Ci sono storie che profumano di olio di canfora e di campi di calcio di terra bagnati dalla pioggia. Li dove giovani speranze e vecchi amatori si incontrano per la partita serale o nel fine settimana, per una classifica che potrebbe regalare la promozione ad una serie superiore.
Ci sono storie che hanno segnato in qualche modo il mondo del calcio perché raccontano di calciatori, pressoché sconosciuti, arrivati di colpo ai massimi livelli senza perdere lo spirito che accompagna la voglia di giocare e di vincere.
Chi non ricorda l’avventura di Moreno Torricelli, il Geppetto di Roberto Baggio. Falegname in una fabbrica di mobili in Brianza col passatempo del calcio. Della Caratese per l’esattezza. Nasce tutto durante un’amichevole estiva contro la Juventus. Giovanni Trapattoni che se ne innamora con l’ex falegname che diventa terzino titolare della squadra che salirà sulla vetta del mondo nel 1996.
Per non parlare di Jamie Vardy, il metalmeccanico di Sheffield, o meglio il bomber di periferia che passa dal Fleetwood Town al Leicester per un milione di sterline. Prima la promozione in Premier League poi l’impresa con Ranieri in panchina, la conquista del campionato con un’incredibile cavalcata ed il tifo per le Volpi da ogni angolo del pianeta.
Questa storia nasce a Kranj dove circa 40.000 anime vivono immerse nella magnifica natura slovena, con il Canyon del fiume Kokra che rimane l’attrazione per eccellenza di motociclisti o visitatori che pianificano un tour in questa zona.
L’ amante del basket a questo punto direbbe “Lo so di chi vuoi parlare! Gregor Fucka! La medaglia d’oro ai campionati Europei del 1999 in Francia!”. No, non si tratta di un uomo. Ma di una donna.
Anzi di una ragazza. Biondissima. Che coltiva un sogno guardando Hope Solo e compagne vincere l’oro Olimpico prima a Pechino e poi a Londra. Lo ZNK Pomurje è il trampolino di lancio. 19 Gare in totale e 27 gol. Da centrocampista, non da attaccante. E se queste sono le premesse …
Un paio di esperienze (sfortunate) in Austria poi il ritorno a casa, nell’Olimpia Lubiana. Ed è qui che emerge un lato ai più sconosciuto. Qualcosa di difficile da rintracciare su Wikipedia. Perché Kaja (questo è il suo nome) non è soltanto una calciatrice forte, un talento. Ma è anche un’addetta aeroportuale che, in divisa e gilet catarifrangente di sicurezza, dispensa informazioni su parcheggi e Terminal.
Kaja Eržen je 22-letna nogometašinja, ki igra za Ženski nogometni klub Olimpija. Čeprav igra v prvi ligi, za seboj ima že 13 let tekmovanj v različnih kategorijah, mora za preživetje ob tem še delati. Dan s Kajo Eržen je preživela Tadeja Magdič.
Pubblicato da Svet su Lunedì 5 settembre 2016
Eh già. Perché bisogna pur pagare la bolletta e fare la spesa. Continuando ad allenarsi duramente. E sulla professionalità non si discute. A testimoniarlo i risultati. 22 Gol in 19 partite e squadra che vince il campionato.
Inevitabile che il suo nome finisca sul taccuino degli osservatori. Ormai il nome di Kaja Eržen arriva anche in Italia dove il movimento sta pian piano crescendo, pur rimanendo distante dai grandi campionati come quello francese, inglese o americano. La slovena si accasa al Tavagnacco, a pochi passi da casa in fondo, perché basta attraversare il confine.
Galoppate sulla fascia, grandissima duttilità e bordata da fuori area attirano le attenzioni delle grandi, fra queste la Roma Femminile che, dopo un anno di apprendistato, è ormai pronta al grande salto.
Insieme a lei arriva Manuela Giugliano, la Nazionale Brasiliana Andressa, insomma nomi pesanti che alzano notevolmente la qualità della squadra. Arriva anche il gol prima del lockdown, dello stop momentaneo e la decisione definitiva di annullare la stagione. Per Kaja solo un piccolo intoppo, uno stop alla corsa verso la vittoria, riguardando quel gilet giallo impolverato, entrato ormai a far parte definitivamente dei ricordi.
Comments are closed.