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Roma 0 Napoli 0

Ci siamo sempre tutti lamentati del fatto che il calendario è troppo stretto e si giocano troppe partite ravvicinate, ciò sfianca noi tifosi e stanca i giocatori. L’unica cosa positiva è che questa corsa contro il tempo ti da la possibilità di ritornare a giocare subito dopo una brutta sconfitta, dopo una umiliazione cocente.

Ed è con questo spirito di rivalsa che la Roma affronta il Napoli all’Olimpico, ma con ancora le scorie non smaltite dal turno di Conference League. Mou usa la mazza chiodata e spedisce in tribuna Reynolds, Kumbulla, Villar, Diawara e Borja Mayoral, al loro posto in panchina tanti giovani della primavera. Il tempo della diplomazia è terminato, adesso o lo capiscono o si chiamano fuori rovinandosi la stagione e forse il futuro.

Out per infortunio Spinazzola e Smalling, per il resto si gioca con i titolari: il match contro i partenopei lo richiede. Prima di addentrarci oltre, faccio presente che non tratterò l’argomento Spalletti – Roma – Totti perché penso che ognuno abbia diritto di esprime le proprie opinioni e io il dovere di non alimentare la fiamma della polemica. Ecco, se cercate questo potete anche chiudere qui.

La Roma e la sua gente.

Scarsamente impegnato dagli avversari, Rui Patricio passa un pomeriggio tutto sommato tranquillo. Ciò non è affatto da sottovalutare se consideriamo che fino ad oggi il Napoli aveva sempre segnato e veniva da un filotto di sole vittorie in campionato. Un paio di facili interventi e un brividino lungo la schiena nel secondo tempo, quando viene tradito da un rimbalzo anomalo della sfera al momento del rinvio, ma niente di trascendentale.

Pacchetto arretrato a quattro con Viña a sinistra, Karsdorp a destra e coppia centrale ManciniIbanez. La sagra della perfezione, qui dove peschi peschi eccellenza. Grandissima prova del reparto dove è veramente difficile, se non impossibile, estrarre un nome come migliore in campo. Stupisce, ma neanche troppo, l’agonismo di Roger sostanzialmente invalicabile; le chiusure e gli anticipi di Gianluca vero e proprio generale della difesa; Matias ottimo in copertura e prezioso nelle ripartenze e Rick posseduto dal demonio che non sbaglia niente dietro e costantemente presente in fase offensiva.

Duo di centrocampo con l’altra coppia fissa CristanteVeretout. Jordan è il solito mastino sempre pronto a interdire le giocate degli avversari, elegante e preciso tocca molti palloni sbagliandone pochi; nella seconda metà di gioco, vedendo la squadra in sofferenza, alza il pressing sganciandosi dalla mediana creando caos e confusione nelle ripartenze avversarie dando modo ai compagni di riprendere il pallino del gioco.

Il Capitano, anche oggi tra i migliori.

Descrivere la prestazione di Bryan contro il Napoli potrebbe sembrare facile, ma la verità è che la sua superiorità sui diretti avversari è stata a tratti imbarazzante. Con il sangue agli occhi per tutti i novanta minuti, preso dalla foga agonistica a un certo punto ha cominciato a sradicare palloni e a dipingere gioco in modo esaltante. In una squadra con tantissime eccellenze, lui forse si porta a casa il titolo di Man of the Match.

Pacchetto offensivo classico con ZanioloPellegriniMkitharyan. Cominciamo subito con l’armeno, nota dolente di tutta la formazione giallorossa: se i compagni sfoggiano una prestazione maiuscola, lui al contrario si eclissa diventando un oggetto avulso dal gioco. Poco ispirato, pasticcione con la palla tra i piedi, Mou aspetta un’ora di gioco prima di toglierlo dal campo.

Se Sparta piange, Atene invece ride: Zaniolo sta tornando e la prestazione di ieri è assolutamente in linea col suo rendimento pre-crociati. Devastante nelle accelerazioni, incantevole con la palla tra i piedi, ha l’unico difetto di incaponirsi spesso in azioni personali e di dialogare poco con i compagni. Questo, però, è il suo stile e finché costringe i difendenti ad abbatterlo per fermalo va bene così.

Capitan Pellegrini gioca una partita in chiaro scuro, ma non certo insufficiente. Chiamato a compiti di copertura e interdizione, più che di rifinitura e costruzione, cancella dal rettangolo di gioco un certo Fabian Ruiz, che scarso non è. Dotato di un piede magnetico, autore di alcuni agganci su lanci sporchi veramente da applausi, quando nel secondo tempo la Roma cresce è abile a inserirsi negli spazi e rischia il gol in almeno un paio di occasioni da posizioni complicate. Sempre concentrato e presente, si sporca le mani dimostrando una completezza di repertorio invidiabile.

Tammy lanciato da Bryan verso la porta. Peccato davvero per quella caviglia.

Chiude l’undici Abraham, stoico e sfortunato come solo gli attaccanti della Roma sanno essere. È acciaccato e non al 100% e si vede, ma la sua sola presenza incute timore e rispetto nei suoi marcatori. Vittima di un riacutizzarsi del dolore alla caviglia al 25esimo minuto, si prende un giallo per essere rientrato in campo senza autorizzazione per poi sprecare la palla gol più clamorosa del match a tu per tu con Ospina: l’idea di aprire il piattone per cercare il secondo palo è giusta, ma il tocco sul pallone manca della giusta sensibilità e la sfera si spegne a lato, con la caviglia sana e non dolorante il risultato sarebbe stato diverso. Nonostante tutto resta in campo 80 minuti combattendo per la maglia e per la Roma.

Due soli cambi per Mou, come ampiamente preventivabile già dopo la conferenza stampa di sabato: El Shaarawy al posto di Miky, buona prova anche se limitata parecchio dallo scarso minutaggio, e Shomurodov per Tammy quando ormai di minuti ne mancano giusto 10 più recupero. Ingiudicabile.

Match molto sentito in cui i giocatori in campo danno il fritto e in cui Mourinho da vita a uno show fatto di grinta e recriminazioni. Tanta animosità verrà prima punita con un giallo al minuto 18 e poi con un secondo al minuto 80. Per eccesso di foga, anche il preparatore dei portieri verrà premiato con un un cartellino ocra.

Nelle tue mani, Rui.

Dove tutte hanno fallito, la Roma riesce e stoppa la corsa del Napoli portandosi a casa un punto prezioso per muovere la classifica, ma soprattutto una prestazione maiuscola che rigenera e rinfranca dopo l’opaca figura norvegese. La stagione è lunga, il mister sa di aver bisogno degli “epurati” almeno fino a gennaio e mi rifiuto di credere che fino ad allora verranno tenuti ai margini della squadra. Non possiamo permetterci di perdere altro terreno e soli 13 giocatori non bastano a tenere il passo.

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