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Ultima fermata: Manchester

Diciamolo in tutta franchezza: a quanti tifosi interessava questa partita? Probabilmente a tanti ma sicuramente c’era anche una parte che aveva la testa rivolta verso la semifinale di Europa League a Manchester.
Non lo sappiamo di certo ma anche la banda Fonseca ha la testa puntata verso la perfida Albione dal momento che il mister, che punta tutto sull’incontro europeo, è stato il primo a snobbare questa partita.

Razionalmente, si affermerà, era giusto salvaguardare i calciatori affaticati da tanti ravvicinati incontri e da chi stava fuori forma e, quindi, spazio alle seconde e terze linee. Rispolverato il buon vecchio Mirante, l’ex comandante Fazio, inserito Reynolds (che deve apprendere che la serie A non è come giocare contro l’Orlando o il Filadelfia), messo titolare un sempre più sbiadito Pedro, addirittura richiamato alle armi quel che rimane di Pastore e con Brunetto Peres oramai proiettato nel campionato turco, la Roma rinunciataria di Mkhitaryan, Dzeko, KarlsdorpCalafiori, Pau Lopez e via dicendo, ha affrontato la trasferta con poco senso di appartenenza.

Eppure la storia si era messa in discesa con la settima rete in campionato di Borja Mayoral a neppure duecento secondi dal via. Ma chi davanti alla tele, pensava in una goleada contro il Torino proiettato in avanti per recuperare lo svantaggio e con la Roma pronta a colpire, prendeva un abbaglio grande come una petroliera iraniana.

I soliti errori, rappresentati da imprecisioni dei passaggi, inutili retropassaggi (spesso hanno messo gli avversari nella condizione di rubare palla), mollezza nei contrasti ed evidente fatica fisica, hanno portato i giallorossi a tentare di proteggere un risultato quasi casuale.
Merito del Torino è stato quello che per tutti i 90+4 minuti, non si è mai arreso creando diversi pericoli (alcuni sventati da Mirante) fino a quando è riuscito a pareggiare.

1-1? Magari. I granata hanno visto l’opportunità di guadagnare l’intera posta anche a costo di subire un secondo gol dalla Roma ma l’inconsistenza del nostro gioco ha reso loro, la vita più che facile tanto che si sono portati in vantaggio e, nella manciata di minuti finale, addirittura triplicare le reti infilate alla porta romanista.

Fonseca, a incontro terminato, ha dichiarato che il 4° posto è quasi impossibile da raggiungere e che manca quella concentrazione che avrebbe dovuto essere il nerbo della sua squadra. Ovviamente corolla il tutto affermando che c’è un problema con i difensori e con i terzini e cita le tante assenze per giustificare quanto di ingiustificabile c’è.

Appare chiaro che il 22 aprile, Roma-Atalanta diventa solamente un fastidio dove è prioritario risparmiare le energie per la trasferta a Manchester dove, quattro giorni dopo, la squadra deve inventare un vero e proprio miracolo. Sicuramente rientrerà Spinazzola, probabilmente anche KumbullaSmalling e la squadra tornerà ad assumere una parvenza di squadra sperando che cuore, combinazioni del destino, fortuna e carattere possano operare il miracolo di riportare a Roma un risultato positivo.
I nostri avversari oggi hanno continuato il loro cammino nella Premier, segnando tre reti e la Roma le tre reti le ha subite da una squadra che certamente non eccelle in classifica.
Insomma, dopo Torino-Roma, miracolo cercasi.

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