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Parma 2 Roma 0 ParmaCotti

Domenica pomeriggio di sole allo stadio Tardini per il match delle 15 tra i padroni di casa e i giallorossi di Fonseca. Analizziamo subito ciò che è successo in campo, senza altri indugi.

In porta confermatissimo Pau Lopez. Imperfetto, forse, nell’azione del primo gol del Parma: una rasoiata bassa vicino alle gambe andrebbe sempre respinta in qualche modo, ma c’è da dire che il pallone è stato ben calciato e che giocare contro sole non ha aiutato di sicuro, è un gol che si prende senza gridare allo scandalo. Il rigore non lo commentiamo nemmeno, non è la specialità della casa, ma va detto che a inizio ripresa evita il due a zero con un intervento decisivo. Incolpevole.

L’incolpevole Pau, almeno oggi.

Difesa a tre con il rientrante Ibanez centrale: è fuori forma, poco lucido e arrugginito. Gli avversari lo notano subito e soprattutto nelle ripartenze lo puntano contando sulla sua scarsa atleticità. Infatti è da un suo intervento goffo che nasce il rigore del due a zero. Sempre presente in marcatura, ma non basta. Alla sua sinistra Kumbulla, impacciato e fuori giri ad inizio match, commette l’errore di farsi saltare dopo 8 minuti dal suo dirimpettaio, azione che porterà all’uno a zero. Timido e lento, non garantisce adeguata sicurezza al reparto. Mancini chiude il terzetto arretrato, ma stavolta nemmeno lui può salvare capre e cavoli, capitolando nella giornata nera della squadra. Il gol del vantaggio del Parma si conclude sulla sua area di competenza, evidenziando quanto sia importante l’automatismo raggiunto con Karsdorp in fase di copertura. Giornataccia.

Sulla mediana torna a destra Bruno Peres, o almeno così stava scritto sulla distinta ufficiale. Non c’è né in difesa né in attacco, pasticcione con la palla tra i piedi e sempre pessimo nei cross al centro. Eppure stavolta una punta alta in campo c’era. Così no. Duo centrale composto da Villar e capitan Pellegrini. Gonzalo è tutto ordine e pulizia, pensiero ed esecuzione, in una partita simile avrebbe fatto comodo un istintivo al suo fianco per controbilanciare, però purtroppo è rotto e così finisce per perdere di efficacia anche lui.

Lorenzo dovrebbe accendere la squadra, essere il volano per le azioni offensive, ma si perde nell’ultimo passaggio e si ostina a calciare angoli e punizioni: aver tirato fuori il jolly dal mazzo un paio di volte, non vuol dire essere capace di farlo sempre. Se lui è il battitore designato dei calci piazzati, ho terrore di vedere gli altri in allenamento che combinano. Chiude il blocco centrale Spinazzola, svogliato e stanco ci prova a spingere, ma l’unica cosa che offende è la nostra pazienza. Non è serata, né per lui né per gli altri.

Rientro in campo per Ibanez, ma giornata da dimenticare

Tre quarti col duo Pedro El Shaarawy. Che dire dei due? Innanzi tutto che Stephan funge da seconda punta, giocando sulla stessa linea di Dzeko (spoiler sulla prima punta), mentre lo spagnolo giostra più da rifinitore alle loro spalle. Nonostante questo squilibrio di posizioni, nessuno dei due cava un ragno dal buco. Vuoi per la difesa in giornata di grazia del Parma, vuoi perché oggi non avrebbe segnato nessuno in casacca giallorossa nemmeno con le mani, fatto sta che girano a vuoto e basta. Dopo un’ora di gioco, Fonseca ne ha abbastanza e cambia lo spagnolo per un altro facendo entrare Carles Perez, ma è tutto inutile e il cambio non sortisce effetti.

Dzeko gioca da titolare riprendendo il discorso lasciato l’ultima volta che ha giocato: non gli va. Abulico, macchinoso, sempre fuori posizione, gioca per farti un favore e non fa nulla per nasconderlo. È entrato, giustamente, nella storia della Roma, credo che avrebbe potuto scegliere un modo migliore per uscirne. Irritante e controproducente.

Dzeko da disposizioni, la squadra ci prova, ma non riesce.

Il mister non si arrende alla sfortuna di una giornata nata male e continuata peggio e da il via alla girandola dei cambi immettendo Cristante, Borja Mayoral, Diawara e perfino Reynolds al posto di Bruno Peres, pur di non ristabilire la parità in campo numerica, ma non c’è verso di rianimare una squadra scarica, forse stanca, sicuramente a corto di fiato ed energie mentali. Timide reazioni dopo il gol subito, ma si ha l’impressione che sia solo inerzia e che, sotto sotto, perdere questa partita a loro non dispiaccia più di tanto.

Si possono dare colpe alla squadra o Fonseca dopo una gara del genere? Si, se volete perseguire il modello Tafazzi (il simpatico omino che si batteva i testicoli con una mazza col sorriso sulle labbra), ma a essere onesti no: giocare ogni tre giorni porta ad avere una squadra che non si può allenare, che in settimana può solo recuperare dalle fatiche dell’ultimo incontro e si deve gestire l’energia residua dando spazio a giocatori che non sono perfettamente integrati nei meccanismi di gioco. Tutto sommato una sconfitta che ci può stare, purtroppo ci allontana dall’obiettivo Champions, ma il campionato è ancora lungo e non dobbiamo mollare.

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