Press "Enter" to skip to content

Milan 3 Roma 1

Il giorno della Befana si racconta ai bambini che verrà a trovarli una vecchina su una magica scopa volante e che lascerà loro dolciumi, ma anche carbone se sono stati cattivi. Un’altra storia, che ha molto seguito, racconta di un uomo crocifisso da Roma e per quello sgarro stiamo, evidentemente, ancora pagando. Cosa centrano i due fatti? Che abbiamo preso un sacco di carbone e che c’è una divinità che ancora non ha finito con noi.

Allo stadio San Siro di Milano va in scena la prima giornata del girone di ritorno: sotto curva sud i diavoli rossoneri guidati da mister Pioli, sotto il settore ospiti i lupi giallorossi del portoghese Mourinho. Dirige le danze l’arbitro Chiffi coadiuvato dal VAR dal collega Aureliano.

E qui finisce il racconto della partita di ieri. Potrei parlarvi dei continui errori tecnici dei giocatori della Roma, quello di Ibanez su tutti che da il via al gol del raddoppio, dei reparti troppo lontani tra loro, del pressing assente per tutto il primo tempo, della mancanza di coordinazione tra chi ha il pallone e il movimento di chi lo deve ricevere, degli errori sotto porta abbastanza grossolani le poche volte che ci siamo arrivati eccetera, eccetera, eccetera. Potrei se quella di ieri fosse stata una partita di calcio, invece era un incontro di wrestling: non finto, ma predeterminato.

Tutto regolare, no?

Perché ci vuole predeterminazione per assegnare un rigore come quello per il “fallo di mano” di Abraham. Già è assurdo che un’azione normale di gioco, senza proteste, venga rivista frame-by-frame dal VAR, com’è assurdo assegnare la massima punizione con la sfera che NON cambia rotazione a seguito dell’eventuale impatto, ma è altrettanto assurdo sentir dire “è stata punita l’intenzione di colpire il pallone col braccio”.

Vogliamo fare i precisi e dirla tutta? L’angolo da cui scaturisce il rigore nasce da un NON fallo di Mkhitaryan e da un tiro deviato prima da Veretout e poi dall’arbitro: da regolamento si doveva sospendere il gioco e ridare palla al Milan, non il calcio d’angolo. Ma andiamo avanti.

Che ci fosse una buona dose di volontarietà lo si capisce anche delle statistiche a fine partita:

  • Possesso 55% vs 45%

  • Tiri 19 vs 11 (precisione Milan 26,3% vs precisione Roma 45,5%)

  • Cross 12 vs 16

  • Falli commessi Milan 6 vs Roma 20 (che portano a 2 gialli per il Milan e 6 -di cui due doppi- alla Roma, con annesse due espulsioni)

Non è normale. Non è per niente normale in una partita in equilibrio statistico, vedere una squadra che picchia (20 falli sono troppi in generale) e una che subisce solo. E chi vi dice il contrario mente sapendo di farlo o non ha visto la partita.

Ginocchiata su gamba. Olio su tela. Regolarissimo.

Ma torniamo al bellissimo incontro offerto dalla Serie A e andiamo dritti dritti al minuto 44 del primo tempo, quando Zaniolo viene prima contrastato duramente, molto al limite, in area di rigore e poi bellamente denudato in area da Tonali. Ci si aspetta che, visto ciò che è successo al terzo minuto, anche questa azione venga rivista frame-by-frame. No, in sala VAR erano già a bere un tè caldo. La cosa più ridicola non è questa, ma ciò che succederà a fine secondo tempo: stesso intervento di Mancini su Leao, anzi meno evidente e meno dannoso, e fischio dell’arbitro, secondo giallo e rigore per il Milan: l’apoteosi della falsità, dell’incapacità, della mediocrità e della faziosità.

Ma è finita qui? NO! Tralasciando le migliaia di piccoli interventi ritenuti fallosi se fatti dagli ospiti e perfettamente legittimi se fatti dai padroni di casa, ci sono da riportare in distinta altri due casi al limite del risibile e del grottesco.

Sugli sviluppi di un corner per il Milan, Mkhitaryan contrasta Krunic col milanista che prende un’ancata e cade in area di rigore. Tifosi indignati che chiedono la massima punizione, dimentichi però dell’intervento di Kjear su Pellegrini all’andata: se non era rigore quello, perché dovrebbe esserlo questo? Il Top, però, lo si raggiunge con l’intervento di Ibrahimovic su Ibanez in area di rigore rossonera: Ibra contrasta da dietro Roger spingendolo col gomito sulla schiena e sgambettandolo da dietro SENZA mai intervenire sul pallone. Rigore? Ma quando mai. Eppure all’andata, stessi giocatori, area di gioco invertita il rigore è stato dato nonostante il difensore romanista tocchi e faccia cambiare direzione al pallone. Fantastico.

Difensori della Serie A, sappiate che SI PUò FARE!!!!

Ripeto: potrei scrivervi un pezzo lungo tre pagine sugli errori dei giallorossi, molli, deconcentrati, disarmonici e confusionari, ma avrebbe senso quando dopo 16 minuti hai già assistito a un campionario di nefandezze che la metà bastava? Si dice che la testa è importante per giocare bene, come può essere libera e concentrata se tutto ciò che fai si trasforma in un fallo e tutto ciò che NON fai anche?

Abbiamo limiti di rosa? Certo. Abbiamo limiti tecnici? Ovviamente. Il mister ha sbagliato qualche scelta? È umano anche lui, certo che sbaglia nonostante i 25 trofei vinti in carriera, chi dice il contrario è un fanatico. Non mi nascondo dietro al dito del “gomblotto” (cit.), ma chiedo solo di poter assistere a una partita di calcio 11 contro 11, non a un compendio di favoritismi sfacciati e mai celati.

È chiedere troppo?

Comments are closed.