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Sconcerti, minaccia o avvertimento?

Le parole di Mario Sconcerti ieri su Teleradiostereo  hanno riaperto la diatriba, sempre esista, tra tifosi e giornalisti romani. Prima di parlare delle dichiarazioni di Sconcerti c’è da fare una premessa importante. La comunicazione di Dan e Ryan Friedkin è sempre stata la stessa. I due americani non hanno cambiato approccio dopo aver comprato una squadra di calcio. Riservatezza, poche parole e molti fatti. “ Noi lavoriamo in maniera diversa, quando la società avrà qualcosa da dire lo farà”. Queste sono state le parole di Dan Friedkin in una delle poche dichiarazioni rilasciate (esclusivamente sul sito ufficiale della società). La stessa filosofia la troviamo anche nel Friedkin Group, dove le comunicazioni (semmai ci fosse qualcosa da comunicare) sono fatte esclusivamente sui canali ufficiali.

Esiste comunque un social manager per ogni attività che hanno in giro per il mondo. Questo per sottolineare che a prescindere dal modo di lavorare, non si sono fatti condizionare dall’esistenza o meno di un Ambiente Romano. La loro comunicazione cosi soft è un loro modo di lavorare e non un dispetto ai giornalisti  o un modo per avere consensi dalla tifoseria.

MINACCIA O AVVERTIMENTO?

“Il fatto che prendano Tiago Pinto all’insaputa di tutti fa capire che è tutto al di fuori della comunicazione, ma la comunicazione non può funzionare cosi”.

Inizia cosi la dichiarazione di Mario Sconcerti a Teleradiostereo 92.7.

Il tema è stato caldo per circa due mesi,  quello del direttore sportivo, Tiago Pinto è stato effettivamente un nome mai uscito dai giornalisti romani. In realtà nonostante la scelta del direttore generale sia stata fatta solo a cose fatte, e senza che nessuno sapesse niente, qualche nome dopo incontri vari che i Friedkin hanno svolto in Europa , è uscito.

Qualche giorno prima della nomina di Pinto, si parlò prima di un improvvisa accelerazione, e poi di una trattativa completamente sfumata di LUIS CAMPOS.

Pima di Campos si parlo a lungo di EMENALO voluto (sempre secondo i giornali) fortemente da Ryan Friedkin.  La non comunicazione dei Friedkin agli organi da stampa ha portato in effetti la stampa (e non solo quella  di roma) a scrivere di vari argomenti senza avere alcuna, fonte accertata (se non in rare occasioni).

Basti pensare a quest’estate quando si discusse a lungo del futuro di Fonseca. Prima del famoso incontro tra Ryan e Guido Fienga a Roma, si parlò per il tecnico portoghese di un tutor tattico. Quando venne confermato nonostante la perplessità di giornalisti, ma anche di alcuni tifosi, si iniziò a parlare di incontri avvenuti con altri allenatori ( nessuno però e stato confermato dai diretti interessati). Forse ciò che fa infastidire più i tifosi del cosiddetto ambiente romano, è l’uscita di notizie totalmente infondate e che spesso creano malumori all’interno della stessa società.

Sconcerti prosegue cosi “Qualcosa deve passare , altrimenti la categoria giornalista romana finisce. Il giornalismo non può prendere atto dei comunicati, questa e una visione dittatoriale della comunicazione, Poi tu puoi fare anche il dittatore ma quando cominci a perdere le partite poi crolla tutto”.

Una minaccia? O semplicemente un consiglio ai Friedkin? Quel che è certo e che con questa ultima affermazione, Sconcerti sembra confermare l’esistenza di un AMBIENTE ROMANO, fatto di narrazioni spesso tossiche e totalmente infondate.

Se invece vogliamo vederla come un semplice consiglio, probabilmente l’intento del giornalista era quello di consigliare ai Friedkin un nuovo approccio comunicativo. Fare filtrare notizie eviterebbe forse la divulgazione di notizie false. Tuttavia non dare notizie ai giornalisti non dovrebbe incoraggiare da parte di quest’ultimi, una guerra mediatica contro la società.

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