Press "Enter" to skip to content

Lo stadio e la provocazione

Come può, lo stadio essere una provocazione? Qual è la definizione di provocazione?

Fino a qualche anno fa avremmo dovuto servirci di un dizionario enciclopedico per comprenderne il significato ma i tempi moderni hanno reso tutto più semplice e veloce e pertanto possiamo tranquillamente consultare on line le pagine di Wikipedia per svelare l’arcano.

Per la verità faccio parte della vecchia scuola e quindi mi sforzo umilmente di fornire ai cari lettori ed alle gentili lettrici la mia personalissima idea di provocazione: trattasi di una evidente, chiara, sfrontata e soprattutto consapevole esagerazione tesa a richiamare l’attenzione su di un tema che si ritiene importante ed a cui l’opinione pubblica attribuisce colpevolmente scarsa rilevanza.

Insomma provoco per suscitare attenzione e riflessione.

Veniamo ai fatti: in settimana uno dei pochi fuoriclasse ancora presenti sul globo terrestre ovvero Lionel Messi ha annunciato la volontà di lasciare l’attuale club di appartenenza, il Barcellona.

Riuscirà il nostro eroe nel suo intento e soprattutto sarà veramente quello il suo scopo? Lo scopriremo solo vivendo cantava il grande Lucio da Poggio Bustone.

Alla notizia bomba di cui sopra quei mattacchioni del gruppo di lavoro “Noi e la Roma”, di cui mi onoro di far parte, hanno immediatamente rilanciato con il seguente tweet: “ Se oggi avessimo avuto lo Stadio avremmo forse avuto le potenzialità per fare una proposta a Messi. Però vuoi mettere con lo stemma.”

stadio
Una riproduzione grafica dello Stadio della Roma.

Apriti cielo: nel giro di pochi minuti sono pervenute le reazioni più svariate e per la verità leggermente smodate. Non è mancato chi ha immediatamente bollato il tweet come Fake News (del resto i pessimi esempi calati dall’alto fanno subito proseliti). Altri hanno pensato bene di affermare che anche il Sassuolo e il Cagliari, che pure hanno stadi di proprietà, avrebbero potuto a quel punto farci un pensierino.

Il povero Piero Farenti ha cercato di spiegare ma, assalito dall’orda mediatica che gridava vendetta, ha perso subito ogni speranza abbandonando mestamente il campo di battaglia.

Personalmente mi sono fermato alla lettura dei primi venti commenti poi mi è sopraggiunta una noia tendente al sonno.

Cerco di spiegarmi: non è nella nostra indole partecipare alle risse verbali che si scatenano sui social ed anche volendo non avremmo gli strumenti per poter competere con i nuovi stuntman da tastiera sempre pronti a tirarsi qualche sediata al solo scopo di sfogare le proprie manie represse.

Credo e spero abbiate compreso il nostro spirito, del tutto pacifico e che si traduce in discussioni serene e pacate: come tutti gli inquilini di questo mondo abbiamo delle idee che ci sforziamo di argomentare attraverso un minimo di studio e tanta passione ma non riteniamo siano migliori delle altre.

Avremmo potuto lamentarci, attraverso lo sterile e continuo pianto greco, di quel tale giornalista ovvero opinionista che non ha riportato correttamente una notizia sulla nostra amata Roma ed invece abbiamo fatto una scelta piuttosto chiara che non ammette repliche né giustificazioni ovvero abbiamo deciso di contro informare e di farlo alla nostra maniera: senza piagnistei e recriminazioni.

Fatta la doverosa premessa, mi addentro quindi nella questione Stadio partendo dalla provocazione contenuta nel famoso tweet e ponendomi una domanda: può bastare uno Stadio per poter sognare di portare un Messi qualunque alla Roma? La risposta negativa è ovviamente scontata ma, e cercheremo di spiegarlo, la strada per poterci arrivare passa necessariamente anche e soprattutto attraverso un impianto di proprietà.

Insomma la vicenda è estremamente semplice: il solo Stadio di proprietà non consentirà mai di arrivare a formulare una offerta portare a casa il fuoriclasse di turno ma una delle tappe del lungo ed articolato percorso per sperare di andare a dama non può che essere l’impianto sportivo.

Quali caratteristiche deve possedere un moderno impianto sportivo? Per poter rispondere alla domanda ho cercato di sbirciare il primo Stadio di proprietà costruito in Italia ovvero l’Allianz Stadium.

stadio
L’Allianz Stadium di Torino.

Il motivo è estremante semplice: lo Stadio appartiene al club più titolato del nostro paese e quindi mi è sembrato giusto capire come i primi della classe si sono attrezzati per rispondere alle sfide che il calcio moderno inevitabilmente pone.

Devo ammettere di aver subito riscontrato una sorpresa: pensavo infatti che l’iter amministrativo di approvazione sarebbe stato molto più veloce ed invece mi sono dovuto ricredere:  tutto nasce difatti in data 18 giugno 2002 allorquando un accordo con il Comune di Torino consegna alla società bianconera il diritto di superficie sull’area del vecchio Stadio delle Delle Alpi per i successivi 99 anni al prezzo di 25 milioni di Euro.

Il patto costituito con la Amministrazione comunale prevedeva, oltre alla futura costruzione di un nuovo impianto adatto al calcio, la trasformazione della Continassa in una cittadella juventina con l’ulteriore edificazione di museo, centro medico, centro d’allenamento, sede sociale, vari spazi commerciali e altre iniziative rivolte ai tifosi.

Nel 2006 lo Stadio Delle Alpi chiude le sue attività sportive

Il 18 marzo 2008 il consiglio di amministrazione della Juventus delibera ufficialmente la costruzione di un nuovo stadio al posto del Delle Alpi:  l’investimento complessivo per la realizzazione del nuovo impianto (comprensivo dell’acquisto della superficie per 99 anni dal comune), inizialmente stimato tra i 105  e i 120 milioni, si attesta alla fine in 155 milioni di Euro

I lavori di demolizione del Delle Alpi, iniziati l’11 novembre 2008 e portati a termine il 25 giugno 2009 hanno consentito il recupero di tutta la parte interrata del vecchio stadio, compresa la zona del terreno di gioco.

La costruzione dell’impianto ha avuto inizio il 30 giugno 2009 e si è conclusa tra i mesi di agosto e settembre 2011.

In sintesi, quindi, si sono resi necessari ben 9 anni complessivi di iter amministrativo e lavori per partorire il primo impianto sportivo privato italiano: non proprio pochi insomma se si considerano i potenti mezzi di cui disponeva e dispone all’attualità la vecchia Signora.

Lo Stadio dispone una capienza di circa 41.000 posti a sedere, è privo di barriere architettoniche, sorge sulla stessa area su cui insisteva il vecchio Delle Alpi, rientra nella categoria 4 Uefa ovvero quella con maggior livello tecnico.

Noto dalla sua inaugurazione e sino al 2017 come lo Juventus Stadium— titolazione che tuttora mantiene in occasione di competizioni confederali , dal 1º luglio dello stesso anno ha assunto il nome commerciale di Allianz Stadium a seguito della cessione dei diritti di denominazione ad Allianz.

E’ stato inaugurato l’8 settembre 2011 in concomitanza con i festeggiamenti per il 150º anniversario dell’Unità d’Italia ed è stato designato come sede della finale della UEFA Europa League 2013-2014, ospitata il 14 maggio 2014, conclusasi con la vittoria degli spagnoli del Siviglia sui portoghesi del Benfica avanti a 33.120 spettatori: lo Stadium è così diventato il primo in Italia in cui ha avuto luogo l’atto conclusivo, in gara unica, della seconda manifestazione continentale per club.

Per la sua costruzione sono stati riutilizzati degli elementi in calcestruzzo armato del demolito Delle Alpi.

Veniamo alle caratteristiche tecniche: dispone di 64 Skybox ovvero di palchetti che consentono una visuale privilegiata del match, 4.000 posti auto, 8 sale ristorante che possono sfornare 4.000 pasti completi, un centro commerciali con vari negozi, un baby parking esclusivamente dedicato alla accoglienza ed alla attività ludiche dei bambini.

All’esterno dell’impianto sono ben visibili le stelle poste sulla pavimentazione antistante gli ingressi contenenti ciascuna il nome di una vecchia gloria che ha vestito la maglia della Juventus.

Gli spalti sono posti ad una distanza di massimo 7,5 metri dal campo di gioco.

Invito i cari lettori e lettrici a dare inoltre uno sguardo ai video presenti sul canale You Tube contenenti i filmati che mostrano le visite guidate all’Allianz Stadium: intere famiglie, provenienti dal Sud, si recano a Torino per visitare l’impianto e trascorrere al proprio interno una piacevole giornata che si snoda attraverso il passaggio obbligato al J Museum ovvero il Museo della Juve contenente tutti i ricordi legati alla storia del Club.

Si notano ovunque i loghi dei vari sponsor che hanno inteso abbinare il proprio nome a quello dello Stadio. Una struttura, insomma, in cui lavorano centinaia di persone e che crea ricchezza per il Club attraverso un indotto i cui profitti sono garantiti.

stadio
Una ripresa dall’alto dello Stadio della Roma.

Devo ammettere di essermi trovato di fronte ad un mondo nuovo, distante anni luce dalle polemiche vacue ed insensate che hanno caratterizzato le proteste dirette alla vecchia proprietà, ed in particolare il cosiddetto NO allo stadio, inscenate lo scorso anno dal gruppo degli irriducibili.

Torno quindi alla provocazione e ritengo sia stato illuminante il prezioso lavoro compiuto dall’amico Piero Farenti, pubblicato nel Febbraio 2019 sul sito Febbre da Roma, attraverso cui egli è riuscito a quantificare, sia pure in via solo approssimativa ma estremamente credibile, i possibili benefici di carattere economico che la società sportiva Roma può ottenere dalla costruzione dell’impianto sportivo ed corrispondenti ad un introito di quasi 200 milioni l’anno.

La somma complessiva si compone di circa 66 milioni quali incassi per le partite di campionato e Champions ed un aspetto cruciale per gli introiti è rappresentato il famigerato Business Park derivato dalla costruzione degli edifici destinati ad attività lavorative suscettibili di fornire lavoro a migliaia di persone, che inevitabilmente sono destinati a portare benefici per la collettività

Il Business Park prevede 7 palazzine da 7 piani ciascuna: all’interno di ogni piano potrebbero essere allocati circa 60 uffici, con un totale di circa 400 uffici per palazzina.
Si prevede, a regime, un introito di circa 90 milioni l’anno.

Aggiungendo i negozi, gli hotel, i ristoranti ed i parcheggi, si possono sommare altri 30 per un totale complessivo di circa € 120 milioni ogni anno.

Vi sono aggiungere da aggiungere inoltre introiti per visite museo per € 5 milioni, un aumento del merchandising per € 5 milioni, un aumento delle quote degli sponsor attuali per € 10 milioni ed infine il risparmio per il fitto dello Stadio Olimpico per € 4 milioni.

Nuova ricchezza per il club, posti di lavoro, sviluppo sostenibile: tutto questo può e deve essere la casa della Roma e dei suoi tifosi.

Era una provocazione, lo ripetiamo, ma siamo lieti di prenderci tante altre sediate sulla schiena se quelle quattro righe, sfrontate e impavide, possono aver contribuito alla posa anche di un solo mattoncino della nostra casa.

Comments are closed.