Si sapeva che la poco protetta (dal Palazzo) Roma, avrebbe incontrato delle difficoltà nell’incontrare il Napoli stasera all’Olimpico. Già decimata dalle assenze dovute ai tanti infortuni (ci chiediamo perché tutte le disavventure toccano a noi: forse una errata preparazione?) e stanca dal gravoso impegno in terra Ucraina, la banda di Fonseca si è arresa ai partenopei che hanno chiuso l’incontro già nei primi 45’ con una doppietta dell’inafferabile Mertens.
Se la prima rete veniva siglata da una beffarda punizione, il raddoppio lo si può assegnare alla solita superficialità che la Roma attua spesso e volentieri in difesa.
Un Pedro intestardito nel tenere il pallone più del dovuto (e nella maggior parte dei casi perso malamente), faceva pendant con un irriconoscibile Dzeko che molto probabilmente pagherebbe per essere arrivato a fine stagione con la maglia giallorossa. C’è da dire che il resto della squadra non è che abbia brillato ad iniziare dal solito Pau Lopez che alterna prestazioni di livello con enormi incertezze sempre mortali. Anche El Shaarawy pare essere rimasto con la testa al campionato del Celeste Impero e del faraone che abbiamo ammirato a Roma, c’è al momento restata solo l’ombra. Ma la lista potrebbe continuare fino a coprire tutti i protagonisti (comparse?) che sono scesi nell’agone con l’intenzione di recuperare punti per mirare ancora al quarto posto.
Ora mister Fonseca ci deve spiegare se, considerato intelligentemente che il posto per disputare la Champions il prossimo anno non è più raggiungibile, abbia volutamente puntare tutto sull’Europa League che, laddove la si dovesse vincere, darebbe lustro al suo lavoro e permetterebbe di aggiungere un bonus sul suo curriculum vitae.
La Roma ci ha provato fino all’ultimo, per orgoglio, ma senza alcun costrutto se si toglie un palo colpito da capitan Pellegrini anche oggi al di sotto di uno standard di qualità e un bel tiro di Cristante che Ospina ha miracolosamente parato. Troppo poco per essere una squadra di qualità e di questo si è avuto conferma guardando i Friedkin in tributa nel scuotere la testa dinnanzi ad una prestazione della loro squadra che sicuramente ha aumentato il loro disagio e la loro delusione.
A parte le impietose analisi a botta calda, i tifosi devono considerare questo come l’anno zero di una squadra destinata ad essere sostanzialmente migliorata per la prossima stagione.
Sicuramente usciranno quei giocatori che non rientrano nella progettazione targata USA come Fazio, Juan Jesus, Pastore e via dicendo e, probabilmente, ci saranno definitivi addii come quello di Dzeko, Florenzi e chissà quanti ancora.
Stasera nessuna giustificazione e torniamo a leccarci le ferite da veri lupi constatando, una volta di più, che la Roma non gode delle grazie dei potenti del mondo del calcio ma come diceva il grande ingegnere Dino Viola “la Roma non piange mai!”
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