Prosegue la lenta agonia verso la fine del campionato della Roma, stavolta è il turno dei nerazzurri dell’Inter, neo campioni d’Italia, di banchettare sui resti della squadra che fu. Vediamo insieme com’è andata in quel di San Siro.
Fuzato confermato in porta raccoglie tre palloni in fondo al sacco, senza aver responsabilità alcuna. Anzi salva su Vecino poco dopo il gol dei compagni e per poco non arriva su Lukaku ad impedire il terzo. Da rivedere, magari con una difesa davanti la prossima volta. Così è ingiudicabile.
Linea a quattro con Kumbulla – Mancini centrali e Santon a sinistra con Karsdorp a destra. Se da un lato abbiamo un Gianluca che combatte e ci prova, dall’altro abbiamo un Marash timido e impacciato che non regge l’urto di nessuno dei quattro attaccanti scesi in campo per Conte. Ok il clima da “andiamo tutti al mare”, ma così è troppo.
Karsdorp è sicuramente uno dei migliori in campo di tutta la compagine romanista: corre avanti e indietro di continuo, mette sempre pericolosi cross per i compagni ed è costantemente in proiezione offensiva. Ovviamente ignorato il 90% delle volte dai compagni, non si arrende e gioca una partita più che sufficiente. Esce al minuto 87 per Bruno Peres.
Sulla fascia sinistra, come ho detto prima, Santon.
A centrocampo linea mediana con il baby Darboe accompagnato di nuovo da Cristante. Se ormai Bryan è un punto sicuro, buona la sua prestazione finché non lascerà il campo al rientrante Villar, il giovane primavera è una graditissima sorpresa: gioca sempre tranquillo, pure troppo, e trova molto bene i compagni; passaggi sempre precisi in verticale e non ha paura di andare a contrasto. Purtroppo qualcuno ha avuto la scellerata idea di metterlo in marcatura sul belga interista che, oltre a dargli 20cm, pesa più o meno il triplo di lui, costringendolo a perdere tutti gli scontri dei primi venti minuti. Cambiata la marcatura, il problema si è magicamente risolto. Prende un giallo dopo 5 minuti, lascia il campo a Carles Perez per gli ultimi sei minuti.
Pedro – El Shaarawy si alternano come trequartisti, giocando un tempo per uno. Lo spagnolo corre, almeno questo, ma per il resto ha la stessa pericolosità offensiva di un pesce rosso. Ha il merito di sbagliare ogni scelta con la palla tra i piedi, tant’è che Fonseca lo cambia con Stephan che dimostra, invece, di avere le idee molto più chiare. Spagna 0 – Italia 1.
Mkitharyan gira sulla stessa porzione dei due compagni soprascritti, ma lo fa in modo diverso. Intendiamoci, niente di trascendentale, ma almeno è ispirato quel tanto che basta da mettere dentro un invitante pallone di Dzeko per il 2 a 1. Piano piano sparisce, appiattendosi sulla mediocrità dei compagni.
Unica punta Edin Dzeko. Fa male vederlo giocare così, ma capisco che s’è voluto preservare Borja per la prossima partita. Un grande campione come lui costretto dall’età a giocare da fermo, che ha perso tutta la sua progressione e che non è più in grado di reggere l’urto dei difensori avversari. Fa male. Gli rimane il passaggio, quasi sempre ispirato, e il tiro: sfortunato quest’ultimo quando, dopo una bella piroetta da prima ballerina, si stampa sul palo invece di finire in fondo al sacco.
Chiude l’undici titolare capitan Pellegrini. Vale per lui quanto detto per Santon: niente. Questo il suo apporto alla causa di stasera. Si ostinano a:
fargli battere i corner, ma non è capace;
fargli fare l’uomo dell’ultimo passaggio, ma non è capace;
passargli la palla, ma non è capace di stopparla;
si ostina a tentare il tiro in porta, ma non è capace.
Mi spiegate, esattamente, a cosa serve Pellegrini oggi? Non è la prima partita che sbaglia e non sono i primi segnali di evidenti limiti tecnici che manda, oggi in special modo negativo, forse sarebbe il caso di interrogarsi sul reale valore del capitano. Sarà che quella fascia mi ero abituato a vederla sul braccio di Giannini, Totti, De Rossi e dello stesso Dzeko, gente che al pallone ha sempre dato del tu, ma vedere tanta carenza di fondamentali nel giocatore più rappresentativo è raccapricciante.
Fonseca ormai non ci prova neanche più e fa bene. Quando ha dato il fritto è stato sbertucciato come l’ultimo degli imbecilli, mentre lottava su due fronti è stato trattato come un futuro disoccupato, quando poi ha attraversato il peggior periodo della stagione senza titolari e con le riserve non al meglio è stato bersagliato da tutti i punti di vista, perché dovrebbe continuare a provarci ora? Per professionalità? Perché comunque viene pagato? Si, forse sarebbe giusto così, ma ormai lo hanno abbandonato pure i giocatori, che può fare di più?
Tristemente ci avviamo verso il derby e poi ad affrontare l’ultima di campionato contro lo Spezia, sperando di voltare pagina il più in fretta possibile e di cominciare una nuova stagione dove, inevitabilmente, i rami secchi andranno estirpati. Tutti.
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