosi all’improvviso come degli zombies che vagano nel nulla alla ricerca di qualcosa.
Non possiamo contare su una formazione – e conseguenti rincalzi – formati da tanti Diogene che, lanterna stretta alla mano, girano senza costrutto cercando l’uomo.
Personalmente mi sta anche bene il giocatore pippa che sa di esserlo e che tutti sono consapevoli dei suoi limiti. Ma che giocatori che dopo un paio di partite si sentano indispensabili e pronti ad inviare il loro procuratore a chiedere un aggiornamento di emolumenti, se ne può benissimo fare a meno.
Paradossalmente, questo anno zero dell’era Mou, si sta lentamente trasformando in un incubo dal quale pare impossibile uscirne fuori.
Basterà l’innesto di un nuovo centrocampista a far fare alla Roma il salto di qualità?
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