Giovedì di Conference League, giovedì da lupi. Nella fredda e sperduta Ucraina la Roma dei romanisti guidata da Mourinho affronta i padroni di casa dello Zorya. Con Karsdorp e Veretout rimasti a Roma e senza Viña e, ovviamente, Spinazzola, con Reynolds scomparso dai radar e inserito nella Top100 dei più ricercati d’America dalla FBI, i giallorossi cambiano tanto un po’ ovunque nell’undici titolare.
Rui Patricio inanella l’ennesima presenza e a questo punto è lecito chiedersi che abbia fatto di male Fuzato. Sicuramente ci sarà stato qualche screzio nello spogliatoio balcanico di Trigoria, il brasiliano appare sempre triste e infelice, quasi sicuramente chiederà la cessione a gennaio o finirà a fare compagnia a Fazio e Santon tra i fuori rosa. Ma perché parlo di Fuzato e non di Rui? Perché tolto un intervento al 93esimo sul 3 a 0 è stato completamente inoperoso, semplice.
Terzino desto wannabe Ibanez. Mettiamo le mani avanti dicendo che non è il suo ruolo e difficilmente lo sarà mai: non ha l’attacco della profondità e le poche volte che si spinge in avanti mostra dei piedi inadatti al ruolo. In copertura, ovviamente, dà il meglio di sé con interventi sicuri e decisi, leggermente impreciso nei colpi di testa, ma niente che un sano allenamento non possa correggere. Da rivedere? Preferirei di no, sinceramente.
Terzino sinistro Calafiori. Il buon Riccardo, emulo di Rick, invece è un terzino bello potente e si vede tutta la differenza col compagno sopracitato. Veloce nelle ripartenze, salta con sufficiente costanza il diretto marcatore ed è sempre presente in copertura in fase di non possesso. In più, dettaglio non da poco, ha un sinistro delicatissimo e gli assist che riesce a mettere al centro sono una delizia, peccato non trovino mai chi chiuda il cerchio. Finalmente in campo per novanta minuti, ottima prova.
Coppia centrale Kumbulla – Smalling. Partiamo dall’inglese per dire che vederlo giocare mi ricorda la scena di Forest Gump quando comincia a correre per la prima volta e spacca il tutore che aveva alle gambe. Chris fa lo stesso e più minuti incamera più ritrova lucidità, tempi e scioltezza. Certo, l’avversario aiuta parecchio a prendere confidenza, ma lui è bravo anche sotto porta a siglare il 2 a 0 sfruttando la torre del compagno. Per fare bene ci devi essere e lui c’era.
Marash sfodera una buona prestazione. Senza dimenticare che è un classe 2000 e che a 21 anni ci sta fare il quarto centrale dietro a gente come Mancini, Ibanez e Smalling, il ragazzo gioca impegnato e concentrato. Marca a uomo e non viene mai saltato, combatte col fisico e la testa risultando uno scoglio troppo ostico. Prende un giallo a 10minuti dalla fine con un intervento più dentro che fuori area, ma è questione di scarsa lucidità dovuta al poco minutaggio a disposizione. Contro determinati avversari può essere una buona arma in più.
Sulla mediana il confermatissimo Cristante, che si gioca la partita dei minuti giocati col portiere. Disgrega e costruisce azioni, si spinge in avanti sui corner e proprio da questa sua caratteristica sfornerà l’assist per Smalling. Non ruba l’occhio in modo particolare, ma non è che ci sia grande lavoro da fare contro lo Zorya.
A sorpresa torna Darboe vicino a Bryan. Ottima la prova del ganese, condita con l’assist per il vantaggio dopo appena 6 minuti e suggellata da un bel tiro al minuto 63 dopo una buona azione personale. Gioca facile, due tocchi, sempre con la calma olimpica che lo accompagna senza mai rallentare l’azione e quando può verticalizza senza forzare e con la giusta precisione. Niente che non sapevamo già potesse fare, ma è bello vederglielo fare.
Trio di trequarti, virtuale perché poi in fase di non possesso le cose cambiano, con Carles Perez, capitan Pellegrini e El Shaarawy. Il faraone è in palla e si vede, si diverte e vuole giocare. Il migliore in campo senza se e senza ma, corre, pressa, tira, segna l’uno a zero. Un incubo per la difesa avversaria.
Un gradino sotto il capitano, tornato dopo il turno di riposo forzoso affibbiatogli in campionato. Gioca un’onesta partita in cui galleggia con l’autopilota impostato, poche cose ma fatte bene. La partita non richiede niente di più per essere portata a casa e giustamente dosa le forze risultando comunque più avanti dei dirimpettai.
Il più deludente è Perez e credo che a questo punto Mou dovrebbe chiamarlo da parte e rispiegargli due o tre cosette. Tipo che se l’avversario è inferiore tecnicamente, non ti metti a fare lo splendido tu solo, ma porti prima il risultato in porto. La cosa positiva è che è più terzino lui di Ibanez e la sua presenza in fase difensiva è molto importante, ciò fa fare bella figura pure al compagno. Dopo un’ora il mister lo cambia e così la partita: il caso non esiste, Carles.
Chiude l’undici Shomurodov. 3800Km sono poco più della metà che separa la sua patria dall’Italia, quindi l’aria di casa dovrebbe essere più forte e stimolarlo un poco di più. No, invece gli prende la saudade e si intristisce finendo per sparire dietro le linee nemiche. C’era ieri in campo? Si, perché poi è uscito dopo un’ora. Stesso discorso fatto per Perez, Eldor rileggiti l’ultima riga.
Partita che si mette subito bene per i Mou-boys, prometto che non li chiamerò mai più così: dopo sei minuti già in vantaggio e gli avversari non fanno altro che sbattere infruttuosamente contro il muro difensivo. Questo, però, porta i giallorossi a tirare il freno a mano e giocare con sufficienza e svogliatezza. Il mister non lo accetta e dopo un’ora infila Zaniolo e Abraham e cambia il match: dopo 4 minuti dal loro ingresso Smalling raddoppia e dopo altri 2 minuti, proprio Abraham (che aveva preso l’ennesimo palo della sua esperienza giallorossa poco prima) chiude i giochi col 3 a 0.
Dopo 69 minuti entra in campo Diawara per Darboe, ma 20 minuti sono troppo pochi per dare una valutazione, mentre solo 15 sono più che abbondanti per farsi un’idea su Villar e Borja Mayoral. Schierato da trequartista al posto del capitano, Gonzalo lascia il segno con un tiro a giro parato dal portiere, ma poi sparisce risultando a tratti dannoso per la svogliatezza con cui gioca. Irritante. Borja, invece, deve aver visto troppi video di Schick tanto che riesce ad emularlo ormai alla perfezione: solo con un solo difensore davanti, preferisce sbattergli contro che saltarlo in qualche modo e quando poi riesce a tirare in porta spara alto da buona posizione. Frustrante.
A fine match Mou avrà da dire che l’importante è vincere e ha ragione, come ha ragione chi invoca l’arrivo di un regista, ma a questo punto ci metterei anche un terzino destro. Ma come, abbiamo vinto tutte la partite tranne due e non sei contento? Il mister vi sembra contento o soddisfatto del risultato? C’è una bella differenza e se non lo è lui non lo sono nemmeno io. La strada, però, è quella giusta e l’impegno di molti giocatori anche. Forza Roma!
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