Se dopo una caduta da cavallo la cosa giusta da fare è rimontare subito in sella, allora dopo una brutta sconfitta a Verona la cosa giusta da fare è affrontare subito l’Udinese. Bentornati sulle pagine di Noi e la Roma, tifose e tifosi giallorossi, questo è il pagellone della sfida dell’Olimpico: andiamo subito a rileggere la partita.
Sempre fuori dai giochi Viña e Spinazzola, formazione titolare per Mou che punta ancora sul giovane diciannovenne per la fascia sinistra.
Rui Patricio a guardia dell’Impero, completamente inoperoso nella prima frazione, fa segnare il suo nome nel tabellino del match dal minuto 72 in avanti. Prima deviando un cross pericoloso salvando il risultato, poi giocando bene con il cronometro per permettere alla squadra di ridisporsi e rifiatare. Di nuovo risponde presente al 91esimo deviando in corner una punizione centrale, ma forte, di Deulofeu. Presente.
Scorrazza imperterrito sulla destra Karsdorp, costantemente in proiezione offensiva, sta lentamente recuperando lo smalto dei giorni migliori. Piccoli progressi nella sua rappresentazione d’assalto, ancora incerto e leggero in contrasto e difesa. Proprio quando la squadra arranca sotto il peso della stanchezza, lui ancora stantuffa su e giù spingendo e coprendo. Deve ritrovarsi in fase di copertura, ma i segnali sono positivi.
Sul lato opposto, invece, la fascia è tutta di Calafiori. Il ragazzo ha certamente in cantiere di diventare un buon giocatore e lo dimostra proprio questa sera. Da rivedere con attenzione l’azione che porta al vantaggio giallorosso, in cui parte in pressione nella sua tre quarti, sradica il pallone e si lancia sulla fascia, resiste due volte alla marcatura avversaria prima di liberarsi totalmente per servire alla punta il più facile dei palloni per il gol. Caparbietà, grinta, determinazione e un pizzico di fortuna che non guasta mai. Ancora poco confidente del suo corpo, chiede il cambio al primo doloretto e verrà ripreso dal Mister davanti ai microfoni. Si può dare di più.
Coppia di fatto al centro della difesa Mancini – Ibanez. Se da un lato abbiamo un marcatore il cui compito è quello di spezzare le trame offensive avversarie, spazzando il pallone in tribuna quando necessario, dall’altra abbiamo un costruttore di gioco che punta sull’anticipo per ripulire il pallone e far ripartire l’azione. Questa è stata la prestazione dei due centrali di difesa, che quando chiude con zero gol subiti è sempre positiva. Certo, dietro ancora si balla troppo, ma vedere Gianluca con una maschera di sangue lottare per la squadra gasa e fa dimenticare le piccole magagne di entrambi.
Altro duo inseparabile Cristante – Veretout. Jordan torna all’antico sfoderando gli artigli e mordendo caviglie di chiunque gli capiti a tiro. Bryan copre la difesa occupando il posto tra Roger e Gianluca in fase di non possesso e tenta di dare i giri giusti alla sfera quando in possesso. Molto meglio di Verona, non c’è che dire, ma nessuno dei due è un vero e proprio regista e dopo le prime uscite, in cui aveva convinto di più, leggera flessione nel rendimento di Bryan nel ruolo. Sicuramente questa zona nevralgica del gioco della Roma avrà bisogno di qualcuno in più, ma lo sapevamo già.
Trio di trequarti con Zaniolo – Pellegrini – Mkitharyan. L’armeno resta in campo tutto il match giocando di esperienza e furbizia. Non proprio brillante, spesso non lo si vede in campo per larghi tratti, salvo poi accendersi all’improvviso e diventare pericoloso. Nico, dal canto suo, butta il cuore oltre l’ostacolo in una gara di corse sia in proiezione offensiva che in ripiegamento difensivo. Più presente in fase di copertura, Rick ringrazia, esce stremato. In questo momento Mou cerca un gioco molto largo e si affida ai terzini in spinta con loro due chiamati alla copertura più spesso di quanto sia nelle loro corde, l’applicazione c’è e i risultati pure.
Non brillantissimo il Capitano, ma comunque uno dei migliori in campo. Pellegrini lotta su ogni pallone, rincorre gli avversari, rincula in difesa, si abbassa per costruire è praticamente ovunque in tutte le ore, solo che questa sua onnipresenza presenta il conto negli ultimi 16m in cui non è sempre lucido e preciso. Spende bene il primo giallo, ne prende un secondo per motivi che ancora non ho ben capito, salterà il derby. Ingiustizie fantastiche e dove trovarle.
Unica punta Abraham. Prima del match si carica con Roma Roma insieme agli astanti, poi vive di scontri e sportellate, di giocate di classe pura e altre semplici, pulisce molti palloni sporchi e nonostante il raddoppio sistematico della difesa è sempre pronto a tutto. Segna un gol costruitogli su misura da Calafiori, spezza la maledizione dei pali segnando sotto la nord.
Contro ogni buonsenso Mourinho si gioca solo tre cambi: il primo al minuto 68 quando inserisce Smalling per Calafiori, il secondo al 73 quando El Shaarawy prenderà il posto di Zaniolo e infine al 85esimo quando Shomurodov concederà la passerella a Tammy. Sostanzialmente buona la prova dei tre, il migliore dei subentrati sarà proprio l’uzbeko che porterà un po’ di vitalità a un reparto in crisi creativa.
La Roma doma l’Udinese con un primo tempo molto buono, conducendo a lunghi tratti il gioco e costringendo i friulani a restare coperti e arroccati. Cala vistosamente negli ultimi 20 minuti, quasi verticalmente, dando il fianco alle azioni pericolose dei bianconeri. Una squadra con più freddezza e qualità ne avrebbe sicuramente approfittato e ciò non va bene. Mou chiede tempo e noi abbiamo il dovere di darglierlo. Questi tre punti, sofferti anzi che no, ci faranno comodo a fine stagione.
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