Si torna a scrivere di Roma, dopo la prova domenicale contro il Torino ci si trasferisce tutti a Bologna per affrontare i padroni di casa allo stadio Dall’Ara. Mou sfida la sorte, un po’ per coraggio un po’ per necessità, e non rinuncia ai diffidati Mancini, Karsdorp, Abraham con Cristante, fresco di tampone negativo, inizialmente in panchina.
Ovviamente assenti Spinazzola e Pellegrini, più Villar ancora alle prese col Covid, restano titolari Smalling e Diawara, che si riprende una maglia da titolare; ancora trequartista Mkhitaryan con Zaniolo e Abraham di punta. Difesa a tre, centrocampo a quattro più uno e doppia punta per cercare di strappare i tre punti a una squadra che veniva da tre vittorie nelle ultime quattro partite.
Poco impegnato Rui Patricio che ha vita facile nella prima frazione su Barrow e Skov Olsen, deve però arrendersi al gol della vita di Svanberg che da fuori area trova un angolino imparabile per il portoghese. Questa malasorte di prendere gol sostanzialmente impossibili da evitare ce la porteremo ancora a lungo? Tutto ciò è molto romanista.
Difesa con Mancini – Smalling – Ibanez confermatissima con Chris che, però, perde il ruolo di talismano portafortuna con il gol dello svedese, con lui in campo la Roma non aveva mai subito gol. Come giudicare la prova del pacchetto arretrato? Difficile dare un giudizio sui singoli, in quanto i rossoblu di attaccare non è che abbiano tutta questa voglia.
Si può imputare a Gianluca la mancata uscita su Svanberg al momento del tiro, ma l’azione è stata così fortunosa e il tiro così effettato che sarebbe ingiusto. Persistono, però, i problemi in impostazione e ripartenza dal basso, ma sappiamo che nessuno dei tre ha i piedi per farlo. Fonseca non abbassò Cristante dietro solo perché capace a farlo…
Sulla fascia destra Karsdorp leggermente sottotono, meno pericoloso del solito in fase di attacco e più impegnato a coprire. Qualche spunto interessante, soprattutto nel primo tempo, e qualche buon imbucata al centro, ma è spesso raddoppiato e annullato dalla catena sinistra dei padroni di casa. Ammonito, stupidamente, al 91esimo, salterà la prossima per diffida.
Stessa sorte sulla sinistra per El Shaarawy che passa il primo tempo a sbattere contro un raddoppio di marcatura che lo limita e in pratica lo annulla e a subire gli attacchi sistematici degli avversari sul lato di sua competenza. Esce per infortunio al 51esimo.
Coppia centrale con un inconsistente Veretout e un abulico Diawara. Mou affida a Jordan il compito di schermare la difesa e coprire i tre dietro, cosa che fa abbastanza bene, dimenticando però che Amadou non ha nel suo gioco la propensione all’attacco. Così facendo la linea mediana risulta troppo schiacciata al centro senza nessuno a dare man forte in fase offensiva. Tant’è che già all’intervallo Diawara verrà sostituito da Carles Perez (perché non titolare?) e 8 minuti dopo anche Jordan lascerà il campo a Cristante.
Come anticipato, Mkhitaryan è il trequartista della squadra. Puro, in questo match, nel senso che è colui che dovrebbe galleggiare tra le linee e rifinire l’azione, senza più movimenti di interscambio col centrocampista tecnico come nelle altre uscite. Il risultato però è avvilente, con l’armeno sempre chiuso da due o tre avversari incapace di essere realmente pungente. Si è voluti tornare all’antico cercando di sparigliare la rete difensiva, si è finiti per caderci dentro con tutti gli scarpini.
Duo di punta Zaniolo – Abraham. Tammy ci prova più e più volte a sfruttare il suo momento positivo cercando la via del gol in tutti i modi, ma nonostante l’impatto corretto col pallone è la precisione a mancare: incredibile il gol mancato con il colpo di testa al minuto 18 finito, finito a lato da posizione invitate su cross perfetto di Karsdorp; la punizione al 74esimo fa la stessa fine ed è sfortunato, quando la mira è giusta, al minuto 85 quando Skorupski gli nega il gol dopo un bell’avvitamento in area. Ammonito per aver subìto un fallo, si esatto, salterà l’incontro con l’Inter per diffida.
Nico, invece, passa la serata più assurda della sua carriera giallorossa: pestato, placcato, spinto e contrastato più volte irregolarmente non gli viene mai riconosciuto un fallo a favore, tanto da far dichiarare al suo allenatore che la Serie A non è più il campionato adatto a lui. Così non si può giocare, infatti risulta particolarmente limitato e nervoso, condizioni che lo porteranno a prendere un giallo al 71esimo per un fallo commesso dopo più di un’ora di subìti.
Girandola dei cambi che parte nell’intervallo con Perez per Diawara, ma senza sortire gli effetti sperati, Shomurodov per El Shaarawy che si farà notare più per i ripiegamenti difensivi importanti che per le folate offensive; Cristante per Veretout e infine Viña per Mancini, sostituito soltanto per evitargli il giallo vista la piega presa dalla partita e dalla direzione di gara.
Il Bologna è stato bravo e fortunato a trovare il gol su cui poi ha campato di rendita e abile nell’arroccarsi al centro facendo una densità tale da impedire il gioco agli ospiti che, imperterriti, si sono incaponiti a cercare la via centrale invece di sfruttare le fasce. Giallorossi che, invece, hanno mostrato un passo indietro nelle idee di gioco, ripetute allo sfinimento per tutto la partita nonostante la loro infruttuosità, contando ancora una volta più sulla giocata illuminata del singolo, che è mancata, che su trame di squadra.
Quindi la sconfitta della Roma è attribuibile solo a demeriti propri? Assolutamente no, scandalosa come al solito la direzione di Pairetto (come può arbitrare uno che è fratello di un dirigente di una squadra le partite di una diretta concorrente, poi ce lo spiegate) che decide di estrarre cartellini a senso unico, graziando più volte i giocatori di casa (Soriano la partita non avrebbe dovuto finirla in campo) ed estraendo gialli ridicoli agli ospiti. A pensare si fa peccato, ma molto spesso si ha ragione…
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