Mi accingo a scrivere questo pezzo con un misto di incredulità e disorientamento. Come si può parlare in modo serio dell’ultima partita del girone di Europa League della Roma? Ho capito che “quelli bravi” ci riescono e attirano frotte di lettori, ma io non ne sono capace. Quindi la buttiamo “in caciara” e chi s’è visto s’è visto? No, però non aspettatevi troppo.
Fatte le dovute premesse, andiamo a incominciare. In porta non gioca Mirante, ma nemmeno Pau Lopez. La prima notizia della serata è Pietro Boer che fa il suo esordio tra i grandi, in Europa. Che dire di lui? Su tre gol presi, due sono colpe evidenti dei compagni e su uno è incolpevole: Milanese gli copre il tiro e vede la palla veramente all’ultimo, ma in tutto questo era quasi riuscito a deviarla. Cosa mi è piaciuto? Il suo essere un portiere “offensivo”, non resta a guardia dei pali, è molto rapido nelle uscite e non ha paura di gettarsi verso la punta. Io il nome me lo segno, secondo me ne sentiremo parlare a lungo.
Dei tre davanti al portiere si salvano solo Kumbulla e Smalling, che lo sostituisce nell’intervallo. Gli unici del pacchetto arretrato ad aver preso seriamente la partita. Fazio dimostra che se non ha la giusta pressione psicologica, se non “sente” il match, è meglio che stia a casa a fare altro; Juan Jesus non riesce a fare bene nemmeno contro una comitiva bulgara che farebbe fatica a lottare per un posto salvezza nella nostra serie B. Se questo ancora non ha chiarito le idee dei due su quale sia la direzione che deve prendere la loro carriera da calciatori arrivati a questo punto, niente potrà mai farlo. Indegni.
A centrocampo, mister Fonseca schiera Bamba a tutta fascia sulla sinistra. Altro esordio per un ragazzo che dimostra di avere una buona corsa, un buon feeling col pallone tra i piedi e un fisico niente male. Inserito nel giusto contesto tattico e con la giusta maturazione, chissà dove potrà arrivare. A destra Bruno Peres, prima di passare a sinistra nella ripresa con l’avvento di Karsdorp, che ci prova. Ci prova a fare qualcosa, tira pure le punizioni adesso, ma i risultati…c’è da dire che almeno non è tutta colpa sua. Volenteroso. Lascia il posto a Tripi negli ultimi dieci minuti.
Nel cuore della mediana un disastroso Diawara ci tiene a ricordarci perché è stato tante volte in panchina, con una prestazione che definire vergognosa è un gentile eufemismo. Tutto ciò che lui fa è male, le idee in uscita, in costruzione, in percussione sono tutte accompagnate da una realizzazione del gesto tecnico ridicola e un tempismo fuori logica. Dico sempre che i giocatori bisogna sostenerli perché insultarli non fa il loro bene ne quello della Roma, ma non posso evitare di criticarli quando sono impresentabili.
Al fianco di Amadou, il buon Tommaso Milanese. Oggi in gol, alla prima da titolare tra i grandi, accompagnato dalla più bella delle esultanze, una di quelle che ti fanno ricordare perché ami questo sport: mani nei capelli e faccia incredula di chi ha appena realizzato il sogno di una vita e stenta a crederci. È tutto vero Tommaso, goditelo. Lascia il campo a Villar, per la gioia di parte della tifoseria. Bravo Gonzalo.
Finalmente arriviamo alle buone notizie: Mayoral. In questo articolo voglio iniziare il reparto offensivo partendo da quello che, attualmente, è l’uomo più in forma del pacchetto avanzato. È ovunque, cerca sempre il taglio alle spalle dei difensori, pressa, lotta e aiuta la squadra. Secondo me, in questo momento, Borja meriterebbe più minuti anche in campionato. Dzeko, sembra, ha finalmente un vice.
Benino Pedro, in uscita pre-riposo causa cartellino rosso (a proposito, lasciatemi salutare il buon Maresca che domenica ci guarderà da casa….) gioca più per divertirsi che per divertire, in completo relax, prende la partita per quello che è, un gelido bagnato allenamento, e non si spreca più di tanto; stessa cosa il compagno Carles Perez, ma con giudizio completamente opposto: se Pedro può permettersi una “vacanza”, dall’alto dei suoi traguardi e della sua carriera, certo non può usufruire dello stesso lusso chi ha cominciato un quarto d’ora fa e non ha ancora raccolto niente. Perez si è fatto trascinare dalla mediocrità di squadra sprecando l’occasione di dimostrare il suo vero valore. Prenda esempio da Tommaso, Pietro e gli altri piuttosto che da Federico, Juan e Amadou.
Siamo giunti così al termine di questa analisi post match, ringraziando Fonseca per aver permesso a così tanti ragazzi di esordire in prima squadra, di assaporare il gusto di una competizione europea e di toccare il cielo con un dito a seguito di un gol. Le grandi squadre queste partite le vincono, i grandi allenatori le usano per far crescere i giovani. E il nostro mister è un grandissimo allenatore.
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